La rivolta contro la Loi Travail francese in oltre 400 immagini

Le fotografie raccolte in questo post,nel periodo che va dal 31 marzo a oggi, commentano da sole la determinazione con cui il movimento di studenti, lavoratori, disoccupati, precari raccolti in Nuit Debout, stanno combattendo in tutta la Francia una fondamentale battaglia. L'obbiettivo è spingere il governo socialista (sic!!!) a ritirare la nuovissima legge sul lavoro che ancora una volta mina i diritti dei salariati in nome del profitto. Da due mesi esatti, di giorno e di notte le città transalpine sono state teatro quotidiano di assemblee, manifestazioni e scontri che le foto di seguito testimoniano. In Italia il job act è passato sollevando qualche protestuccia inconcludente, accolto con una moderata soddisfazione dalla confindustria e dal mondo dell'impresa: questi ultimi avrebbero voluto avere una legge ancor più liberale per manovrare a proprio piacimento le relazioni con il capitale umano. Speculando senza vergogna sulla fame di lavoro causata da una disoccupazione reale spaventosa, il governo ha insistito nel presentare questo provvedimento come la grande e unica occasione di sostegno alle politiche sul lavoro. Invece è una cocente sconfitta sul piano dei diritti sindacali: una sconfitta che i cugini d'oltralpe non accettano, facendo tutto il possibile per scongiurare l'attuazione definitiva di una legge che ha molti aspetti in comune con la riforma italiana. La faccenda è che, al contrario che in Italia, in Francia il sindacato riesce a mobilitare una massa adeguata di lavoratori e non disdegna di ampliare la base della lotta ai movimenti degli studenti, oltre che ad altri soggetti quali i precari e i disoccupati.  

      

Nuit debout, che in paesi come la Spagna e la Grecia è riuscita a tessere una connessione internazionale, finora non sta riscuotendo  la stessa curiosità nel nostro paese e tutti i mezzi di informazione si guardano bene da mettere in rilievo la mobilitazione francese di cui è protagonista. Negli ultimi giorni categorie importanti come quelle del trasporto in tutte le sue declinazioni hanno indetto scioperi che stanno paralizzando il paese e riportando l'atmosfera del maggio 2016 in una versione contemporanea del maggio 1968: anche in quell'occasione la determinazione degli scioperanti e la connessione con gli studenti, costrinsero il governo a ridimensionare a sua azione. Holland giura di non piegarsi e attua una strategia ovvia ma pericolosa: dividere il fronte sindacale cercando di far accordi con le singole categorie. Ma siamo alle prime tappe di una lotta che preannuncia un impatto significativo sugli Europei di Calcio in programma da metà giugno. Di tutta questa bagarre transalpina, in Italia giunge qualche notiziola qua e là, aldilà dei dettagliati gli articoli sul Manifesto, e di alcuni brevissimi passaggi su alcuni telegiornali. Così perderemo anche quel disonorevole settantasettesimo posto in cui siamo precipitati per quel che riguarda il livello di libertà di stampa italiano, a seguito delle rilevazioni dell'organizzazione Reporters sans Frontieres apparse nell'aprile di quest'anno.


























































 





































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































 El-Khomri, il 37enne Ministro del Lavoro francese

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