PERSONALITA' AUTORITARIE: NEFANDEZZE INSOPPORTABILI

 


Le attuali vicende politiche della tragicommedia nazionale mi hanno fatto ripensare a The Authoritarian Personality, l’illuminante ricerca interdisciplinare che Theodor Adorno guidò negli anni in cui la neo-marxista Scuola di Francoforte di Max Horkeimer fu esule negli Stati Uniti, coinvolgendo Else Frenkerl-Brunswik, Daniel Levinson e Nevit Sanford, tutti ricercatori dell’Università della California Berkeley. Il filosofo ci spiega la teoria secondo cui fascismo non consiste in un errore intellettuale o in una defaillance circonscritta, ma piuttosto nel globale cortocircuito della nostra mente, un disastro che esalta la personalità nella più becera declinazione autoritaria, una sbracatura essenziale che ci rende proclivi alla grossolanità, alla sbrigatività impietosa, infine alla violenza e alla disumanità che si nasconde dietro l’ideologia etnocentrica che è la forma grave e collettiva del pregiudizio indicando la differenza culturale tra le varie etnie come un problema insolubile. 


Oggi siamo invischiati in questo bolo disgustoso di ottusità e ignoranza, masticato dalle proiezioni di questa struttura antropologica incline a inoculare il razzismo attraverso la paura verso un nemico immaginario, quindi l’identità nazionale come valore esclusivo da imporre in maniera antidemocratica, normando anche la sessualità con la repressione delle sue manifestazioni fluide e persino censurando l’arte e la critica non allineate al pensiero dominato dalla personalità autoritaria. Nel terzo millennio, molto più che all’epoca in cui Adorno e i suoi colleghi hanno elaborato la loro ricerca, e per via delle disastrose politiche neoliberiste che hanno innescato la finanziarizzazione imperante nel turbocapitalismo globalizzato, le istanze della personalità autoritaria si diffondono conquistano proseliti o moltiplicando l’indifferenza, attraverso il ricatto della precarietà che sottomette all’egemonia dei dati economici dettati dal mercato, il diritto al lavoro, alla casa, all’istruzione, alla sanità universale. 


Questa minaccia comunicata secondo una riduzione a dati numerici da una personalità astratta e sovrannazionale che coinvolge la famosa Troika, sembra segnare i destini di popoli, inducendoli a difendersi coralmente contro pericoli di portata molto meno significativa. La personalità autoritaria, promette sicurezza repressiva per contenerli, uno specchietto per le allodole che gli consente di mandare alla deriva le politiche industriali che potrebbero offrire opportunità di lavoro e ossigeno per il welfare, agendo invece in favore dei pirati finanziari che non hanno scrupoli nel sostenere speculazioni e iniziative affaristiche, calpestando se necessario il già martoriato sistema ecologico e infischiandosene cinicamente se per i loro obbiettivi di profitto sia necessario sfruttare conflitti bellici utili ad assicurarsi assetti industriali, materie prime, nuovi mercati. 


Davanti la Cina che ha imparato a meraviglia la lezione, dietro il blocco occidentale che è stato il suo involontario insegnante; a lato la Russia frammentata e ridimensionata; sotto l’Africa saccheggiata dall’esterno; in mezzo gli energetici Paesi Arabi frastornati da devastazioni naturali, fondamentalismi religiosi, dittature crudeli. Quindi in una subdola cornice antidemocratica il ritratto ideale che simboleggi gli effetti della personalità autoritaria che dirige gli attori del mondo contemporaneo, potrebbe raffigurare in una luce caravaggesca la povertà che si diffonde tra discriminazioni e ineguaglianze, mentre l’umanità scompare fagocitata dall’ombra. 

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