La metropolitana del museo sotterraneo



Stazione Toledo

Come sfruttare al meglio i fondi elargiti dalla Unione Europea, facendone ricadere i benefici direttamente sui due milioni e seicentomila abitanti  che formano la comunità di Napoli. Con la straordinaria imprevedibilità che ha caratterizzato lo spirito napoletano, capace di esprimersi in molteplici sfumature ed altrettante contraddizioni, dopo anni di lunghi lavori che hanno smembrato la città, è stata realizzata una rete metropolitana caratterizzata dall'arte contemporanea. 

Mimmo Jodice alla fermata Museo

Sotto la guida del guru partenopeo della critica d'arte, Achille Bonito Oliva, ogni stazione è stata affidata alla creatività di un artista di fama internazionale segnalato dai vari architetti che hanno progettato i diversi siti, in modo tale che le opere non fossero aggiunte alle loro strutture ma ne facessero parte integrante.  

Stazione Materdei, opera di Sandro Chia

L'esito è senz'altro spettacolare, ma soprattutto  queste Stazioni dell'Arte hanno una doppia funzione: quella di erogare un servizio inerente alla mobilità dei cittadini e quello di essere, come dice Bonito Oliva, "un museo obbligatorio" che si attraversa acquisendo una nuova confidenza con l'arte contemporanea, confinata dai meno interessati nel "campo del bluff" (ABO). Le stazioni accolgono 180 opere d'arte realizzate da novanta artisti e da alcuni giovani architetti locali. 

L'opera di Francesco Clemente alla fermata Toledo

Nel 2013 la fermata della centralissima Via Toledo (tra il rione Carità e i quartieri Spagnoli) ha addirittura convinto la commissione del premio Emirates ad assegnarle il premio come "Public building of the years", dopo essere stata indicata dalla CNN (4/02/2014) e dal Daily Thelegraph (30/11/2012) come la stazione metropolitana più bella d'Europa (la stazione Università firmata dal talento di Karim Rashid, è comunque arrivata settima in questa classifica continentale e Materdei tredicesima). Quest'anno questa opera dell'Architetto spagnolo Oscar Tusquets Blanca, è stata accettata per partecipare all’Oscar "Ita Tunnelling Awards 2015", che si terrà ad Hagerbach in Svizzera il 19 novembre. 

Stazione Vanvitelli, opera di Mario Merz

Purtroppo l'ingegnere Giannegidio Silva che l'ha progettata, non potrà sapere il risultato di questa candidatura in quanto è mancato il luglio scorso. In questo sito veramente speciale, ci si immerge nella sconvolgente luminosità della galleria del mare di Bob Wilson, con mosaici che riprendono motivi marini. Ma questo è solo l'inizio perchè subito dopo ci si imbatte nel "cavaliere di Toledo" del sudafricano William Kentridge, e due altri mosaici dello stesso artista con soggetti che riprendono momenti salienti della storia di Napoli. 


Stazione Materdei

Prendendo il corridoio percorribile su un tapis roulant di 170 metri, si arriva a  Montecalvario, accompagnati dalle fotografie che Oliviero Toscani ha scattato in vari punti del centro della città per la sua iniziativa Razza Umana/Italia. Sulle scale mobili ci sono opere in ceramica o fotografie di Laurence Weiner, Shirin Neshat, Ilya ed Emila Kabakov; all'ingresso si attende un immenso mosaico di Francesco Clemente realizzato con pietre e vetri recuperati in luoghi diversi. 

Stazione Università di Karim Rashid

Ma anche tutte le altre stazioni sono notevoli ed a volte hanno coinvolto anche l'allestimento delle piazze dove hanno uno sbocco: ad esempio la centralissima fermata "Dante" ideata da Gae Aulenti si trova sulla settecentesca piazza omonima dove è stata collocata un opera di Michelangelo Pistolletto intitolata Intermediterraneo e composta da una lastra specchiante che simula simbolicamente il mare. 

Opera di Joseph Kosuth alla Fermata Dante

Sempre Aulenti ha progettato la fermata Museo, a due passi dal magnifico Museo Archeologico,  inserendo calchi di opere classiche come la testa di cavallo Carafa, l'Ercole Farnese e il Gruppo del Leoconte: qui ad interagire con la classicità ci sono le fotografie di Mimmo Jodice che danno un taglio contemporaneo alla visione di diverse opere dell'antichità. 

Stazione Dante, Jannis Kounellis

A "Materdei", progettato da Alessandro Mendini, sono stati ampliati gli spazi verdi dove figurano sculture come il bronzo Carpe Diem di Luigi Serafini. Nel cuore del Vomero, la stazione Vanvitelli ospita una delle ultime opere di Mario Merz, un neon a spirale con i numeri che rimandano al concetto di sezione aurea. 



In maggio è stata inaugurata la stazione Municipio che ancora non è terminata in tutto il suo monumentale intervento urbanistico. I lavori sono stati complessi, ricchi di sorprese archeologiche come quelle dei resti di cinque imbarcazioni di epoca romana, ma soprattutto tragici, avendo lasciato sul campo la vita dell'operaio Salvatore Renna. Questo intervento che rivoluzionerà l'assetto di tutta la zona è stato ideato da due architetti portoghesi della celebrata scuola di Operto, Alvaro Siza Viera e Eduardo Souto de Moura entrambe vincitori del prestigiosissimo premio Pritzker, Per loro la vita è stata molto dura in quanto il progetto ha dovuto adattarsi a una decina di ripensamenti obbligati dalla ricchezza del sito archeologico in cui si sono trovate sovrapposte testimonianze greche, romane, medievali e spagnole. 

Stazione Municipio

L'approccio architettonico è squisitamente poetico e si fonda sull'elemento essenziale dell'architettura: lo spazio. In questo spazio non troveranno posto le luci, i materiali e le fantasmagorie che si incontrano nelle altre stazioni. Qui tutto sembra essere immaginato per sottrazione con una semplicissima illuminazione al neon e due soli materiali, l'intonaco bianco e il grigio della pietra lavica etnea: Siza non è tentato dall'inserire orpelli, sedotto da qualche possibile belletto, informandoci che secondo lui non c'è posto per queste cose nelle architetture sociali. 

L'affresco di Michal Rovner


All'interno del mezzanino trova posto una sola opera d'arte contemporanea di Michal Rovner, intitolata Passages: l'artista israeliana occupa un muro lungo oltre 37 metri e alto 5 con un affresco realizzato con la tecnica mista della grafite insieme alla tempera e all'acquarello, con una tavolozza asciugata in sfumature di grigio e di ocra contornate dal nero: solo in un punto compare la sottile striscia rossa della lava che fuoriesce dal Vesuvio. Il soggetto è un paesaggio napoletano estremamente stilizzato e liberato da qualsiasi presenza umana: il vulcano, un pino marittimo, una domus di Pompei...A questo paesaggio silente è sovrapposto un video che riprende napoletani che camminano nella loro città, figure in movimento che si innestano sul fondale che li accoglie nel suo vuoto.


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