Max Linder, il primo professore di tango al cinema

Esattamente un secolo fa, il Tango è trattato per la prima volta nel cinema internazionale, entrando sulla scena dalla porta dell’umorismo. Protagonista di questo cortometraggio girato a Berlino per conto di una produzione francese nel gennaio 1914 è Max Linder (al secolo Gabriel Levielle).


       



Figlio di vigneron bordolesi, Linder si stabilisce a Parigi dopo aver abbandonato la Gironda che lo aveva visto nascere nel 1883, gli studi di medicina e quelli di diritto, seguendo la sua inclinazione per il palcoscenico che presto fu colta dal regista Lucien Nonguet , spettatore delle sue gags al Varietè dove aveva debuttato nel 1905. Su segnalazione del regista, la casa di produzioni cinematografiche Pathè Frères gli offerse un sontuoso cachet annuale di duecentomila franchi, trasformandolo nella prima vedette comica della storia del cinema.

Nello stesso 1905 avviene il suo esordio con il film La Première Sortie d'un collégien, diretto da Luis Garnier, ma il grande successo arriva con i cortometraggi che inizia a girare dal 1908. In questa serie di centocinquanta perle, interpreta il travolgente personaggio di Max, seguendo personalmente la messa in scena, con l’assistenza di registi quali il già citato Lucien Nonguet, Renè Leprince e quel Luis Garnier che molti anni dopo dirigerà i film francesi di Gardel. Solo dopo questi successi inizia ad essere protagonista di lungometraggi realizzati sia in patria che ad Hollywood, dove è stato presentato quello che si può considerare come il suo capolavoro: Sette anni di guai.



Certamente l’immediatezza esplosiva dei corti non ha lo stessa intensità nei film di lunga durata e questo ha finito per far perdere smalto alla sua comicità, propiziando un viale del tramonto conclusosi tragicamente. Accadde in un hotel di Parigi nel 1925 quando la neuropatia da cui era affetto, sembra a causa dei gas respirate durante la grande guerra, lo spinse a togliersi la vita, dopo averla tolta alla moglie ventenne, Helène Peters. Purtroppo degli oltre cinquecento film che ha interpretato e in diversi casi anche diretto, ne restano solo ottantadue che fortunatamente Maud, la figlia avuta da Helène, ha contribuito a raccogliere e divulgare.




Il contributo di Max Linder al nascente cinema muto è stato capitale sotto il profilo dell’arricchimento drammaturgico in cui gli schemi volgari del vaudeville sono sfumati in commedie leggere che hanno il dinamismo burlesco del circo e della farsa; dell’eleganza del gesto che sostituiva quello teatrale ricercando una misura espressiva più vicina al realismo; della narrazione che presentava avventure mirabolanti senza ricorrere agli inseguimenti ed alle trovate in auge all’epoca; dell’imposizione di un personaggio comico assolutamente originale che diventerà un punto di riferimento per lo Charlot di Chaplin.

In un articolo apparso sulla Tribuna del primo ottobre del '14 il critico, commediografo e scrittore romano Renato Eduardo Manganella, che si firmava Lucio D'Ambra, ne parla così: "la sua comicità era umoristica, era piena d'arguzia, fredda, composta, compassata, quella d'un «pince sans rire» che traeva il più comico contrasto dalla sua corretta tenuta di «gentleman», dalla naturalezza del suo giuoco scenico realistico e preciso nelle più pazze avventure, nelle più assurde e grottesche situazioni". 




Questo piccoletto, dandy dalla mimica elegante, vestito con frack, cilindro, bastone e guanti, ha fondato la sua comicità sull’acuta osservazione dei fenomeni di costume in voga, non trascurando quindi di occuparsi della tangomania che sta divampando a Parigi.



Il soggetto del suo corto che dura una decina di minuti, si focalizza sulla messa in ridicolo della figura del maestro che insegna a ballare il tango, innanzitutto attribuendogli nel titolo la statura di “professore”, quando già all’epoca accadeva quello che succede oggi relativamente a sedicenti maestri alquanto improbabili sotto il profilo dell’insegnamento.



La storia racconta di eleganti personaggi che scambiano Max per il professore di tango che stavano attendendo: il fantomatico personaggio, oltre a presentarsi dopo ad aver visibilmente alzato il gomito, mostra passi immaginari fino a mettersi a quattro zampe e a permettersi di sculacciare le dame. Il barone padrone di casa finirà per cacciarlo in malo modo.


