Gli amici si JC, 16: Isel Rivero, e le altre
Isel Rivero con Julio Cortazar a Venezia |
Isel Rivero
appartiene alla generazione di scrittori cubani che hanno iniziato a
pubblicare durante i primi anni del successo rivoluzionario nel loro
paese. L'area letteraria per cui la poetessa simpatizzava si
inquadra nel gruppo conosciuto come El puente, creato dal poeta Josè
Mario Rodriguez anche come casa editrice di autori giovani o estranei
ai sodali di Guillermo Cabrera Infante che dirigeva l'organo
letterario di stato, Los Lunes de la Revolucion.
La loro estetica era
in opposizione con la tradizione lirica sostenuta nelle tre riviste
di punta dell'epoca, Origines, Ciclòn, Los Lunes de la Revolucion,
risultando quindi estranea al circuito sostenuto dalla Rivoluzione.
Inoltre El Ponte ospitava scrittori che essendo omosessuali erano
invisi al regime.
La questione omofobica iniziò la sua fase acuta
nel 1965, dopo che Las Casas de Las Americas invitò Allen Ginsberg a
far parte della giuria, insieme a Cortazar e altri, per il premio di
poesia in palio quell'anno. Ginsberg, apertamente omosessuale,
rilasciò dichiarazioni esplosive in merito, finendo per essere
espulso dal paese, con l'effetto collaterale della chiusura
dell'Editorial El Puente e del ritiro dei libri già pubblicati che
erano ancora in vendita.
Pur non figurando nel catalogo editoriale di
El Ponte, il quaderno La marcha de los hurones della diciannovenne
Rivero , uscito nel 1960 per le edizioni della Central de
Trabajadores de Cuba (CTC), ispirerà le scomode posizioni della casa
editrice diretta da Josè M. Rodriguez. Ana Maria Simo e Reinaldo
Garcia Ramos (curatori della antologia “Nuevisima Poesia Cubana I),
sostengono che il libro della Rivero, insieme a El grito di Josè
Mario, sono stati gli antecedenti di questo movimento letterario ai
margini della cultura ufficiale.
In quel periodo la giovanissima
poetessa rifletteva una certa familiarità con le aperture moderniste
coniugate da poeti nordamericani quali Dylan Thomas, Ezra Pound e una
chiara sintonia verso quelli della Beat Generation. Il piccolo
prodigioso quaderno della Rivero era organizzato in tre canti
preceduti ognuno da un exegro con versi del profeta biblico Geremia,
ad eccezione del primo preceduto da una epigrafe di Bertold Brecht
che in quella luminosa epoca rivoluzionaria suonava stonata:
“veramente viviamo in tempi oscuri”. Insomma, una riflessione non
proprio allineata alla marcia della rivoluzione che stava facendo i
primi gloriosi passi a Cuba. Infatti la Rivero, già in quella “gran
Era imaginaria” (Lezama Lima) in cui la Rivoluzione si trasforma
nella poesia di una leggenda fantastica, anticipava il dissenso che
sarebbe esploso con “Fuera de Juego” di Heberto Padilla nel 1968.
L'aura mitica rivoluzionaria veniva frantumata con versi quali :
“...mientre nos desgarramos por un ideal que como todos los
ideales, caen, ruedan y desaparecen mientras fustigamos nuestras
aspiraciones, callamos cualqueir ambicion...”. Ed anche il titolo,
alludendo a persone che marciano come automi, puteva essere preso per
un riferimento critico verso le aspirazioni rivoluzionarie. Sta di
fatto che l'anno di uscita del libro coincise con l'esilio volontario
e definitivo della Rivero, prima negli Stati Uniti e più tardi in
Spagna.
Nonostante le posizioni politiche che vedevano Cortazar a fianco della rivoluzione cubana, mentre Isel ne denunciava le ombre, lo scrittore argentino ha mantenuto una tenera relazione con la più giovane.... Osita, Osezna, Oseznita...tre modi diversi con cui la chiamava o gli scriveva tra il 1970 e il 1976. I due si conobbero a Vienna nel 1969 in una circostanza di lavoro: lui, cinquantottenne, traduceva una conferenza del'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica; lei, ventisettenne, lavorava come funzionaria ONU nel campo dello sviluppo industriale. Cosa successe tra loro, in quel periodo in cui Julio era sentimentalmente libero, ed oltretutto si era separato da poco tempo dalla prima moglie?
