Amici di JC 9: Perla Rotzait, poesia e toga


A Buenos Aires l’appartamento di Perla ed Enrique Rotzait, in calle Libertad, era un luogo accogliente che periodicamente vedeva riunioni di amici per lo più appartenenti all’ambiente culturale della metropoli. 

Perla Rotzait

Una lunga lista di invitati tra i quali Olga Orozco, Alejandra Pizarnik, Alberto Girri, Leonor Vasena, Damián Bayón,  Elizabeth Azcona Cranwell, Lea Lublin, María Granata, Miguel Ángel Asturias, Nicolás Guillén, Toño Salazar, Chichita e Italo Calvino, Ricardo Baeza, Luis Seoane, María Teresa León, Rafael Alberti e quel León Ferrari che in seguito si trasferirà a Milano ed illustrerà le 360 copie dell’edizione italiana (1964) di Escrito en el Aire che Rafael Alberti ha pubblicato per i tipi del mitico Vanni Scheiwiller nella celebre collana "All'insegna del pesce d'oro". 


Escrito en el aire. 9 poemi inediti per 9 disegni di León Ferrari. Milano;
All´Insegna del Pesce d´Oro, 1964; 360 copie numerate; formato17x25 cm. 

Tra gli intimissimi di Perla e del marito Enrique, pioniere dell’architettura industriale argentina, figuravano Aurora Bernadez e Julio Cortazar che nella loro ultima visita a Buenos Aires furono ospitati da questa coppia d’amici per scongiurare il presumibile assedio di giornalisti, editori, scrittori e tutta una larga platea di fans. 

Es un largo camino, 1991

Per capire a cosa sarebbe andato incontro Julio, basta leggere la nota che Ezequiel Martínez ha scritto sulla rivista Ñ: “Ocurrió el 4 de diciembre de 1983. Oscurecía cuando Julio Cortázar salió de un cine sobre la avenida Corrientes, donde había ido a ver No habrá más penas ni olvido, basada en la novela de su amigo Osvaldo Soriano. Llevaba menos de una semana en Buenos Aires, casi de incógnito, después de una década de ausencia forzosa. Al salir del cine, la avenida estaba bloqueada por una manifestación a favor de los derechos humanos. Entonces sucedió lo que sigue, según el testimonio del periodista Carlos Gabetta en el libro Cortázar por Buenos Aires, Buenos Aires por Cortázar de Diego Tomasi, que acaba de editar Seix Barral: “Había cantos, gritos, tambores, y en medio de esos sonidos se filtraba una especie de relámpago. Era el flash de la cámara de un fotógrafo que había reconocido la figura del barbudo escritor de casi dos metros. Entonces los flashes se multiplicaron, y la marcha se detuvo. Dice Gabetta: ‘Muchos empezaron a acercarse para saludarlo a Julio. Gritaban ¡Está Cortázar!, y se le tiraban encima. Empezaron a abrazarlo, a besarlo. ¡Julio, volviste!, le decían. Cantaban ¡Bienvenido, carajo! Entraban a las librerías a buscar libros de él, y se los traían para que él los firmara. Hasta hubo una persona que le trajo uno de Carlos Fuentes, porque no quedaban más de él. Yo lloraba, apoyado contra la pared del cine’”.  

La padrona di casa proveniva da una famiglia ebraica agiata e esercitava la professione di avvocato coltivando anche la passione per la poesia. 



Cuando las sombras, 1961

E fu l’incoraggiamento di Rafael Alberti a farle decidere di pubblicare la prima raccolta (Cuando las sombras, 1961) che il poeta spagnolo aveva raccomandato all’amico editore Gonzalo Losada affinchè entrasse nel suo catalogo, partecipando personalmente all'edizione con una introduzione in forma di poema e con il disegno da utilizzare come immagine in copertina. 

Xilografia di Lidia Mabel inserita nel libro Quieras que no, 1978

Alberti viveva a Buenos Aires, come tanti altri autoesiliati spagnoli in fuga dal franchismo, e Perla lo andava a trovare ascoltando sempre in silenzio le conversazioni dei suoi ospiti. In una di queste occasioni, un invitato ha iniziato a parlare di Camus in maniera molto critica, suscitando una furente reazione di Perla che finalmente ha preso la parola lasciando sbigottito Rafael. 



Puertas que se abren, 1996

 Il poeta gli chiese se  questa competenza critica era la conseguenza di un interesse letterario praticato con la scrittura. Così la Rotzait che diceva agli avvocati di essere poetessa e ai poeti di essere avvocato, confidò di scrivere poesie facendo leggere all’illustre amico i versi che compariranno nella sua prima raccolta.  

La seduccion, 1975

A questo esordio seguirono altre tredici raccolte e nel 2006 un’antologia completa dei versi scritti fino allora. Nonostante il suo cenacolo e la sua attività editoriale, la poetessa è sempre rimasta ai margini di qualsiasi movimento o gruppo letterario. Lei stessa ha giustificato questa posizione dicendo: “escribo simplemente por una razón, lo necesito”. Questa necessità ha disegnato una lunga parabola, silenziosa ed insieme eloquente, mossa da un palpito mistico che esprime il sentimento della morte e la premonizione dell’assenza. 

El temetario, 1965


Dai primi agli ultimi versi, Perla impiega una proteiforme gamma formale che la allontana dagli stereotipi convenzionali, facendo scrivere a Mirta Rosenberg: “la poesía de Rotzait puede crecer sin desbordes hasta hacerse extensa y conquistar de punta a punta el blanco de la página sin volverse prosa, sin sucumbir a la voluntad de narrar in extenso. 


Todo se ha dicho, 2002

Puede arder en la folgata lirica y volverse puro pensamiento o cosa a secas prescindiendo de adjetivos, abrirse al centelleo àureo de los universales o concentrarse en la arida materia empobrecida del lenguaje cotidiano de una sociedad que ha olvidado los nombres que dan vida a las cosas". 

Ma a queste riflessioni Perla rispondeva dicendo: "Un poema es una flor que no necesita razones para vivir. Explicar un poema es quitarle creatividad, misterio y viveza. Creo que es un pecado explicar la poesía”.




Il titolo di questa raccolta del 1999, è stato
ispirato da un poema di Paul Celan

In una lettera che Julio le indirizza chiamandola affettuosamente "mostriciattolo", racconta il suo desiderio di ospitare lei ed il marito e trascorrere insieme un periodo "in quell'enorme follia che è Parigi", pregandola di confermare la loro visita "per ordinare orchidee, prenotare la banda e scrivere un discorso di otto pagine a corpo sedici, in versi". 


Poema in prosa, finalista del concorso “Sudamericana” del 1967
che aveva nella giuria Leopoldo Marechal e Gabriel Garcia Marquez

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