DADAPOLIS:photomontage e photocollage
In uno dei vari tentativi di liberare l'estetica artistica dalle regole che l'hanno sempre governata, i dadaisti si sono avvicinati alla fotografia come mezzo per inserire degli elementi reali nelle composizioni immaginifiche risultanti dalla tecnica del collage, già utilizzata dai cubisti.
Gli artefici principali di questa nuova struttura visuale dove immagini, lettere, parole, disegni si mischiano caoticamente, sono appartenuti soprattutto dal gruppo berlinese (George Grosz, Raoul Haussmann, Annah Hoch e John Heartfield), anche se altri protagonisti del movimento l'hanno sperimentata.
Questa forma d'espressione ha avuto anche un eco importante tra gli artisti d'avanguardia d'altri paesi, anche se questo non hanno partecipato al movimento Dada (tra le immagini di seguito figura ad esempio un lavoro di Rodchenko)
In un celebre testo teorico scritto da Raoul Haussmann, l'artista sottolinea il fatto che il presupposto di questi lavori ha un imprescindibile indirizzo rivoluzionario che parte dalla ferma critica sociale dei dadaisti nei confronti della guerra e della società. Aggiunge anche che la creazione dei fotomontaggi nelle sue varie declinazioni, incide sul concetto stesso di fotografia che qui si fa elemento eteroclito di un processo dialettico, giustapponendo in maniera antagonista il ruvido e il liscio, la veduta aerea al primo piano, la prospettiva alla bidimensionalità, la figura umana alla parola....
La finalità è la propaganda politica sostenuta con una sorta di dialettica delle forme. In conclusione, per Haussmann il risultato artistico contribuisce inoltre allo sviluppo della visione dell'osservatore, chiamato a una nuova percezione ottica, psicologica e sociale. Detto questo è logico dedurre come il dadaismo desideri strappare il piacere dell'arte all'esclusivo piacere delle classi dominanti per restituire l'energia creativa ad una fruizione popolare.
Sebbene i dadaisti furono il movimento che fece sua la tecnica del fotomontaggio, dichiarando anche di averla inventata, la critica sostiene che già nel XIX secolo questa procedura era già stata creata, indicando lo svedese Oscar Rejlander come uno dei primi fotografi a farne ricorso.
A proposito di supposti inventori del fotomontaggio, il poeta Aragon attribuisce questo primato a Max Ennst che in realtà pensò a questa tecnica solo nel 1919, dopo che l'artista aveva avuto tra le mani una raccolta di litografie di De Chirico intitolata Fiat Modes, fonte di una influenza metafisica che lo stesso Ernst coltivò durante il surrealismo. La prima mostra dei fotomontaggi di Ernst avvenne nel 1920 a Colonia con il contributo del Gruppo D.
L'esposizione intitolata "Dada-Vorfruhling" (Dada prima della primavera) avvenne nel cortile di un caffè del centro e la provocazione iniziava dal fatto che per accedervi era necessario attraversare le toilette, continuando con un'attrice che accoglieva gli ospiti all'ingresso, recitando versi osceni. Entrati, i visitatori erano invitati ad utilizzare una scure legata ad una catena per distruggere una scultura di Ernst. I suoi fotomontaggi di carattere sacrilego, scandaloso e sessuale, erano appesi alle pareti circostanti, facendo infuriare il pubblico che non si accontentò di sfregiare le opere, ma devastò il locale al punto che le autorità proibirono la mostra.
Hanna Hoch: Staathaupter, 1918-20 |
Gli artefici principali di questa nuova struttura visuale dove immagini, lettere, parole, disegni si mischiano caoticamente, sono appartenuti soprattutto dal gruppo berlinese (George Grosz, Raoul Haussmann, Annah Hoch e John Heartfield), anche se altri protagonisti del movimento l'hanno sperimentata.
Questa forma d'espressione ha avuto anche un eco importante tra gli artisti d'avanguardia d'altri paesi, anche se questo non hanno partecipato al movimento Dada (tra le immagini di seguito figura ad esempio un lavoro di Rodchenko)
Max Ernst: Pounching ball ou l'immortalitè de Buonarroti, fotomontaggio e gouache su un'autoritratto, 1920 |
In un celebre testo teorico scritto da Raoul Haussmann, l'artista sottolinea il fatto che il presupposto di questi lavori ha un imprescindibile indirizzo rivoluzionario che parte dalla ferma critica sociale dei dadaisti nei confronti della guerra e della società. Aggiunge anche che la creazione dei fotomontaggi nelle sue varie declinazioni, incide sul concetto stesso di fotografia che qui si fa elemento eteroclito di un processo dialettico, giustapponendo in maniera antagonista il ruvido e il liscio, la veduta aerea al primo piano, la prospettiva alla bidimensionalità, la figura umana alla parola....
Hannah Hoch: Dada Rundschau, 1919 |
La finalità è la propaganda politica sostenuta con una sorta di dialettica delle forme. In conclusione, per Haussmann il risultato artistico contribuisce inoltre allo sviluppo della visione dell'osservatore, chiamato a una nuova percezione ottica, psicologica e sociale. Detto questo è logico dedurre come il dadaismo desideri strappare il piacere dell'arte all'esclusivo piacere delle classi dominanti per restituire l'energia creativa ad una fruizione popolare.
Fotomontaggio di Oscar Rajlander
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Sebbene i dadaisti furono il movimento che fece sua la tecnica del fotomontaggio, dichiarando anche di averla inventata, la critica sostiene che già nel XIX secolo questa procedura era già stata creata, indicando lo svedese Oscar Rejlander come uno dei primi fotografi a farne ricorso.
Hannah Hoch: Da Dandy, 1919 |
Max Ernst: Le rossignol chinoise, photomontage, 1920 |
A proposito di supposti inventori del fotomontaggio, il poeta Aragon attribuisce questo primato a Max Ennst che in realtà pensò a questa tecnica solo nel 1919, dopo che l'artista aveva avuto tra le mani una raccolta di litografie di De Chirico intitolata Fiat Modes, fonte di una influenza metafisica che lo stesso Ernst coltivò durante il surrealismo. La prima mostra dei fotomontaggi di Ernst avvenne nel 1920 a Colonia con il contributo del Gruppo D.
Max Ernst: Murdering airplane, 1920 |
L'esposizione intitolata "Dada-Vorfruhling" (Dada prima della primavera) avvenne nel cortile di un caffè del centro e la provocazione iniziava dal fatto che per accedervi era necessario attraversare le toilette, continuando con un'attrice che accoglieva gli ospiti all'ingresso, recitando versi osceni. Entrati, i visitatori erano invitati ad utilizzare una scure legata ad una catena per distruggere una scultura di Ernst. I suoi fotomontaggi di carattere sacrilego, scandaloso e sessuale, erano appesi alle pareti circostanti, facendo infuriare il pubblico che non si accontentò di sfregiare le opere, ma devastò il locale al punto che le autorità proibirono la mostra.
Hannah Hoch, 1920 |
Raoul Haufmann: Elasticum, 1920 ( Copertina della prima fiera internazionale del Dada) |
Raoul Haufmann: Autoritratto, 1920 |
Raul Haussmann: The Art Critic, 1919-20 |
George Grosz
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Erwin Blumenfeld, Bevolkerung der Vereinigten Staaten (Popolazione degli Stati Uniti), 1921-24 |
Johannes Baargeld; Venus beim Spiel der Konige, 1920 |
Erwin Blumenfeld, Menchen mit kopf, 1921 |
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