Pietro Leman, uno steineriano ayurveda in cucina.


Pietro Leman, chef di Joia

Ritornare da Joia per una cena, rinnova immancabilmente l'esperienza emozionante di sentirsi invitati in un mondo sconosciuto dove il gusto si coniuga con la grazia, l'eleganza, la fantasia, in un melange di sensazioni che trova un ulteriore virtù nell'equilibrio dei sapori. La mano "orientale" di Pietro Leman è sorprendente nelle nuove proposte, resta una sicurezza nei classici cavalli di battaglia della sua cucina, sa diventare spiritosa nei piccolissimi haiku culinari che introducono la cena. La ricerca e la misura nell'usare le spezie, abbinandole magistralmente a vegetali e legumi, fa di questo chef di natali ticinesi il messaggero di un esotismo che ha l'Asia come riferimento culturale e spirituale.



Il vegetariano con tutte le sue declinazioni vegane, biodinamiche  e dietetiche(...che aldilà delle legittime ragioni salutiste è sempre sembrato una piccola o grande punizione per i gourmet), qui riuscirebbe a superare le diffidenze dei più ostinati detrattori. Ad accompagnare la sequenza di portate coloratissime, un'attenta selezione di vini al calice, accoppiati ad hoc secondo la competenza di un somellier che cerca sul mercato delle chicche al di fuori del circuito delle grandi etichette. 



Il tutto a fronte di un servizio premuroso, rapido e discreto, che in tutti i dettagli si armonizza alla filosofia di Leman dove confluiscono i concetti dell'antroposofia steineriana con l'ayurvedica e la dietetica cinese. Il conto non è proprio per tutte le tasche, ma ogni anno Leman aderisce a una campagna Groupon che ingentilisce i prezzi. La serietà della casa è una garanzia anche per i clienti che usufruiscono di questa occasione ....e questa è un'altra rarità. Insomma, si resta sconcertati di fronte al fatto che la "guida rossa" non attribuisca all'"alta cucina naturale" di Joia una seconda stella meritatissima.   


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