MEMORABILIA N°6: TANGOPOIESIS
TANGOPOIESIS – COMUNICATO STAMPA
Oltre ad essere il conosciutissimo contrabbassista di Tangoseis e di Milva, Franco Finocchiaro è anche un apprezzato drammaturgo. In questa duplice veste presenterà, dal 1 al 4 dicembre allo Spazio Zazie di Milano, uno spettacolo di teatro musicale intitolato TANGOPOIESIS, realizzato con la collaborazione di Lifegate Radio e dell’Associazione Culturale Las Brujas del Tango.
L’articolazione della pièce prevede i monologhi recitati da Nicola Alcozer, alternarsi o sovrapporsi agli struggenti tanghi interpretati dal Trio Flores del Alma - con Franco Finocchiaro al contrabbasso, Piercarlo Sacco al violino e Giorgio Marea al pianoforte – mentre, i numeri di ballo sono affidati a Doris Jung, Giò Sottana e Gianluca Di Maulo.
Il tessuto della sceneggiatura teatrale non costituisce una trama omogenea bensì un mosaico dove tutte le tessere hanno quale trait-d’union il tango, nella triade di discipline con cui questa forma d’arte popolare si esprime: il ballo, la musica e la poesia.
Lo spettacolo risulta una creazione originale, proprio perchè questi tre elementi sono coinvolti in una interazione teatrale dove è sovvertita la classica struttura dello show di tango, in cui è il ballo ad assumere il ruolo centrale, utilizzando la musica al suo servizio, ma soprattutto trascurando la poesia.
Proprio per questo la scelta dei ballerini si è orientata a formare un cast selezionato nell’ambito sociale, quello delle milonghe dove oggi alcuni frequentatori possono vantare un eccellente livello di ballo improvvisato, meno acrobatico di quello coreografato dai grandi maestri, ma più schiettamente spontaneo.
L’estetica di questa immediatezza e la sua nobiltà popolare, risultano essere i preziosi elementi di coerenza che inseriscono a tutto tondo il ballo all’interno della poetica a cui fa riferimento il lavoro teatrale: raccontare storie, evocare situazioni, vivere emozioni attraverso la suggestione della musica e la verità della parola poetica.
Parola che viene presa nei diversi monologhi da una eterogenea galleria di protagonisti, tra cui un grande poeta italiano che all’inizio del ‘900 ha viaggiato verso il “dolce illusorio sud”, un pubblicitario che si è trasformato in un maestro di tango in Europa, un ammiratore parigino di Gardel, un puttaniere dei nostri giorni, il conduttore di una trasmissione radiofonica sul tango, l’ultimo uomo di una poetessa suicida, un vigliacco negli anni della dittatura…
Alcune drammatiche, altre malinconiche, altre ancora grottesche, le loro storie si sviluppano in una sequenza che non si svolge né in una precisa unità spaziale, né una consequenziale cronologia temporale.
Parallelamente, i tre ballerini sono invece coinvolti in una vicenda che avviene in una milonga, e che ha un suo inizio, un suo svolgimento ed un suo finale.
Epilogo che risulta essere il momento di congiunzione nel tempo e nello spazio, tra le molteplici storie raccontate con la parola e la storia stilizzata attraverso il ballo.
Siamo all’ultimo monologo dell’atto unico, dove la parola è lasciata allo scetticismo di un nottambulo che assiste alla disperazione del ballerino abbandonato. Come ad ogni alba il suo impero sta per svanire insieme alla teoria di illusioni che lo hanno sostenuto: “l’alba non perdona”.
Commenti
Posta un commento