MEMORABILIA N°17: COLOR TANGO A MILANO
Verano Porteno. Con questa celebre pagina piazzolliana, l’Orquesta Color Tango ha introdotto il seminario sul tango che ha avuto luogo presso l’Arci Bellezza di Milano nel tardo pomeriggio del 17 di novembre, prologo intellettuale ad una sanguigna notte di tango, da ascoltare o da ballare. Scambiandosi i ruoli di relatori, i sette musicisti dell’orchestra hanno ripercorso la storia del tango dalle sue origini, con una serie di esempi musicali, illustrati con chiarezza. Un frammento della celebre habanera di Carmen; una milonga campera suonata con la chitarra; El dias que me quieras, come episodio emblematico dell’influenza melodica della romanza italiana; la trasformazione dell’habanera in milonga urbana; lo scorcio del tema La cachila di Arolas che ha presentato l’entrata in scena del bandoneon nel tango, dopo che Roberto Alvarez ha fatto ascoltare la semplicissima melodia di una antica ranchera, l’unica che il suo strumento può eseguire con l’uso di soli tre tasti; un El choclo in cui si alternano i tempi in 3 / 4 con quelli in 4 / 8; La cumparsita, il primo tango ad essere pensato e scritto in 4 / 8; la prima cellula dell’orchestra tipica, il trio di Roberto Firpo; Fresedo e il suo stile già compiutamente orchestrale; la polifonia introdotta da De Caro; l’orchestra come un ensemble di percussioni, la chicharra ed il tambor del violino, le strappate canyengue del contrabbasso e la loro applicazione in La Yumba; quindi rapidamente lo stile ritmico di D’Arienzo, quello paradigmatico di Troilo ed infine quello articolato di Osvaldo Pugliese.
Le oltre ottanta persone, attentissime alla traduzione in italiano di Alberto Colombo, non sono state che l’avanguardia di una serata affollatissima di milongueri . Protagonista ancora l’ Orquesta Color Tango per cui è flagrante l’ispirazione scolpita con un segno fermissimo nel solco tracciato dal nome tutelare di Osvaldo Pugliese. Tutta la musica incisa ed eseguita da Color Tango ambisce al rigore stilistico di Don Pedro, esprimendolo con un abbandono che si raggiunge solo dopo aver abbracciato una fede e decantato in sé i suoi comandamenti. Questa adesione incondizionata e apostolare emerge con imperiosa meticolosità attraverso la giustezza dei piani sonori… le spigolature che emergono dall’elasticità ondeggiante del ritmo… le affascinanti instabilità e le conseguenti sorprese… il gusto per le sfumature che non scade mai nell’aulico o nell’ edonistico… la spiccata attitudine per uno spettacolare intreccio contrappuntistico e per acrobatici appuntamenti all’unisono … le frasi musicali che sanno quanto appesantirsi e agitarsi in una penetrante materia sonora e quanto alleggerirsi e ridursi fino alla lievità di una carezza… non è facile pensare ad un’altra orchestra che calca le scene di questo giovanissimo terzo millennio con la stessa espressività.
Tra gli eccellenti musicisti che la compongono , il mattatore è Roberto Alvarez. Le sue mani sanno far gemere teneramente il bandoneon, sanno mettere a nudo le sue vibrazioni segrete, sanno trasfigurarlo in uno strumento dalla forza impressionante, sanno estrarne un suono robusto, luminoso, ma anche sottile, penumbrale, sempre con un gesto di grande effetto plastico in cui si scopre l’elemento puramente fisico che comporta il suo uso. L’intervallo tra le due parti di cui i Color Tango sono stati artefici, è stato impreziosito da due pregevoli esibizioni di ballo, di segno opposto tra di loro. Dapprima, accompagnati dall’orchestra, gli squisiti padroni di casa Alberto Colombo e Alessandra Rizzotti, precisi nel disegnare arabeschi fondati sul solido equilibrio della loro empatia, e coinvolti in una maniera di comunicare che trova nel formidabile stile di Pugliese la sponda ideale.
Quindi una coppia che ha riportato il tango ai costumi delle sue origini, quando lo si ballava tra uomini: Los Hermanos Macana. Eleganti, filiformi, altissimi watussi, la loro ubriacante performance non ha svelato traccia di alcuna intenzione passionale o nostalgica, ma è stata portatrice sana di un virtuosismo così naturale da essere sdrammatizzato con allegra auto ironia, lasciando il pubblico stupefatto e con il sorriso sulle labbra: una scoperta.
Un’altra coppia, questa volta femminile, si è presa prima il carico e quindi gli onori, per aver organizzato una serata magica. D’altronde cosa ci si poteva aspettare da Giosi e Maki, due donne che hanno scelto di farsi conoscere come Las brujas del tango!
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