Nuova produzione: Dieci domande a Majakovskij!
DIECI DOMANDE A MAJAKOVSKIJ
Caleidoscopio cubofuturista
Di Franco Finocchiaro
Con
Paolo Agrati, voce recitante
Massimo Valdina, percussioni
Franco Finocchiaro, contrabbasso
La Rivoluzione Russa ha 100 anni! Incarnazione
dell’Utopia di un mondo in cui i diritti dell’uomo siano finalmente universali,
la sua traiettoria ideale è fatalmente andata in collisione con una realtà che
ha messo in campo tutte le sue armi per restare sommariamente uguale a quella
che era. Certo molte cose sono cambiate da allora e milioni di uomini, anche
senza averne coscienza, hanno potuto beneficiare delle posizioni conquiste
dalle lotte fondate sulla teoria marxista e sulla strategia leninista.
A casa dei Brik: Majakovskij, Varvara Stepanova, Osip Brik, Lilja Brik...foto di Alexandr Rodchenko nel 1928 |
Negli
anni dell’incubazione rivoluzionaria, in quelli della sua nascita e in quelli della
sua giovinezza, la Poesia ha avuto un ruolo straordinario annunciando il mondo
nuovo attraverso una poetica radicale come un tabula rasa. Il fenomeno ha riguardato tutti gli “ismi”
che nell’urlare la loro posizione d’avanguardia rispetto ai consolidati sistemi
della cultura borghese, sono diventati la voce di un’arte eversiva, dove
l’obiettivo classico della bellezza era programmaticamente sostituito con una
ricerca concettuale eccentrica.
Uno dei manifesti pubblicitari di Majakovskij per la manutenzione delle strade |
In Russia questi esperimenti furono appannaggio
di un Futurismo certamente diverso da quello dei seguaci di Marinetti in
Italia. In questo quadro avanguardista
si colloca l’opera poetica e teatrale di Vladimir Majakovskij che il poeta ha
messo al servizio della Rivoluzione, cantandone gli eroi e i capisaldi teorici
su cui si fondava. Presto, purtroppo si
accorse che l’entusiasmo dei primi anni della repubblica, in cui i suoi versi
erano acclamati, era virato in un atteggiamento critico da parte dei vertici
del Partito: da incensato “poeta operaio”, si ritrovava ad essere ritenuto
solamente un “compagno di viaggio”, qualifica che mal celava i sospetti nutriti
nei suoi confronti. In tutto questo,
giocavano un ruolo importante le sue
imprese amorose, vissute su basi libertarie e libertine.
I saggi imprescindibili! |
Lo spettacolo “Dieci
domande a Majakovskij”, dipinge uno dei possibili ritratti del Poeta
sottolineando tutti questi aspetti, in cui la sua vita privata si incrocia con i
personaggi e gli eventi della storia, con le loro utopie e le loro
disillusioni. La trama della narrazione parte da un avvenimento realmente
accaduto, in cui Majakovskij durante una sua turnèe di reading nelle provincie,
si è messo a disposizione per incontrare un gruppo di operai che non avevano
trovato posto per l’appuntamento previsto
in una Casa del Popolo gremita all’inverosimile. Gli operai sono chiamati a elencare dieci
domande a cui il Poeta risponderà in quel pomeriggio d’inverno.
Majakovskij con il suo Scottie |
Lo spettacolo è strutturato in un tempo unico, con monologhi
scritti da Franco Finocchiaro e liberamente tratti dai poemi majakovskijani, a
cui si alternano e/o si sovrappongono gli interventi musicali. Mentre Paolo
Agrati interpreta i testi utilizzando tutta una varietà di soluzioni sonore sottolineandone
il carattere, la musica di Massimo
Valdina alle percussioni e Franco Finocchiaro al contrabbasso, è completamente
improvvisata, partendo dalle impressioni emozionali evocate dal testo: per
questo ogni recita ha un carattere di irripetibilità. Insomma un caleidoscopio
di soluzioni che vanno da momenti struggenti di melodismo ad episodi di
vulcaniche esplosioni sonore, reinventando la temperie cubofuturista, in empatica
sintonia con il vertiginoso spirito majakovskijano.
Così si presentava il corpo del poeta dopo il suicidio |
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