Gli amici di JC 4: Juan Josè Arreola e il cuento
Julio Cortazar è così impressionato dai racconti
ricevuti Juan Josè Arreola che quando si decide a scrivergli, informa lo
scrittore messicano di averli letti, di aver riletto i suoi preferiti e infine di
averli superletti, ovvero averli letti nel ricordo.
Juan Josè Arreola ritratto dall'amico e scrittore Juan Rulfo |
La lettera che gli invia è
una specie di breve saggio sull’importanza spesso trascurata del racconto. Cortazar
rivendica il “cuento” come genere autonomo rispetto al romanzo, ipotizzandolo come
“una specie di parapoesia”, tecnicamente diversa dalla formula dei “racconti
poetici” che a Julio “fanno più orrore della febbre gialla”. Questa inclinazione per il racconto è il comun
denominatore tra Cortazar e Arreola che, tra le altre cose, fu il raffinato e
curioso editore della prima edizione di Final del juego (1956) di Cortazar, opera
inserita all’interno della collana Los presentes in cui compaiono anche i primi
libri di Carlos Fuente e Elena Poliatowska. Anche in questa veste di editore
Arreola mantiene il suo stile rigoroso e creativo, elaborando le pubblicazioni
con pochissimi mezzi e in una maniera per così dire artigianale. Sia la serie
Los Presentes che i successivi Cuadernos del Unicornio, uscivano in tirature
limitatissime estranee all’usuale mercato commerciale e anche ai vincoli legali imposti a qualsiasi
pubblicazione regolare.
Los Cuadernos del Unicornio |
Il suo ambito di vendita era ristretto a conoscenti ed
amici che in larghissima misura appartenevano all’elitè degli scrittori, degli
artisti e degli intellettuali. Evidentemente per vivere e produrre le sue
collane e le riviste quali Eos, Pan e Méster, Arreola era prevalentemente
correttore al Fondo de Cultura Economica che pubblicò in un unico volume
Confabulario (edito in Italia nel 1993 da Giunti nella collana Zanzibar) e
Varia invenciòn: proprio i testi che giunsero tra le mani di Julio.
Varia invenciòn (1949) è la prima raccolta di Arreola (in precedenza aveva dato alle stampe una plaquette inclusiva di due racconti e intitolata Gunther Stapenhorst, (1946) dove l'autore tratteggia le linee formali di quella che sarà la sua scrittura, anche se solo in seguito si perderanno le convergenze con la tradizione letteraria. In sostanza la posizione dello scrittore messicano è quella di un mago che gioca a mescolare i generi giungendo all’ibrido alluso nel titolo che ha fatto scrivere a Borges "ese titulo podria acabar el conjunto de su obra" Già in questo esordio emerge la splendida articolazione di giochi di scrittura elegantissimi e comunque spogliati dalla vanità di fioriture inutili; l’armonia e la vivacità delle immagini che fanno cadere le frontiere tra la realtà e la fantasia; la sua indole poetica unita dall’humor che nasce dalla sua visione tragica del mondo.
E’ la nascita di un genere letterario che si chiama appunto "varia invencion” e si radica nell’apertura, nell’ipertestualità, nella fusione di generi. Ad esempio “El cuervero” che Cortazar cita in quanto lo trova capace di essere “così piacevole per un argentino che resta meravigliato dai giri di frase e dalla plastica della lingua parlata dai messicani”, è un racconto che si iscrive nella letteratura sociologica e più specificatamente in quella antropologia sociale molto in voga verso la metà del ‘900. Confabulario (prima edizione del 1952) è la seconda pubblicazione di Arreola, un’opera in divenire che nelle successive tappe editoriali ha visto alcuni racconti eliminati ad altri aggiunti, divenendo un breviario sempre più compatto di satira sagace e critica sociale impregnata di libertà.
I temi esposti con una superba maestria linguistica, riflettono la
meschinità del comportamento umano, e a oltre sessant’anni di distanza,
mantengono freschissima la loro attualità. La forma è varia e passa dalla
favola al poema in prosa, dalla cronaca al racconto o al divertissment. Tra i vari titoli di racconti citati,
Cortazar sottolinea El rinoceronte che secondo lui ha “un incipit perfetto” a
produrre quello “straniamento” per cui “il passaggio all’interno del racconto è
fulminante”.
Illustrazione di El rinoceronte |
Ecco il primo indimenticabile passaggio:
“Durante diez años luché con un rinoceronte; soy la
esposa divorciada del juez McBride. Joshua McBride me poseyó durante diez años
con imperioso egoísmo. Conocí sus arrebatos de furor, su ternura momentánea, y
en las altas horas de la noche, su lujuria insistente y ceremoniosa. Renuncié
al amor antes de saber lo que era, porque Joshua me demostró con alegatos
judiciales que el amor sólo es un cuento que sirve para entretener a las
criadas. Me ofreció en cambio su protección de hombre respetable. La protección
de un hombre respetable es, según Joshua, la máxima ambición de toda mujer.Diez
años luché cuerpo a cuerpo con el rinoceronte, y mi único triunfo consistió en arrastrarlo
al divorcio”.
Prima edizione di Bestiario |
Ma un altro rinoceronte comparirà tra le pagine di
Arruela, questa volta incasellato nel suo Bestiario del 1958, titolo omonimo
alla raccolta di racconti che Cortazar ha pubblicato nel 1951. Questa volta si
tratta della descrizione di un animale
vero e proprio che si conclude però con il sintetico ricordo della bella
leggenda dell’Unicornio vinto da una “virgen prudente”. L’amore trasfigura
questo animale carnale in una graziosa gazzella e il suo “corno ottuso di
aggressione mascolina si trasforma in uno snello avorio laico”.
Tornando alla biografia di questo “arbol de palabras”
(Cortazar), la sua nececessità esistenziale lo ha costretto a fare ogni tipo di
lavoro. Tra questi mestieri, quello dell’attore l’ha praticato con continuità ma
senza il successo necessario a trasformare la sua vocazione in professione. Nella
sua costante ricerca di un lavoro per sostenersi senza rinunciare alle proprie
attitudini, uno degli incarichi più invidiabili fu quello di segretario
particolare nei viaggi di Pablo Neruda.
Arreola actor |
Questo “autodidacta cum laudem” che
diventerà una delle personalità letterarie messicane più riconosciute a livello
internazionale, gioiva anche dell’amicizia e della stima di Gabriel Garcia
Marquez che durante una visita a Fidel Castro disse” Te presento Juan Josè Arreola, que es el esctitor que mas
me gusta, depués de mi”.
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