VALORIZZARE IL PATRIMONIO AUDIOVISIVO PUBBLICO: ESPOSIZIONI A PALAZZO SORMANI
In questo post desidero riunire in una stessa galleria buona parte delle locandine che ho realizzato per la Biblioteca Centrale di Milano, ideando i soggetti e selezionando i materiali inerenti al materiale cinematografico in DVD e a quello discografico in LP e Cd. Lo scopo di questa iniziativa è stato quello di esporre vetrine tematiche per il Centro Audiovideo dello stesso Istituto, valorizzando il cospicuo patrimonio offerto all'utenza e conservato nei depositi. La realizzazione di queste esposizioni per quanto riguarda i Cd e i DVD era infatti interattiva, vale a dire che gli utenti potevano accedere al prestito a domicilio del materiale esposto. Questa opportunità ha sottoposto all'attenzione del pubblico titoli che precedentemente nn avevano riscosso l'interesse che meritavano e che messi in bella mostra sono stati consultati e apprezzati con numeri di prestiti certamente inattesi. La sequenza di queste esposizioni che generalmente hanno avuto una durata variabile ma più o meno intorno alla mensilità, non segue un carattere cronologico e riguarda gli anni che vanno dal 2016 fino alla tragedia del covid che ci ha sorpresi mentre da pochi giorni era stata allestita la vetrina Anni ruggenti. Già la mostra su Arbasino che è in copertina, con monografie, scelta di opere liriche a lui carissime e squisitamente recensite, è rimasta irrealizzata, mentre durante la pandemia si sono studiate altre iniziative, per altri spazi e con altri supporti.
IL MONDO A SEI CORDE. Cover graphic dal fondo Bruno De Filippi
Bruno De Filippi, compositore e soprattutto chitarrista di fama internazionale ha donato una importante collezione di vinili che svela l’amore per il suo strumento e per i colleghi che lo suonano da provetti jazzisti. L’esposizione di una selezione di copertini riguardanti questi vinili, oltre a sintetizzare le passioni musicali di De Filippi, documentano la preziosità del lascito, grazie a diversi pezzi rari e ambitissimi dai collezionisti. Un’attrattiva carrellata grafica dove si esprimono varie tecniche, disegni, fotografie, elementi grafici, anche combinati in formule originali che hanno un piacevole risultato estetico.
New York non è solo uno dei più suggestivi set a cielo aperto che ha ispirato cineasti e incantato il pubblico. La Grande Mela è anche stata la metropoli in cui sono nati registi, attori e attrici che sono diventati icone mondiali. E tra questi new yorker ci sono nomi sorprendenti!
I 66 film che figurano in “Morricone 88” sono stati suddivisi in undici aree tematiche, che spaziano dagli esordi alla stagione degli “spaghetti western”, dai thriller alle tematiche sociali, dai grandi premi internazionali alle opere ispirate dalla letteratura. Una nutrita selezione, quindi, tratta dalle oltre trecento colonne sonore che Ennio Morricone ha ideato per il cinema, conquistando un pubblico trasversale e dedito alle più svariate abitudini d'ascolto. Un successo che ha trasformato l'autore in un'autentica “pop star”, le cui musiche sono entrate a far parte del costume e del patrimonio culturale condiviso del nostro Paese.
EROINE ALL’OPERA. Madama Butterfly ...e le altre.
Queste figlie della fantasia dei librettisti d'opera ubbidiscono alla devozione verso lo stereotipo della “solita forma”, tratteggiando drammaturgie dove le loro figure ricoprono immancabilmente il ruolo di fulcro intorno al quale ruota la vicenda che ne coinvolge le imprese. I comportamenti di queste prime donne testimoniano la loro attitudine ad essere guidate irrazionalmente dagli istinti, in un'aura eroica descrivibile dove si incontrano e si alternano, passione e ideale, dolore e tragedia, perdono e vendetta, rassegnazione e sfida, seduzione e inganno. Le protagoniste delle opere in DVD esposte nella mostra “Eroine all’Opera”, testimoniano con eloquenti gesti musicali, l’appartenenza ad uno di questi prototipi di vocalità, evolutasi dalle coloriture rossiniane agli sviluppi del belcantismo, dal fraseggio legato verdiano al sillabico wagneriano, dalle pronunce veriste fino agli estremismi contemporanei.
