Carmelo Bene, apodittico e disintegrante

Con questo post, mi auguro di far cosa gradita a tutti coloro che susciterebbero l'invidia di Carmelo Bene, se non fosse ormai entrato con tutto il corpo (morto), oltre che con le sue opere, tra i classici. 
Lui provava questo sentimento per coloro che avevano il privilegio di poter assistere ad un suo recital e, presumo, leggere i suoi libri, le sue interviste, insomma potevano approfittare del suo genio.  
L'informazione che desidero comunicare è relativa all'uscita di una preziosa monografia che è l'argomento dell'ultimo numero della rivista Panta (Numero 30, pp.415  Bompiani, 2012, 24,00 eruro).


I contributi sono di tantissimi intellettuali che nella maggior parte dei casi fanno la parte degli intervistatori di Carmelo, raccogliendo un corpus di pensieri che abbracciano tutti i temi cari  a colui che "è apparso alla Madonna", raccogliendo molto del materiale pubblcato nel corso degli anni.

Inoltre la pubblicazione, divisa in quattro capitoli, è arricchita da una sostanziosa iconografia che riguarda, nella gran maggioranza delle illustrazioni, le locandine degli spettacoli e dei film di Bene.

Come potete immaginare ogni risposta  ci propone silenziosamente di compiere un salto mentale in quella modalità di ragionamento spiazzante che ha contraddistinto uno stile irragiungibile di destrutturazione comunicativa.



Chiudo (o apro) rubando quattro tra gli innumerevoli diamanti che illuminano una pubblicazione uscita proprio nel decennale della scomparsa di Carmelo.

Sulla televisione: "la televisione propone degli ottimi programmi - matematica pura e cose di genetica interessantissime - maturalmente la notte, perchè è risaputo che l'italiano medio durante il giorno dorme."

Sui critici cinematografici: " ..ho provato a dividere i critici cinematografici in tre categorie, per comodità di classificazione. I gazzettieri, i travesti, i supermaschi. I gazzettieri sono il coro, quelli che parlano per parlare, rumore di fondo...I Travesti sono i peggiori, quelli che concepiscono la criticacome mediazione. Nani che cercano di possedere gigantesse, gente che ha della capra e del cavolo, cantautori del mai visto, spastici, convitati di pietra, sfruttatori del buio pomeridiano, alpini da pianura...e poi ci sono i supermaschi, la critica che reinventa l'opera a livello pretestuale...."

Sull'Italia: "Questo è un paese che vive su una regola essenziale, quasi un destino che ci conduce: se sai fare una cosa non devi farla"

Sul teatro: "...trovo, condividendo la fatidica frase di Niezsche, che il teatro sia un plebiscito contro il buongusto".



   

Commenti

Post più popolari