Le débat, Sarko ed il concetto di legittima difesa





Vigilia del primo turno elettorale in Francia. A Noisy-le-Sec, nella Seine-Saint-Denis, banlieue calda del nord della capitale, un uomo di 28 anni, con diversi precedenti per rapina a mano armata e ricercato per non essere rientrato in carcere puntualmente dal permesso che gli era stato accordato, muore colpito alle spalle da un poliziotto.

Secondo le regole della legge francese la condanna al poliziotto per omicidio scatta d’ufficio, attirando l’attenzione dell’opinione pubblica che nel merito si è divisa.

Sarkosy, seguendo il suggerimento del sindacato di polizia Alliance (vicino al UMP), coglie al balzo la situazione e, ripetendo quanto la Le Pen ha già inserito nel suo programma, promette di modificare il codice penale reintroducendo la norma decisa dal governo di Vichy (1943) ed in seguito abolita dopo la guerra d’Algeria (1962).

Questa norma assicurava alla polizia la copertura della “legittima difesa” nei casi simili a quello precedentemente esposto, equiparando questo beneficio a quello che già protegge il personale della gendarmeria nazionale.

Sarkosy ha sostenuto questa posizione nel suo ultimo comizio televisivo e guardando dritto nello schermo ha detto che “non si può mettere sullo stesso piano un agente di polizia mentre sta esercitando le sue funzioni e un malvivente mentre è nell’esercizio delle proprie funzioni”, motivazione che grida vendetta anche di fronte all’informativa di Amnesty International che nel 2011 ha denunciato le autorità francesi di tollerare le violazioni dei diritti umani commessi dalle forze dell’ordine, colpevoli di omicidi ma anche di torture ed altre dorme di crudeltà, inumane e degradanti.

Questo si aggiuinge come fiore all’occhiello al modello del “meraviglioso paese” sarkosiano, dove i francesi poveri di origine magrebina o africana vengono imprigionati ad ogni minimo sospetto, dove sono inventate pene indeterminate pe ri soggetti reputati pericolosi, dove gli extracomunitari clandestini vengono ingabbiati fino alla loro espulsione, dove la capienza carceraria è stata aumentata di 30.000 posti, in un’atomosfera criminologica molto diversa da quella cautelare coltivata nel rispetto dei diritti umani dai paesi democratici.

Se nella prima tornata questo curriculum non ha avuto i risultati sperati per via della protesta convogliata sulla le Pen, ci auguriamo non indirizzi su di lui molti dei voti dati al Front National e molti tra quelli che ancora oggi risultano incerti.

Certamente ieri sera, cotro ogni aspettativa, Hollande ha messo alle corde il presidente uscente senza perdere la calma e la lucidità di fronte un’arroganza ferita che via via si è trasformata nell’irritazione irresistibile a cui sono soggette le persone senza argomenti convincenti: violenza dialettica che Sarko utilizza considerandola come legittima difesa...e la questione del fatto di cronaca riportato fa ben capire che cosa sia per lui...








La sceneggiatura di un piccolo capolavoro cinematografico del 1995 come La haine, con Vincen Cassel, è ancora d'attualità.

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