In effetti tutto quello che sappiamo è l'intensità della loro corrispondenza e la poesia dei loro incontri: ben altra cosa accadde con la donna che fu la vera causa della rottura con sua moglie Aurora Bernardez, insieme al fatto che anche Aurora, come Isel, era molto critica sulla deriva politica che aveva preso Julio in favore della rivoluzione cubana. La persona in questione fu Ugnè Karvelis che conobbe nel gennaio del 1967 a Cuba. La loro relazione iniziò qualche anno dopo e durò tra il 1973 ed il 1978. Commentando cosa gli stava accadendo scrisse ad un amico: "ero in un pozzo e ho incontrato la chiarezza e la luce".
Isel ha dichiarato: “Cortazar mi ha affascinato sin dal primo
momento, era una persona amabile, con molto senso dell'humor e per di
più coltissimo, poteva parlarti di musica come di storia, di pittura
o letteratura”. Dal canto suo, Cortazar rimase colpito dalle poesie
di Isel e gli scrisse: “nessuno può scrivere poesie come fai tu,
ma moltissimi potrebbero firmarle”. La sua convinzione lo spinge a
raccomandargli di scrivere con costanza, mentre gli sta cercando un
possibile editore che la pubblichi. I due condividevano anche la
passione per la cucina e per viaggiare “come esploratori” dice
Isel, aggiungendo che coltivavano “la fantasia di essere Stanley e
Livingston in Europa”, spostandosi con il mitico Wolkswagen
Westfalia che Cortazar battezzò Fafner in onore al Sigfrido
wagneriano amato da entrambe: lo stesso furgone che diversi anni dopo
accompagnò lui e la seconda moglie Carol Dunlop nel mitico viaggio
Parigi-Marsiglia, durante il quale i due scrissero a quattro mani il
libro Los autonautas de la cosmopista.
Nonostante le posizioni politiche che vedevano Cortazar a fianco della rivoluzione cubana, mentre Isel ne denunciava le ombre, lo scrittore argentino ha mantenuto una tenera relazione con la più giovane.... Osita, Osezna, Oseznita...tre modi diversi con cui la chiamava o gli scriveva tra il 1970 e il 1976. I due si conobbero a Vienna nel 1969 in una circostanza di lavoro: lui, cinquantottenne, traduceva una conferenza del'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica; lei, ventisettenne, lavorava come funzionaria ONU nel campo dello sviluppo industriale. Cosa successe tra loro, in quel periodo in cui Julio era sentimentalmente libero, ed oltretutto si era separato da poco tempo dalla prima moglie?
el |
Julio con la prima moglie Aurora |
In effetti tutto quello che sappiamo è l'intensità della loro corrispondenza e la poesia dei loro incontri: ben altra cosa accadde con la donna che fu la vera causa della rottura con sua moglie Aurora Bernardez, insieme al fatto che anche Aurora, come Isel, era molto critica sulla deriva politica che aveva preso Julio in favore della rivoluzione cubana. La persona in questione fu Ugnè Karvelis che conobbe nel gennaio del 1967 a Cuba. La loro relazione iniziò qualche anno dopo e durò tra il 1973 ed il 1978. Commentando cosa gli stava accadendo scrisse ad un amico: "ero in un pozzo e ho incontrato la chiarezza e la luce".
Ugnè Karvelis e Julio nella casa di Saignon |
Julio scende dal suo Fafner |
Julio e Isel si incontravano a
Siena come a Firenze, Venezia, Monaco, Vienna, Parigi e Cortazar
commentava: “
quando ci vediamo, quando giocheremo a tante cose?”, sottolineando
il carattere ludico della loro relazione costellata anche da
deliziosi regalini. Julio scrive: “los
regalos llegaron, y las sales afrodisiacas hacen de mis baños
una amenaza pública constante, de la que habrás de responder
si un día tanta espuma dorada llega hasta Notre Dame y la
derriba entre alaridos de los catecúmenos y las sirenas de la
policía".
Nell'occasione di un LP di Joko Ono che non interpreta una musica di
suo gradimento non nasconde il suo parere scrivendo a Isel: “...la
jodida
japonesa que no sé por qué te gusta tanto. Yo te agradezco
mucho
el disco, pero no veo por qué la gratitud debe incluir la mentira
, verdad?...Esa
nena no tiene ningún talento, sus canciones son en general muy
latosas y chatas, aparte de que su voz, antes de la
invención
del micrófono, habría pertenecido a la categoría de las cosas
inexistentes".
Naturalmente l'epistolario si rivolge anche ad esprimere impressioni
su viaggi, incontri letterari, posizioni politiche. Di ritorno dal
Messico (1975) Julio scrive: y si a caso no
vi
a gentes como Octavio Paz o Juan Rulfo; en cambio, discutí horas y
horas
con estudiantes el problema chileno y el cubano, y creo que
fue mejor. Cada día siento más que los 'intelectuales' se
aferran a sus caducos privilegios y que pocos de ellos
encuentran la manera de no perderse como intelectuales a la
vez que hacen algo positivo en otro plano”.
