Linda Vachon, dalla poesia all'immagine poetica.

et je m'emméle
dans le fil du temps
comme une
funambole qui ne
sait plus sur quel
pied danser



Linda Vachon è un'artista canadese, poco conosciuta nel quadro internazionale e questo minuscolo post, desidera sottolineare la qualità del suo lavoro che parte da un costante riferimento all' art numérique, fiorita in successive declinazioni dalla sua comparsa negli anni '60. 



La suggestione che ha sedotto la schiera di artisti riconducibili a questa forma espressiva, emerge dal gelido ambiente binario dei computer e arriva a esiti molto diversi che possono sfociare nella video arte o nella musica elettronica. 



Da questo punto di vista la Vachon resta in un campo più tradizionale, utilizzando tabulati con cifre e caratteri, per innestarli in una struttura pittorico/fotografica che trascina la freddezza inerte di questo materiale, verso una progressiva metamorfosi. 




Una metamorfosi che nella creazione artistica della Vachon dialoga con la fotografia e la pittura, sia realizzando lavori elaborati in una composizione astratta, sia alludendo all'embrione di una traccia figurativa. 



Il risultato, nei migliori dei casi, come nel suo, è pura libertà estetica, da cui scaturisce una vibrante forza emozionale di natura poetica. 




Le tecniche utilizzate dall'artista quebequoise nel suo processo creativo, sono stratificate in una sovrapposizione di digitale ed analogico e possono partire da una fotografia, distorcendola per terminare infine su un supporto ligneo ed essere dipinti, rimodellati con collages, colorati con acrilici,... 



L'ambito spazia in diversi presupposti estetici: dalle realizzazioni di carattere grafico, alle opere bidimensionali in cui appaiono abbozzi di figure, molte delle quali inseriscono l'ossessiva manipolazione del suo stesso volto; dalle elaborazioni di procedimenti fotografici che rimangono sempre nel quadro della fotografia, alle opere astratte che si sono allontanate da una fisionomia squisitamente grafica. 



Con il suo sguardo eclettico, la Vachon sa raccogliere invariabilmente tutti i suoi temi in quel preciso approdo che è la poesia, da essa stessa praticata e citata (con il riferimento ricorrente al poeta del Quebec Gaston Miron: in alcuni casi i suoi lavori diventano vere e proprie iperboli ermetiche di poesia visiva. 



Così nelle sue opere si percepisce una tensione tra quello che è il risultato e il modo con cui esso è raggiunto: e da questa tensione scaturisce la giusta prospettiva dalla quale individuare il processo metaforico e metafisico del suo linguaggio, spazio genuino e straniante dove accade il tu per tu tra l'artista, la sua lingua, la sua vita. 



Soffermarsi di fronte ad alcune sue opere apre un'interrogativo sul tempo, sul nulla, sul mistero della vita; in altre circostanze sembra che questi interrogativi vadano apparentemente in frantumi, per cedere il passo a composizioni dove invece sopravvivono sottotraccia.  



La galleria di immagini che accompagna questa nota, riesce ad inquadrare solo una prospettiva tra le diverse che si distinguono nel lavoro poliedrico di Linda Vachon: ma, tutto sommato, offrono un'idea abbastanza esauriente della poesia che nutre l'estetica di questa artista.





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