C'è del Tango in Danimarca!



Che il Tango da sempre offra spunti interessanti per scrivere sceneggiature adatte al cinema, è una realtà testimoniata da un'ampia cinematografia che vede naturalmente l'Argentina nell'impareggiabile ruolo di protagonista. Qui moltissimi protagonisti del Tango si sono prestati in diversi ruoli cinematografici: come attori, come cantanti, come autori e esecutori di colonne sonore, come sceneggiatori. Tra questi ultimi professionisti, anche se non provenienti dal mondo del Tango, alcuni hanno utilizzato trame in cui la cultura tanguera, con tutto il suo bagaglio di stereotipi. Il fenomeno curioso riguarda invece ciò che l'immaginario del Tango ha suscitato in paesi assolutamente estranei a questa cultura, profondamente latinoamericana anche se con gli essenziali contributi dell'immigrazione europea, specialmente quella italiana. 




Singolarmente, ci sono accumulate diverse pellicole ambientate nell'ambiente del Tango che in alcune circostanze è immaginario, in altri pittoresco, in pochissime ricostruzioni abbastanza fedele alla realtà. Il fenomeno iniziato già all'epoca del muto è continuato sin dai primi anni del sonoro, arrivando fino ai giorni nostri. Nei primissimi anni del "cinema parlante", si registrano anche nel gelido nord Europa, testimonianze cinematografiche che hanno per soggetto una storia ispirata al Tango.




Addirittura una breve pellicola sperimentale dai toni modernisti e della durata di circa 6 minuti, era uscita il 7 novembre del 1932 in Svezia, con una direzione di Gustav Hellstrom chiaramente influenzata dal cinema sovietico dell'epoca. Questo lavoro anticipa di un anno il primo film sonoro argentino (apparso nelle sale il 27 aprile del 1933) intitolato appunto Tango!, con la regia di Luis Moglia Barth. Nello stesso anno, il primo agosto,  un lungometraggio dal titolo identico esce in Danimarca.




Il suo regista fu George Schnéevoigt che ha realizzato la messa in scena di una sceneggiatura firmata da Fleming Lynge e Svend Rindom. Protagonista indiscussa è la diva del teatro di prosa Else Skouboe, famosa in patria per essere una donna particolarmente disinibita e con una eccitante carica erotica (nonostante non fosse affatto fotogenica, difetto che le precluse la carriera cinematografica). 




Nel film Tango, ha preso i panni di una proprietaria di cabaret: la fascinosa Gaby Grant gestisce un locale alla moda aperto fino alle ore piccole. Lei è la padrona di casa ideale per far sognare gli eleganti avventori, liberandoli dalle incombenze del quotidiano.




Naturalmente questo ha un costo e Gaby sa infallibilmente come farli pagare, incantandoli con le sue interpretazioni di canzoni sentimentali come l'evergreen danese "Non si può vivere un giorno senza amore". Ad accompagnala la celebre orchestra jazz diretta dal violinista Otto Lington (il contributo di questo musicista che in seguito collaborò con Josephine Baker e Shirley Bassey, è relativo solo alla registrazione dell'audio perchè il film utilizza al suo posto un giovane attore, che dirige l'orchestra con un nome di fantasia). 



 
Quindi, la musica che si ascolta nel film e composta da Dan Folke, ha più a che fare con il jazz coevo: coerentemente a questo dettaglio, nel locale non suona un'orchestra di Tango ma una jazz band diretta dall'attore ventunenne debuttante, Ebbe Rode (molti anni più tardi lo incontriamo nel cast del bellissimo "Il pranzo di Babette") che fa la parte di Jossy Lindtner. Questi giochi di seduzione insieme alla location, sono gli stereotipo che hanno un'affinità con l'immaginario evocato dal titolo.




Per il resto non c'è null'altro che richiami al Tango. Nel melodramma, Jossy cerca di sedurre la diciassettenne figlia di Gaby e la madre pur di salvarla dai suoi tentacoli, sacrifica la sua vita. Il film attirò l'attenzione dei censori per un bacio tra due donne che venne implacabilmente tagliato. 




Per concludere questa nota su Tango in Danimarca, ricordiamo che originario di questo paese è Jacob Gade che nel 1925 scrisse forse il più celebre tango composto in Europa: Jalousie. Anch'esso originariamente legato al cinema in quanto destinato ad accompagnare una pellicola muta intitolata "Don Q" con Douglas Fairbanks come protagonista: il film apparteneva alla serie iniziata nel 1920 con il titolo The Mask of Zorro. In quell'anno l'autore dirigeva l'orchestra che suonava al Palads Cinema di Copenaghen dove il film diretto da Donald Crisp fu messo in programma. . 








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