Dal Chile di Allende (1970): "Es
una solidaridad política que creo fundamental
en
mi caso, en la medida en que ese gobierno es (o trata de ser) el
primer
gobierno de línea socialista en el Cono Sur... Personalmente
odio cada vez más la política, pero también a los gorilas y a
los americanos; ya ves, Isel, que no tengo otra opción salvo la
de meterme en mi casa (y que sigan los genocidios, etc., el
viejo sistema del avestruz)". Rispondendo ad una nota di Isel su
El libro de Manuel: "Me conmueve mucho, créeme, lo que me
dices de Manuel. Tú
sabes ver tantas cosas que se les escapan a otros,
especialmente a los wise
men". Valía
la pena haber escrito el libro para alguien como tú".
Isel è anche la musa del racconto che Julio inserisce in Octaedro
con il titolo “Un Lugar Llamado Kindberg”: Dime enseguida si te
llegó o no; si alguien quería yo que lo recibiera antes que
nadie eras tú, Osezna, puesto que hay ahí un cuento que te
guarda enterita, con miel y piel y pelusitas y gruñidos y fuego
en la chimenea y vino blanco". Il tema di Cuba e della sua
Rivoluzione era molto presente e Cortazar, che sapeva rilevarne
aspetti critici, restava comunque fedele agli ideali che hanno
ispirato quella rivoluzione: “....Necesito
tiempo para analizar, prever, decantar... los
burócratas
y los resentidos y los mediocres se atrincheran y un buen día son
ellos
los que mandan la parada... todo me obliga a pensar que jamás
volveré a poner los pies en el caimancito que tanto amo “(1971,
di ritorno da Cuba)...”
El
lado negativo se hace sentir fuertemente (militarización, lucha
contra la imaginación, cansancio de los que podrían decir y
hacer, subdesarrollo inevitable en materias morales, etcétera), pero
a la vez sigue habiendo lo otro, esa vitalidad fabulosa que
permite "echar p'alante" frente a cosas que hubieran
acabado con otros procesos análogos, la innegable honradez y
buena voluntad de muchos de los que siguen cerca de Fidel...
Frente a lo que está ocurriendo en Brasil, en Uruguay y en la
Argentina, tu isla me sigue pareciendo un ejemplo inquebrantable
de tentativa hacia la luz, aunque, como es sabido..., cuanto más
fuerte es la luz, más duras y ásperas y negras son las
sombras" (1972).
Questo
profondo legame con la Cuba rivoluzionaria fu, a dire di Isel, il
motivo delle divergenze che finirono per allontanarli, soprattutto
dopo il caso Padilla. Ma Cortazar sulla questione cubana era
irremovibile anche di fronte all'affetto che nutriva per Isel:
“Siento
que los árboles no te dejan ver el
bosque,
en todo caso en lo que se refiere a tu país: sin la revolución
cubana,
con
todos sus defectos y falencias y tonterías y machismos baratos y lo
que
quieras,
no podríamos ni siquiera abrir la boca en América Latina... y
aunque
puedo
coincidir con vos en que las cosas que me muestras son malas y
condenables
y hay que condenarlas..., creo también que tú y muchas otras
personas
honestas e inteligentes harían mejor en arrimar el hombro a lo
positivo,
que es mucho y visible, en vez de mostrarse hipersensibilizados a
lo negativo". Julio aspettava, forse senza saperlo con precisione, che l'amicizia con Ungè si trasformasse in amore. Alta, bionda, seducente,di ventidue anni più giovane di Julio, con un temperamento battagliero ed uno spirito militante, la bellissima "Marmotte" (così la chiamava Julio), contribuì a convincere Cortazar di approfondire il suo pensiero politico, facendolo emergere sia negli scritti che nell'attività pubblica. Era lituana, scrittrice, traduttrice, critica letteraria e diplomatica del suo paese, rappresentò e divulgò con impegno e successo dell'opera di Julio nei paesi europei. Purtroppo era gelosissima e dava troppo confidenza ai superalcolici. Quando decise di chiudere la storia di amore, Julio scrisse al collega e amico Ariel Dorfman: "incompatibilità sempre più manifeste, dalle quali si giunge all'infelicità, all'aggressione, è inutile prolungare qualcosa che fu bello ed è restato serio. Colpe? Di tutti e due e di nessuno...la mia speranza è salvare l'amicizia e il rispetto, poter continuare ad incontrarmi con Ugnè e sentirmi vicino a lei". E così fu, tanto che seppure i due non si erano mai sposati, Julio la indicò come co-erede dei suoi diritti d'autore, lasciando a lei anche la casa di Saignon che rappresentava il nido della loro passione e che acquistò nell'epoca in cui erano insieme.
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