L'ORCHESTRA LIBERA!

Nata dopo una serie di incontri preliminari avvenuti nello scantinato di una trattoria dall’autunno 1974 tra i membri di alcuni gruppi musicali militanti dell’area milanese, L’Orchestra si è costituita con l’obbiettivo si creare un apparato organizzativo, volto ad affrancarsi condizioni di sfruttamento che stringevano i musicisti in quel periodo ribollente di fermenti artistici e di ideali utopici, e a creare le condizioni tecniche affinchè le performance concertistiche potessero valorizzare gli artisti e la loro musica, mentre spesso queste erano compromesse da strumentazioni assolutamente inadatte. Riprendendo la questione del lavoro artistico, va sottolineato che gli ingaggi venivano compensati miserevolmente in nome dell’impegno nella battaglia politica e proprio da quei partiti, quei sindacati, quelle associazioni in lotta per i diritti dei lavoratori anche dal punto di vista salariale. La questione era ancor più spinosa di fronte al fatto che, contemporaneamente, queste istituzioni remuneravano i congrui cachet richiesti dai musicisti più affermati e sostenuti, senza batter ciglio, creando una palese disparità di trattamento. In questo quadro l’Orchestra è stata un esempio di come si possa produrre cultura in un ventaglio di proposte, lavorando senza il sostegno garantito dai media dell’epoca. Nel raccontare la fase costituente, e più precisamente la discussione in cui è stato scelto il nome della cooperativa nascente, Franco Fabbri, uno dei suoi fondatori ricorda uno scambio di opinioni dove qualcuno suggeriva: “chiamiamola Orchestra Rossa, come l’organizzazione tedesca antinazista Die rote Kapelle”. Altri obbiettavano: “no, chiamiamola L’Orchestra e basta”. All’atto della fondazione avvenuta nell’aprile del 1975, fu scelta questa seconda mozione per la volontà di sottrarsi ad uno slogan facile e ricoprire una posizione di assoluta indipendenza, seppur gli operatori musicali che ruotavano intorno alla cooperativa fossero militanti, schierati con i movimenti politici di quegli anni. Le molteplici attività della cooperativa riguardavano la promozione delle proposte concertistiche, attraverso un portfolio composto da schede dettagliate sia dal punto di vista del contenuto artistico che da quello delle necessità tecniche; la gestione di una scuola popolare di musica che aveva sede all’Arsenale di Via Cesare Correnti dove, oltre alla didattica, era prevista una programmazione polivalente, con proiezioni cinematografiche, concerti, dibattiti,spettacoli teatrali, diventando un punto di riferimento per tutto il nord Italia, l’edizione di un fortunato Metodo per chitarra, realizzato a con una didattica che facilita l’apprendimento la creazione del primo teatro polivalente di Milano, le attività internazionali, le ricerche e gli studi scientifici sul tema della musica di massa fino allora poco poco investigata in Italia , e le produzioni discografiche che in dieci anni hanno consentito la pubblicazione di circa 50 album. L’ampia selezione delle copertine di questi dischi esposte alla Biblioteca Sormani, testimonia come i vinili realizzati dall’Orchestra formino un catalogo eterogeneo, in attenta corrispondenza alla varietà d’espressione con cui si sono manifestate le inquietudini creative dei musicisti aderenti a questa organizzazione indipendente. Nel palinsesto troviamo tra gli altri il folk con il Gruppo Folk Internazionale e l’Ensamble Havadià entrambe fondate da Moni Ovadia, degli Yu Kung, e dei Tecun Uman; la canzone d’autore declinata soprattutto come denuncia sui temi sociali con Alfredo Lecosegliaz, Mario De Leo, Alessandro Carrera, Quarto Stato; il rock progressivo nazionale in varie sfaccettature, dagli Stormy Six che lo hanno legato con indiscutibile originalità alla canzone politica, agli sperimentali genovesi di Il Picchio dal pozzo, dai Mamma non piangere alla loro costola Strumentoconcerto che aveva scelto una cornice sonora configurata da un ensemble di strumenti etnici; il rock progressivo internazionale con gli inglesi Henry Cow e Art Bears e i francesi Etron Fou Leloubran; il jazz d’avanguardia con Guido Mazzon, Andrea Centazzo, Giancarlo Schiaffini, Tony Rusconi anche con l’OMCI, acronimo di Organico Musica Creativa Improvvisata in cui figurava il geniale polistrumentista Renato Geremia; aggiungerei a questa categoria la Sogenanntes Linksradikales Blasorchester , una band fondata a Francoforte e composta da una ventina di strumenti a fiato, sempre in prima fila nelle manifestazioni tedesche contro il nazismo, il nucleare, i diritti politici; la musica contemporanea con Haans Eisler, compositore austriaco che fu pupillo di Schoemberg e di Webern e che in uno dei tre dischi pubblicati dall’Orchestra è presentato dall’illustrissimo critico musicale Luigi Pestalozza.

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