L'intramontabile bellezza: Sonia Braga in Aquarius
Quest'anno si può viaggiare in Brasile stando comodamente seduto sulla poltrona di un cinema natalizio, senza doverlo raggiungere attraverso un cine-panettone. L'occasione è quella offerta dal film Aquarius del brasiliano Kleber Mendonca Filho che ha suscitato un grande interesse della critica all'ultimo Festival di Cannes. E nel pacchetto c'è la possibilità di re-incontrare sul grande schermo un'attrice meravigliosa che sembrava un pò persa tra le trame delle interminabili telenovelas che intossicano le trasmissioni televisive del nostro Paese.
La ritroviamo sessantacinquenne, sempre bellissima soprattutto perchè non ha voluto cancellare gli inevitabili segni della sua età con gli orrendi interventi plastici che hanno ridotto a patetiche caricature molte sue colleghe. In questa pellicola il ruolo di protagonista che le è stato assegnato non fa altro che sottolineare la sua femminilità, coniugando la bellezza con la fermezza delle più indomite lottatrici.
Nella storia del film la sua battaglia di benestante borghese con una buona cultura, soprattutto musicale, nel passato era stata vinta contro il cancro al seno e nel presente è combattuta contro un'impresa di speculatori. Sono palazzinari che cercano di comprare il suo appartamento sito nell'edificio che si chiama Aquarius.
Con lei provano a convincerla come hanno fatto a tutti gli altri condomini che hanno ormai lasciato le loro case: offrendo il doppio del suo prezzo di mercato. Peccato che di fronte alla loro idea che tutto si può comprare, si trovano una persona fiera dei suoi ideali e indisponibile a trattare, in quanto quel posto di fronte alla spiaggia ha per lei il valore inestimabile dei ricordi.
La donna, libertina che non si tira indietro nell'affittare un gigolo non è affatto imbarazzata di fronte all'omossessualità di uno dei suoi tre figli, sembra non spezzarsi nonostante si percepisca che la sua intransigenza potrebbe da un momento all'altro farla precipitare in situazioni molto spiacevoli e perfino pericolose per la sua incolumità. Ma forse la vita a Recife, nella regione nord del Brasile, non è così minacciata dai violenti incidenti che sono una delle piaghe più scoperte nelle grandi metropoli. Per di più nel finale del film, che sembra troncato bruscamente per lasciare lo spettatore sorpreso e forse anche deluso, Clara mette a segno un colpaccio accusato dagli immobiliaristi senza scrupoli.
Usciamo chiedendoci da un lato se il ko fosse irrimediabile o se il disorientamento spiazzante non segnasse solo un vantaggio del momento: dall'altro, invece, con il piacere e la certezza di aver assistito ad una storia di uno straordinario personaggio femminile che Sonia Braga ha interpretato come meglio non si poteva. L'abbiamo amata dalla prima inquadratura in cui compare, all'ultima, in quel suo continuo gesto di raccogliere e sciogliere i suoi stupendi capelli neri che il tempo non è riuscito a imbiancare.
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