OSCAR EUROPEI
REGISTE ITALIANE DI IERI E DI OGGI
Il costume e il patrimonio culturale del nostro paese, visti al femminile, vengono rivisitati attraverso i prodotti di un cinema che non sempre è conosciuto e pienamente valutato. Nonostante l’ennesima e sottile questione di genere sembri anche in questo caso irrisolvibile, la qualità delle registe è riuscita a conquistate uno spazio sempre più consistente, coltivato con sensibilità e creatività sin dall’epoca pionieristica del cinema muto.
LA CLASSE SMARRITA. Sceneggiature sul lavoro contemporaneo
Con toni che secondo varie sfumature vanno dal dramma alla commedia, le filmografie dei vari paesi fanno emergere le affliggenti questioni della precarietà, della perdita dei diritti, della delocalizzazione e della disoccupazione. Ma il comune denominatore che sembra legare i diversi punti di vista, riguarda lo smarrimento di una classe sociale che un tempo, anche relativamente recente, faceva della sua unità la sua forza: erano i tempi in cui alla conquista dei diritti e alla difesa dell’occupazione, corrispondeva un benessere diffuso sia per gli stessi lavoratori che per le altre classi.
La casa discografica milanese "I Dischi del Sole" è stata attiva tra i primi anni '60 e gli anni '70, creando un catalogo di vinili direttamente collegati all'atmosfera di protesta sociale che si respirava nel periodo della loro diffusione. Oltre a raccolte tematiche focalizzate sulla storia della canzone di orientamento politico, nazionale e internazionale, del passato e del presente di allora, la linea editoriale ha sostenuto i moltissimi autori che in quell'epoca hanno scelto un'espressione legata alla militanza, da Luigi Nono a Giorgio Gaslini, da Ivan della Mea a Giovanna Marini.
CONTROCULTURA. USA 1964-1974
Un momento chiave per il ripensamento della funzione del cinema nella società avviene quando una nuova generazione di cineasti statunitensi contesta i modelli culturali dell’industria cinematografica hollywoodiana. Le loro pellicole puntano ad una narrazione della società dove sono sottolineate le sue contraddizioni, in contrasto con i meccanismi ormai anacronistici che si fondavano su elementi rassicuranti. Il lavoro dei nuovi registi riflette quindi la presa di coscienza culturale che attraversava gli Stati Uniti nella decade 1964-1974 e che è conosciuta come controcultura, non solo nella poesia, nella letteratura e nel cinema, ma soprattutto nella musica.
BRITISH. Thriller, spy & rock
Con l’emblematica compostezza che contraddistingue il carattere british, la cinematografia inglese ha dato un contributo di insuperabile qualità alle pellicole di genere che sono orientate nei filoni del thriller e dello spionaggio. Un primato che ha origini nella letteratura anglosassone, e non solo in quella popolare di personaggi come Sherlock Holmes o Agata Christie, ed ha un’icona irraggiungibile come Alfred Hitchcock.
CANNES MON AMOUR
La conclusione della settantesima edizione del Festival di Cannes, è stata l’occasione per rimemorare quelle pellicole che, nel corso della storia di questa gloriosa manifestazione hanno conquistato premi significativi. Tra tutti l’eclatante Palma d’Oro e la più intransigente e polemica Quinzaine des Realisateurs, che continua con coerenza ad ispirarsi ai valori emersi nel clima incendiario del 1969. Come a Venezia o a Berlino, alla Croisette di Cannes il cinema è sempre stato considerato come un manufatto culturale ed artistico, contribuendo a valorizzare, in diverse circostanze, pellicole di cinematografie reputate marginali, almeno secondo i criteri del mercato della distribuzione internazionale.
FINO ALL’ULTIMO RESPIRO
Quando Alexandre Astruc scriveva il saggio “Naissance de un nouvelle avangarde”, pubblicato su L’écran nel 1948, non immaginava che in quel testo venisse embrionalmente teorizzato ciò che undici anni dopo avrebbero realizzato gli autori di riferimento della Nouvelle Vague. Esaltando il lavoro di maestri europei confinati a un ruolo marginale dall’industria cinematografica, questi giovani sperimentatori iniziavano a esprimersi con una visione realista che si concedeva di abbandonare la linearità del racconto; finalizzando pellicole a basso costo e con un maggiore contenuto culturale. Le loro realizzazioni sarebbero diventate opere di culto.
