TRISTANOIL A KASSEL CON BALESTRINI
Tristanoil è un film di Nanni Balestrini (video Giacomo Verde), realizzato attraverso l’appropriazione di scene di catastrofi, giochi di borsa, notiziari, frammenti di Dallas, cartoon, guerra, lusso e discariche. Le spaventose sequenze verbo-visive, vivaci e atroci, si rimixano all’infinito, attraverso un algoritmo, che genera nuove combinazioni. Tristanoil è il flusso di un sogno ininterrotto senza veglia nel quale Balestrini scarnifica il sistema nervoso del mondo e lo mostra crudo e vivo, denunciando la distruzione del pianeta attraverso il saccheggio delle sue risorse naturali, di cui il petrolio è il simbolo principale. La danza mortifera della patina oleosa di petrolio, oggetto di infezione planetaria, permea l’orizzonte rivelando la maleodorante falsificazione della realtà. In un bar tedesco del dopolavoro ferroviario, su un monitor, viene trasmesso un frammento di Tristanoil, il film che non finirà mai, che gli è sopravvissuto e sopravviverà anche a noi. È il 19 giugno 2012, il bar è a Kassel in uno degli otto siti che ospitano DOCUMENTA (13), che in questa edizione ha coinvolto oltre trecento partecipanti.
Nanni, invitato dalla curatrice Carolyn Christov-Bakargiev alla rassegna creata da Arnold Bode, siede ironico davanti a un caffè, mentre il suo film reso possibile dal software ideato da Vittorio Pellegrineschi, scorre durante tutta la manifestazione per la bellezza di circa 2400 ore! Il film più lungo della storia che utilizza la tecnica del cut-up (smontaggio-montaggio-rimontaggio) inserendo spezzoni di serie tv americane anni ’70, Wall Street mediata dalla CNN, una piattaforma petrolifera incendiata in mezzo all’Oceano, news di disastri ecologici, immagini delle favelas e innumerevoli episodi di cronaca, è pilotato dal programma di Pellegrineschi che lo struttura articolando circa 150 capitoli della durata di dieci minuti, in cui tutte le sequenze video vengono continuamente rielaborate. Alle immagini, il suono di Morgan Bennett mescola il testo di Tristano, il romanzo realizzato con intento provocatorio e indipendentemente da questo utilizzo da Balestrini che per l'occasione presta la sua voce al procedimento narrativo basato su un flusso verbale ininterrotto accompagnato al video affidato a Giacomo Verde, ma sovrapponendolo a voci televisive e con parole frammentate che non sono comprensibili.
La modalità con cui nel 1964 è stato realizzato il romanzo Tristano, parte dalla disgregazione della trama e dei personaggi, mirando a una ricomposizione casuale e unica, con un risultato combinatorio. L’ambizione di quest’opera letteraria era quella di sfruttare la tecnologia di un calcolatore elettronico (il prototipo degli odierni computer) per combinare un medesimo testo di base e generare un libro di cui non esistesse una copia uguale all’altra. Il sogno di contrastare la stampa come tecnica di riproducibilità infinita si scontrò con i limiti delle tecnologie allora disponibili, che non rendevano possibile il fatto di avere copie uniche dello stesso libro. Solo nel 2007 la stampa digitale ha reso possibile la pubblicazione di Tristano nella sua forma originaria, quella di un libro che nega il meccanismo della riproducibilità meccanica e che avvicina l’oggetto-libro alle forme della natura. Questa procedura ha creato il prodotto letterario che prefigura la sua successiva trasformazione in filmato. Due giorni dopo la chiusura dell'evento di Kassel durato 100 giorni, il filmato sarà riproposto a Milano presso la Galleria Marconi
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