C’è da aggiungere che Linder sapeva ballare il tango, tanto da  interpretarlo in un film/sketch intitolato "C’est le tango qui est la cause de ça" e presentato nell'agosto 1913 all’Alhambra, un music hall che si trovava nei pressi di Place de la Republique a Parigi. La musica del tango scelto per l'occasione era stata ideata nel 1908 dal foggiano Lorenzo Logatti, nientemeno che clarinettista nell’Orchestra del Teatro Colon.



Il titolo di questo tango che ha avuto un grande successo è El irresistibile, cavallo di battaglia dell’orchestra di Juan D’Arienzo che lo ha inciso almeno quattro volte. Inoltre, Linder aveva sperimentato personalmente l’esperienza di maestro improvvisato, insegnando a ballare alla borghesia moscovita, quando è arrivato nella capitale russa al seguito del suo film “Max, professore di Tango” di cui si parla nel post.



Per capire meglio il motivo che ha visto Berlino teatro delle riprese del film di Linder, è necessario sottolineare che nella capitale tedesca dei primi anni ’10, il successo del tango aveva eguagliato quello di Parigi, Londra e New York. Le cronache riprese addirittura dal New York Times, parlano di una città impazzita per il tango e di conseguenza di una fioritura di maestri che impartivano lezioni di ballo facendo letteralmente fortuna.



Addirittura è certo che diverse ragazze provenienti dalla high society, praticassero questo mestiere di insegnanti, proprio per amore del tango e sottraendosi alla distanza che le aveva sempre divise dal lavoro. Questo interesse dimostrato dalle classi alte ha il suo esempio eclatante nella Contessa von Schwerin Lowitz, moglie del conte Schwerin presidente del Parlamento prussiano. Lei, insieme al marito ed al barone von Platen, organizzava di un tè tango nella residenza ufficiale.





Ecco che il quadro sociale desumibile è esattamente quello osservato dal comico francese al suo arrivo a Berlino: alta borghesia e nobiltà che fremono per prendere lezioni di tango e incappano in professori maldestri di terza mano. A questo proposito l’insegnamento non aveva come protagonisti gli esperti maestri argentini che sono stati i protagonisti della renaissance del tango dagli anno ’80, ma soprattutto ballerini di tango provenienti dal mondo anglosassone e soprattutto dalla nutrita comunità statunitense, portatori di un tango che oltre a essere truccato di un pudore che lo snaturava, aveva tutti i colori del pittoresco. In qualche modo la stessa cosa succedeva a Parigi dove gli insegnanti erano per lo più francesi, almeno fino alla fine della prima guerra mondiale, che mantenevalo dall'originale solo la postura dell'abbraccio ricreando passi d'occasione.



Il vivacissimo fenomeno arrivato ad entusiasmare anche il Kaiser, è stato proprio dallo stesso Wilhem II° proibito all’inizio delle ostilità della prima guerra mondiale a partire dagli ufficiali dell’esercito a cui era fatto divieto di frequentare le feste da ballo in uniforme, fino alla censura sui dischi, sugli spettacoli di teatro, sulle serate danzanti, sulla pubblicità attraverso cui venivano proposte le lezioni sui giornali dell’epoca.

Quindi il film di Linder riuscì ad essere proiettato in un cinema berlinese il 20 marzo 1914, dopo il debutto provinciale all'Eden Cinèma Pathè di Marsiglia (6 febbraio) e quello nella capitale francese al Cinéma Demours (27 febbraio).

Il 28 giugno cì fu l'attentato di Sarajevo e il primo di agosto la germania dichiarerà guerra alla Russia in un escalation che coinvolgerà quasi tutti i paesi europei.

A Berlino le poche opportunità di ballare il tango erano ristrette alla elitè ammessa alle serate da ballo dell’ambasciata americana, dove per ragioni diplomatiche le disposizioni dell’Imperatore potevano essere infrante senza conseguenze.

Dopo qualche mese di una guerra che consumava ogni giorno una carneficina, le cronache di Berlino annunciavano che Max Linder, regolarmente arruolato nell'esercito dei nemici francesi, era morto durante la battaglia di Aisne. 

Non fu così, perché in realtà Linder è stato congedato per aver subito gli effetti dei gas tossici e appena guarito, vista la sua eleganza e i suoi modi signorili, ricevette un incarico diplomatico in Italia dove aveva il compito di convincere il governo ad entrare in guerra.

La fama di Linder era già arrivata a Buenos Aires e nel 1914 Roberto Firpo registra il tango Max Linder composto nello stesso anno da M.C.Firpo. Questo tango non ha avuto un successo duraturo ma all'epoca, la sua partitura è stata diffusa in vari paesi arrivando persino in Russia con la pubblicazione dell'editoriale Evterpa di St. Pietroburgo.

















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