ISOLE. Viaggi d’avventura e di musica
Le isole sono state il locus amoenus o il luogo sognato del ritorno, quello magico dell’incontro, quello claustrofobico della prigione, ma anche il quello dell’utopia e della distopia, della felicità e del dolore, rappresentando un mito antico quanto la letteratura. Il loro fascino ha coinvolto facilmente il cinema che le ha immaginate come teatro naturale di scenografie meravigliose, ma anche come ambiente di una condizione sentimentale ed esistenziale che ha ispirato sceneggiature del più vario genere. Il florilegio di pellicole in DVD esposte nella vetrina, documenta la varietà di approdi che questo soggetto ha offerto alle cinematografie di tutto il mondo.
IL PRIVILEGIO DEL RE
La notte del 10 maggio 1933 fu particolarmente dolorosa per la libertà di pensiero che ha sempre animato l’esercizio della letteratura, del giornalismo, della saggistica e della scienza. In quella data si consumò, a Berlino e nelle principali città tedesche, il celebre rogo dei libri che è stato uno dei più radicali episodi di censura della storia moderna. Alle sue forbici non sono sfuggite le opere cinematografiche, ma il cinema è stato anche uno strumento per documentare lo scempio di quello che Richelieu ha nominato “privilegio del re”, raccontando come questo sopruso non appartiene solo al passato ma è tutt’ora attivo in molti paesi del mondo.
MODA. Icone in scena
L’eleganza, la grazia o l’azzardo con cui i grandi stilisti e costumisti hanno ideato gli abiti indossati dalle stars più carismatiche, si ripercuotono in molteplici risvolti imitativi, nei comportamenti e nella società. In alcuni casi, il legame tra un personaggio ed il suo look, è persino arrivato a trasformarsi in un fattore di identità generazionale. Per questi motivi è palese come l’abbigliamento, su uno schermo cinematografico o su un palcoscenico concertistico, svolga un ruolo di carattere narrativo ed emozionale nella relazione tra l’immagine e lo spettatore.
PARTHENOPE. La città in mostra
A partire da Louis e Auguste Lumière che nel 1898 scelsero di girare a Napoli il loro unico, breve quanto toccante documentario riguardante una città italiana, l’arte cinematografica è stata precoce protagonista nella vita culturale della città. Qui, produttori, attrici, attori e registi sono proliferati, documentando la straordinaria vitalità umana dei partenopei. La loro innata teatralità si avvantaggia sposandosi ad una scenografia architettonica e paesaggistica, particolarmente propizia a incorniciare nel più poetico dei modi ogni genere di vicenda ambientata nella città vesuviana.
ARTE, COSA MENTALE. Finzioni, documenti, immagini
Il tema dell’arte raccontata attraverso il cinema è stato ampiamente sviluppato secondo tre modalità di narrazione che riguardano opere documentarie, biografiche e di pura fiction. L'argomento è affrontato in tutte queste sfaccettatura con la vetrina “Arte, cosa mentale”, titolo che contiene il celebre rimando vinciano in omaggio al cinquecentennale della scomparsa di Leonardo.
IL CINEMA SCOPRE L’ITALIA. Paesaggi e città nelle scenografie
Il Bel Paese offre alla macchina da presa una infinita serie di suggestioni che possono attingere da uno straordinario repertorio paesaggistico e dalla bellezza dei nostri agglomerati urbani, dal più minuscolo dei borghi alla più caotica metropoli. Il cinematografo ha avuto e continua ad avere un ruolo fondamentale nell’immergere gli spettatori in questa meravigliosa continuità estetica tra natura e cultura, facendo scoprire angoli sconosciuti o accendendo il desiderio di ritornare in luoghi amati.
