Amici di JC 7: Damian Bayon, la critica come arte



Damian Bayon

Il trasferimento in rue Pierre Leroux 24 bis, nel settimo arrondissement,  richiede a Cortazar una serie di lavori di ristrutturazione che lui stesso si incarica di fare, utilizzando anche il martello che come lui scrive in una lettera a Damian Bayon "sembrava diventare di gomma quando cercavo di piantare dei chiodi, ed era invece di acciaio inossidabile quando mi schiacciavo le dita". 



Ma, passato il peggio, l'atmosfera della nuova casa torna ad essere ospitale consentendo ai padroni di casa di riprendere le loro consuete attività. Per coglierne le luci, i profumi e il placido scorrere del tempo in questo appartamento appena riverniciato,  basta riflettere su un dettaglio che Julio commenta nel momento in cui sta terminando la risposta epistolare all'amico Damian: Aurora sta traducendo l'introduzione di Mario Solmi inerente ad un album su Masaccio (!!!). E Damian Bayou era l'interlocutore ideale a cui confidare questo quadretto familiare, per farlo gongolare di piacere e di invidia, in quanto la sua principale attività era quella di critico e storico dell'arte, anche se i temi prediletti del suo studio erano circoscritti al latinoamerica. 




Anche lui era entrato a far parte della comunità argentina rifugiata a Parigi tra gli anni '50 e gli anni '60, occupandosi di presentare artisti latinoamericani contemporanei tra i quali Alicia Penalba,  Julio Le Parc, Eduardo Jonquieres, Antonio Segui e Roberto Matta. 


General! La patria agradecida 1810-1968.

Questi ultimi due realizzarono "General! La patria agradecida, 1810-1968", un imponente murales all'interno della Maison d'Argentine che si trova nella Citè International Universitaire dal 1928 e fu propiziata da una donazione dell'imprenditore argentino Otto Bemberg (il creatore della birrificio Quilmes). 




Il contesto in cui questa opera voleva denunciare e ripudiare il sistema repressivo argentino instaurato con il golpe del '66, era quello dell'occupazione avvenuta durante i fatti del maggio '68, in cui gli studenti sudamericani ebbero un ruolo molto attivo e, tra le altre cose ribattezzarono l'austero edificio "Pavillon Che Guevara". 



Tra i documenti prodotti in quelle febbricitanti giornate di lotta dal Comitato d'Occupazione, il manifesto intitolato "Un groupe d'étudiants argentine..." è firmato da una lunga lista di intellettuali tra i quali oltre a Julio Cortazar (che appena giunto a Parigi, nel 1951, fu ospitato dalla Maison d'Argentine) e Damian Bayon, figuravano nomi universali quali quelli di Jean Luc Godard e Jean Paul Sartre, Michel Butor e Michel Leiris, Simone de Beauvoir e Carlos Fuentes, Mario Vargas Llosa e Alain Jouffroy. 


Questo documento era tra quelli esposti durante alcuni mesi del 2014 nella curatissima mostra "Julio Cortazar - Damian Bayon. Argentinos de Paris", organizzata a Santa Fe (Granada) presso l'Istituto de America dove c'è la sede del Centro de Estudios Damian Bayon. Questo Centro è stato fondato dopo che Bayon ha donato la sua biblioteca e il suo archivio s Santa Fe dove nel 1984 ha trascorso l'estate seguendo i corsi della Università di Granada.


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