MAJAKOVSKIJ: QUELLE PAROLE RESUSCITATE
QUELLE PAROLE RESUSCITATE
Sensazioni forti all’ascolto della performance di Paolo Agrati e Franco Finocchiaro! Finalmente un’interpretazione di Majakowskij che non si nasconde dietro alcuna edulcorazione, arrivando all’ascoltatore con tutta la sua forza tellurica, così com’è, in una nudità coraggiosa e poetica. Parole marmoree ma anche liquide, tenere ma anche violente, crude ma anche truccate con una cipria lunare da quell’acrobata della rivoluzione che è stato il poeta. Ed insieme a lui una musica che giunge da cavità arcane con il suono impressionante del contrabbasso, melodico, ritmico, materico e concreto, in improvvisazioni che mutano i loro disegno come nuvole spinte da un vento irrequieto e disordinato. Nel dialogo tra i due appaiono fantasmi emblematici quale Lenin, con il suo accento perentorio e rassicurante, o Lili Brik che invece ha la voce tentennante di chi è già approdato alla vecchiaia. Appare Piotr Levschenko, icona del tango in una Russia dove era famoso quanto Gardel lo era in Argentina. E poi la maestria del trattamento dei live electronics, introduce ulteriore disordine con i loro interventi astratti di natura gestuale, sempre discreti ed allo stesso momento vertiginosamente inquietanti. Con tutto questo arsenale evocativo, l’ascoltatore è proiettato nel cuore di quegli anni gloriosi, dove profondi mutamenti sociali e artistici hanno aperto le porte ad una speranza di giustizia ed eguaglianza che fino ad allora era rimasta nelle teorie economiche e filosofiche. Ci fanno riflettere quelle parole dove la poesia ha sapore maschio di tabacco, vodka, minestra, vizio, amore, eros,…profumo elettrico di idealismo, politica, proletariato, eversione, battaglia, polvere da sparo. Oggi ci sembrano più prossime solo quelle che emanano il tanfo funerario della disillusione e dello smarrimento. Le altre riecheggiano distanti e irripetibili in un globo terracqueo dove, giorno dopo giorno, le pedine del nuovo liberismo hanno ripristinato infamie contro la quale quelle parole hanno saputo combattere e vincere. Resuscitiamo quelle parole, nutriamoci dei loro suoni benefici, riedifichiamo il nostro pensiero con la lucidità dei loro concetti, portiamole a braccetto nelle strade, nei luoghi di lavoro, nelle famiglie. Diffondiamole con coraggio come stanno facendo Paolo Agrati e Franco Finocchiaro con questo loro progetto incandescente.
Marina Ulitskaya
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