GIUBOCS. Le canzonette del boom al bar
CERE PERSE. Al cinema con Gesualdo Bufalino
Un breve testo che figura tra gli articoli riuniti da Sellerio nel libro intitolato Cere perse, informa i lettori della passione che Gesualdo Bufalino ha nutrito per il cinema, documentata oltretutto da una serie di taccuini che dal 1937 registravano, oltre che i giudizi sui film visti, l’intero cast dei protagonisti. A titoli celebrati e vedette hollywoodiane, Bufalino aggiungeva scrupolosamente l’elenco dei film meno fortunati e, soprattutto, l’esercito dei caratteristi, indispensabili ma destinati ad una popolarità ristretta alla cerchia dei cinefili più accaniti. Partendo dai loro nomi, abbiamo raccolto un piccolo catalogo di cere perse cinematografiche,
L’ESTETICA DEL NORD
Il cinema scandinavo, soprattutto danese e svedese, deve molto a Kierkegaard, uno tra i pensatori più conosciuti e celebrati dal Nord, che attraverso il suo uso, spasmodico e costante, della metafora e della maschera, ha assottigliato la distanza tra il vero storico e la finzione. In questo senso, fare i conti con Kierkegaard è apparso a molti registi nordici, un passaggio obbligato per presentare personaggi dalla coscienza inquieta, le cui esistenze vagano come ombre tra temi filosofici quali il rapporto tra la tra ragione e fede, tra vita e morte, tra pathos e scelta.
IL MURO. La Germania da Fassbinder a Stockhausen
Il 9 novembre del 1989 è la data in cui, al culmine di imponenti disordini, il muro di Berlino è stato demolito, concedendo agli abitanti del settore Est di superarne i varchi per approdare alla parte occidentale della metropoli. La vetrina riflette su questa ricorrenza trentennale, includendo film realizzati durante l’epoca della Guerra fredda che è stata responsabile della divisione di Berlino. Pellicole che non coincidono soltanto con episodi strettamente legati a quell’innaturale divisione, ma sono la narrazione di un’epoca delicata, sia vista dalla cinematografia tedesca, con importanti registi quali, tra gli altri, Fassbinder, Von Trotta, Wenders, Herzog, che da cineasti di altri paesi interessati a quella vicenda dolorosa sotto diversi profili e fino ai giorni nostri.
CINEASTI MILANESI
Se Roma è riconosciuta come la città italiana che ha un inequivocabile primato nella produzione e realizzazione cinematografica anche per via degli studi di Cinecittà, Milano ha contribuito allo sviluppo produttivo ed estetico del cinema dando i natali ad un nutrito numero di registi di altissimo profilo. Sorprese!
P. CÉZANNE. MONTAGNE E MELE.
(Nel programma di Montagna Festival & Fuori Festival, 2018)
Cosa spinge il pittore che Roberto Longhi ha definito il “il più grande artista dell’era moderna”, a dipingere circa 80 quadri il cui soggetto è la montagna? Per di più la stessa montagna Sainte-Victoire, una roccia bianca che inserisce il suo profilo imponente e tozzo, nel paesaggio dove la macchia mediterranea ospita minuscoli borghi provenzali. La stessa ossessione per quel paesaggio, è proiettato nel campo della natura morta. In questo campo la regina è la frutta con una predilezione così particolare per le mele che sulle pagine della celebre Revue Blanche (1895), Thaddée Natanson lo battezzò come “peintre des pommes”.
PER OGNI INDIVIDUO. Cinema &Diritti.
SCENEGGIATURE D’ESTATE
IL GIARDINO DEGLI ALTRI. Latinoamerica, sogni e saccheggi
L’infelice teoria sancita dalla Dottrina Monroe, prevedeva nella terza decade dell’800 la supremazia degli Stati Uniti rispetto il continente sudamericano, considerato come un “giardino” dove esercitare qualsiasi tipo di ingerenza. La storia ci ha insegnato che la situazione non si è del tutto risolta e in diverse circostanze ha consentito e appoggiato dittature funzionali, alcune delle quali tra le più efferate del XX° secolo. Nonostante questa contingenza vessatoria, i popoli nativi hanno continuato a sognare attraverso una creatività inesauribile, nella poesia, nella letteratura e non di meno nel cinema.
ANNI RUGGENTI. Storie dall'età del jazz
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