Marchesi si nasce! E Marcello lo nacque.






Il numero 32 del quadrimestrale Panta, fiore all'occhiello dell'editoria italiana in tema di periodici culturali, ha dedicato le sue 534 pagine all'umorista milanese Marcello Marchesi, arricchendo i diversi saggi che ne parlano con un corposo zibaldone iconografico. Il ricordo di questo poliedrico personaggio, nato figlio illegittimo nella centralissima Via della Spiga e diventato prototipo di un'Italia del secondo novecento profondamente cambiata nei costumi, è organizzato in capitoli focalizzati sulle sue diverse attività. 





Il suo curriculum lo registra spaziare dalle canzoni agli slogan pubblicitari per Carosello, dalle sceneggiature e regie cinematografiche al teatro di varietà, dalla radio alla televisione, dal giornalismo ai libri, sempre con uno spirito acuto che lo metteva sullo stesso piano virtuoso di  intellettuali eccentrici quali Ennio Flaiano, con cui condivideva la stessa verve aforistica, o Leo Longanesi che tra le altre cose lo pubblicò sulle pagine del suo Omnibus. 


redazione bertoldo
La redazione di Il Bertoldo nel 1937, da sinistra a destra. In piedi, Giovanni Guareschi, Carlo Manzoni, Mario Barzi, Angelo Frattini, Marcello Marchesi, Giovanni Mosca, Dino Falconi; seduti, Giuseppe Marotta, Vittorio Merz, Andrea Rizzoli; in primo piano, Mario Ortensi e Walter Molino

Naturalmente le sue imprese sono state all'altezza della sua freschezza umoristica, a partire dalle prime pubblicazioni su Il Bertoldo, diretto da Cesare Zavattini (per le edizioni di Angelo Rizzoli che desiderava aprire a Milano una rivista simile alla romana Marc'Aurelio che aveva un grande successo) dove nel '36 pubblicava la sua prima freddura: "Io non credo all'amore a prima vista. - Scettico? - No: miope"). 

Quaderni e quaderni d'appunti...


In seguito arrivarono le collaborazioni con Totò, Vittorio De Sica, Walter Chiari, Ugo Tognazzi,... Dai suoi libri, anche i più minuscoli, traspare un concentrato di intelligenza satirica che tutt'oggi non ha avuto eredi all'altezza. Fortunatamente questa sua attitudine all'umorismo è riuscita a diventare una professione a scapito di quella dell'avvocato che avrebbe dovuto coltivare in seguito alla sua laurea in legge. Ma, al momento buono di esercitare, Marchesi racconta che al suo primo intervento davanti al giudice conciliatore, smarrì la cambiale sulla quale verteva la causa, e questo lo spinse a chiedersi: segno premonitore? 



Nel 1963, quando aveva 51 anni, la sua figura  rimasta sempre nell'ombra, sale alla ribalta nella rivista Signore di mezz'età che lo stesso Marchesi aveva firmato con Camilla Cederna e Gianfranco Bettetini. Il suo personaggio con baffi, occhiali, cappello, impermeabile e ombrello, incarnerà attraverso l'umorismo  un signore di mezz'età spaesato in un presente dove si sta affacciando una nuova generazione che propone costumi diversi dai suoi. 




Con le vedette della rivista Il Signore di mezz'età

Ed è con questa maschera che giungerà anche il suo approdo in televisione, facendolo divenire un'icona della nascente cultura pop nazionale. Contemporaneamente continuava il suo lavoro tra le quinte con un grande successo per quel che riguardava gli slogan creati per l'industria e trasmessi a Carosello, una vera e propria trasmissione di educazione al consumo che la pubblicità ha indirizzato verso il sorgente benessere della nuova classe media.  Marchesi, che nutriva una particolare ossessione per la morte, morì nel luglio del 1978 in una situazione che se non fosse finita così tragicamente, potrebbe definirsi che comica. 

Uno degli celebri slogan di Marchesi

L'ex "uomo di mezz'età" si trovava a San Giovanni Sinis una località sul meraviglioso mare della Sardegna, e battè la testa contro uno scoglio a causa di una spiritosa capriola fatta per far divertire il figlio che allora veva un anno. Non morì, come desiderava, almeno secondo una delle sue gag: "desidero morire tra gli agi; vorrei che di me si dicesse: come è morto?...gli è scoppiato il portafoglio". 


Un film creato dall'inseparabile sodalizio tra Vittorio Mertz e Marcello Marchesi


Se non fosse affogato rapidamente nell'acqua bassa che accarezzava lo scoglio, avrebbe sicuramente coniato una delle sue battute fulminanti per commentare l'incidente. Magari un'ulteriore riflessione sulla morte da aggiungere a quella riportata in precedenza, alla celebre  "l'importante è che la morte ci trovi vivi" o alla meno conosciuta "se ti assenti quindici giorni succede un casino, se muori non succede niente". 




Fortunatamente nel suo caso qualcosa è successo e la pubblicazione di questo numero monografico della rivista di Bompiani ne è un eloquente esempio. Insieme al riconoscimento e alla memoria del personaggio, i saggi a lui dedicati riscoprono il quadro di un'Italia analogica del boom economico che la sagacia di Marchesi ha saputo cogliere nei suoi aspetti più comici con esilaranti slanci paradossali, a bassa temperatura. Di seguito un florilegio di freddure raccolte tra quelle che giocano con certe frasi conosciutissime trasformandole con genialità.

Burocrazia: bolli, bolli, sempre bolli, fortissimamente bolli.

Meglio tordi che mais.

Dimmi con chi vai e ti dirò se vengo anch'io.

Chi va piano va sano e viene tamponato poco lontano.

Ogni rovescio ha la sua medaglia.

Tra il dire e il fare c'è una busta da dare.

In chiusura alcuni sintetici bozzetti di personaggi conosciuti:

Aldo Moro: il Dottor Divago

Giulio Andreotti: chi non muore si risiede

Mike Buongiorno: tutto è perduto fuorchè l'ospite d'onore

Umberto Eco: la pietra di Pappagone della cultura italiana

Dacia Maraini: la penna montata

Jean Paul Sartre: Voltaire a sinistra

Ubaldo Lay. un impermeabile vestito da uomo

Marcello Mastroianni: Marlon Blando

Marchesi versione Grucho Marx

Uno dei saggi pubblicati in Panda, fa emergere un episodio che apre un inquietante interrogativo sulle posizioni politiche di Marcello Marchese. Il pezzo firmato da Gianni Bongioanni, ricorda l'esperienza condivisa con Marcello Marchesi in Radio Tevere, tra il giugno del 1944 e la Liberazione. La radio in questione funzionava come secondo canale di Radio Salò, scimmiottando Radio Londra con Carletto Manzoni, trasmettendo musica jazz e varietà con attori che sarebbero divenuti famosi:tra i quali Walter Chiari, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman. Dopo la liberazione Marchesi fu processato e con l'accusa di collaborazionismo condannato, con una pena che scontò nel carcere di Bresso fino al settembre del 1946 quando un celebre discorso di Togliatti a Bologna sancì l'amnistia.


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