Pepe Mujica e il culto della vita umana




Una piccola casa editrice indipendente ed italiana, curata da tre persone ben al di sotto dei quarant'anni, ha dato alle stampe il primo libro di un ottuagenario che tutto il mondo stima per la forza con cui ha saputo trasportare nella realtà gli ideali che hanno ispirato le azioni della sua vita. Si tratta di "Pepe" Mujica, ex Tupamaros, ex Presidente dell'Uruguay e oggi Senatore del suo paese ma soprattutto, lucidissimo interprete di una visione del mondo che aspira a diffondere la felicità tra i popoli secondo due coordinate essenziali e interconnesse: il valore che ha il tempo nella vita del'uomo e quello che ha la libertà nel poterne utilizzare il più possibile per soddisfare le proprie passioni (concetti che rimandano a Ivan Illic e, più recentemente a Serge Latouche). Le ricette per accedere a queste che appaiono come vere e proprie conquiste sociali, passano evidentemente da un riesame delle priorità definite nei modelli culturali imposti dal capitalismo egemone e diffusi con tutti i mezzi nel mondo contemporaneo globalizzato. 

La Gabanelli con Mujica e Saviano, durante la presentazione del libro a Roma

La struttura del libro che si conclude con una galleria fotografica che meritava una risoluzione migliore, è articolata in vari interventi, tra cui una biografia romanzata di Massimo Sgroi che ci accompagna nella vita avventurosa di Pepe in maniera leggera (un'altra biografia è stata pubblicata in Italia a cura di Nadia Angelucci e Gianni Tarquini); un'emozionante intervista di Cristina Guarneri; una postfazione di Donato Di Santo e il corpo centrale che testimonia la giustezza del titolo ideato per il libro (La felicità al potere), raccogliendo sedici interventi fatti da Mujica in altrettante occasioni pubbliche. 

Nella prefazione Erri De Luca scrive: "la sua vicenda umana prima che politica è sentimentale, perché fondata sul primo sentimento che affiora alla coscienza: la giustizia".

Naturalmente, vista la sua indole e la sua storia forgiata nell'anarchismo, Mujica si smarca dall'idea che gli altri si sono fatti di lui, annoverandolo tra le fila dei leader e riconoscendogli quelle prerogative, per così dire, confezionate intorno ad un piatto stereotipo. A questo proposito afferma che "le conquiste sono sempre piccole e collettive; non servono grandi leader perchè non ci sono persone insostituibili: ci sono solo battaglie insostituibili". E la fotografia che segue è la palese testimonianza che Mujica ha continuato a combattere "le battaglie insostituibili", come quella di essere il Presidente di una Repubblica che vive da semplice cittadino, senza i privilegi, gli intrallazzi e l'arroganza con cui si presentano tutti i politici.   



Leggere di fila i titoli dei capitoli della sezione più interessante del libro, ci porta già in un mondo poetico, alludendo alla speranza che immaginare un mondo migliore e condiviso, non significa solo sognarlo ma anche riflettere sulle basi essenziali e concrete necessarie a realizzarlo. Eccoli di seguito come versi di una poesia automatica di bretoniana memoria:

L'uomo può salvare il mondo
Diffondete nelle strade il piacere della conoscenza!   
Un governo di trent'anni, una patria per tutti
Il sogno della confederazione dei popoli
Lottare davvero per l'ambiente
C'era una volta la sinistra
Economia e amore per la vita
La bellezza della passione
Un patto per l'avvenire
Una battaglia culturale
Un esercito contro la povertà
Nuove potenze e nuovi equilibri
America Latina a confronto con l'Europa
L'Italia e Montevideo
America e Cina: la mano o il cappio
Un appello urgente all'azione

Il resto è tutto da leggere attentamente, prendendosi il lusso di quel tempo prezioso che è il nostro, perchè lo viviamo per noi stessi, per il nostro benessere, per la nostra felicità. 



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