Noir? Commedia Grottesca? Comicità surreale? l'Indefinibile natura di Ma Leute
Non passano cinque minuti di visione che il film Ma Leute ti fa pensare a una cosa estremamente banale: ma che droghe ha usato il regista per immaginare personaggi tanto singolari, affidandoli ad un cast strepitoso di attori e calandoli in una storia altrettanto eccentrica, tra il grottesco, il surreale, la commedia e il noir? Il regista in questione è il francese Bruno Dumont, che nel 2006 è stato premiato a Cannes per Flandres e che ha all'attivo eccellenti pellicole quali Camille Claudel.
Superato il primo impatto con questo suo bizzarro lavoro, via via che il film avanza nella narrazione, iniziano a svelarsi dettagli interessanti proprio dal punto di vista filmico, come ad esempio la pulizia delle inquadrature che la splendida fotografia di Guillaume Deffontaines ha reso di una delicatezza pittorica, rimandando a certi paesaggisti e a certi ritrattisti francesi coevi all'epoca in cui si svolge la vicenda. Siamo al finire della prima decade del '900 nella Baie de la Slack affacciata sulla Manica nei pressi di Calais. Dupont, tanto è visionario nel presentare una simile storia, tanto è rigoroso nel ricostruire alla lettera il clima dell'epoca, prendendo spunto dalle cartoline risalenti a quei tempi.
In questo quadro dove la natura appare meravigliosamente incontaminata, la vicenda vede una famiglia di borghesi che scopriremo incestuosi, alle prese con una famiglia di miserabili pescatori a loro volta stravaganti nelle abitudini alimentari: sono antropofagi che conducono inconsapevolmente la loro lotta di classe mangiandosi i borghesi di passaggio. Tra questi due nuclei così diversi da rendere impossibile qualsiasi comunicazione, la polizia locale che sta cercando di scoprire cosa è successo alle persone scomparse. Nessun inquirente può immaginare che sono finite con il saziare la fame dei pescatori, e prima di tutto brancola nel buio l'ispettore incaricato del caso che in quanto a fisionomia, sembra uscito da un quadro di Botero. I passaggi esposti in questo preambolo mi sembrano sufficienti, a suffragare la pertinenza della riflessione che il film suggerisce sin dall'inizio in merito ai deliri visionari del regista.
Patrice Luchini |
Tacendo su come la trama verrà sviluppata, è necessario aggiungere un'altro punto forte del film: il coraggio con cui Dumont è riuscito a dirigere i suoi prestigiosi attori, chiamandoli a recitare sopra le righe fino a trasformarsi in macchietta, in caricatura, in figurina da fumetto le cui performance mancano volutamente di verità: un modo non sense per significare come la pomposità borghese fosse già allora vittima di una decadenza di cui non voleva prendere atto. E costrette in questi panni scomodi per chiunque, emergono la strepitosa arte attoriale di un immenso Fabrice Luchini e la duttilità di una inimmaginabile Juliette Binoche.
Juliette Biboche con suo figlio e gli altri figli che Luchini ha avuto dalla moglie interpretata da Valeria Bruni-Tedeschi |
L'attrice Ralph nei panni di Billie Van Peteghem, versione femminile e maschile |
I due sono fratelli che abbandonandosi, distratti, ad una notte d'amore incestuoso hanno gettato il seme per la nascita di un bambino. Il bambino è ormai all'inizio della pubertà e ha anche lui si distingue dalle regole di catalogazione dei generi: si veste da bambina benestante ed è attratto dal proletario Ma Loute, il figlio maggiore della famiglia dei pescatori. Si aggiunge quindi un elemento romantico unito ad un ulteriore tassello tragicomico: l'omosessuale innamorato del cannibale. Ma Billie, ribellandosi al genere ed ai ruoli che questo comporta, rappresenta con tutta la sua candida dolcezza il personaggio più rivoluzionario del film in quanto sa abbandonarsi completamente all'amore come una Giulietta.
Lei conosce il suo Romeo su una riva della costa dove i pescatori, per arrotondare i loro magrissimi affari, fanno attraversare i turisti trasportandoli tra le braccia fino ad una'altra appendice della baia.
Nella fotografia dell'epoca, i pescatori portano a braccia coloro che vogliono raggiungere l'altro capo della costaa |
Ma Loute ha tra le braccia Billie |
Intanto il grassissimo ispettore Machin (che insieme al suo esilissimo collaboratore Malfoy, formano una coppia che rimanda a Laurel & Hardy) continua la sua indagine gonfiandosi ulteriormente a causa degli insuccessi delle sue fatiche, fino a volare come un palloncino, tenuto alla caviglia da un laccio manovrato dal suo assistente. Prima erano sopraggiunti nella baia i rinforzi della gendarmeria, guidati da un colonnello che si presenta sulla scena impegnato nell'interpretazione di un inno militare alla tromba, immediatamente storpiato con esilaranti spernacchiamenti.
La sagoma dell'ispettore Machin |
In definitiva, non so dire se e quanto il film sia o meno riuscito. Sicuramente ho avuto la piacevole impressione di sfogliare un vecchio libro per ragazzi con stupende illustrazioni ad acquarello, dove alla fine anche i cannibali mi sono risultati simpatici. Forse il merito sta nella imprudente leggerezza di Dumont e nella bravura di tutto il suo cast, quello dietro alla cinepresa e quello davanti tra cui figuravano molti attori non professionisti reclutati sul posto (tutta la famiglia dei cannibali, l'ispettore e il suo assistente su tutti). Una considerazione a parte va fatta per il reclutamento del personaggio androgino che ha interpretato Billie.
Bruno Dumont fra Brandon Lavieville e Ralph |
La cosa è stato alquanto complessa. Il regista ha inviato in perlustrazione nella regione la sua collaboratrice Chaterine Charrier, con la consegna di cercare il soggetto adatto. M tutti i tentativi si sono rivelati inutili, anche affacciandosi nel mondo degli omossessuali e dei transgendre. La giovane che doveva prendere i panni di un ragazzo che si traveste da ragazza è stata infine trovata su una piazza virtuale: il social Facebook! La prescelta è una ragazzina sedicenne, ex redskin, con qualche esperienza di teatro amatoriale al liceo. Anche se si è presentata a Cannes sfilando sul red carpet con gli altri attori del film, non ha voluto apparire con il suo nome e cognome, utilizzando il soprannome di Ralph con cui la conosciamo.
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