Cristian Zarate, l'anima del Tango ha ottantotto tasti



In un crepuscolo minaccioso, il piccolo miracolo metereologico propiziato da un generoso dio musicale,  ha scongiurato  che il concerto en plein air di Cristian Zarate  potesse essere compromesso dalla pioggia. Così il pubblico ha potuto restare seduto sul prato del giardino restrostante la Galleria d'Arte Moderna di Milano, per assistere all'evento che per un'ora ha saputo trasformare la rassegna Piano City di Milano in una sorta di Piano Ciudad, accompagnando gli spettatori nel cuore misterioso, sconosciuto e intimamente vero della musica rioplatense: il Tango. 


Evolucion Tango, imperdibile cd di Christian Zarate

Il pianista argentino ha presentato un programma che ha toccato composizioni appartenenti a varie epoche di questa musica, interpretandone gli incanti secondo il comun denominatore di trasfigurazioni originali o firmate da altri colleghi come ad esempio Osvaldo Tarantino. Così si sono alternate composizioni degli anni '20 quali Palomita blanca o Margarita Gauthier; altre dell'epoca d'oro come Malena, Luna e Mal de amores,...; altre ancora di autori quali Horacio Salgan (A Don Agustin Bardi) o Astor Piazzolla (Romance de Duende, Tango del Angel). Zarate non ha mancato di offrire anche alcune sue bellissime pagine quali La niña del alba  e Tangosis, dedicato al pianista Jaime Gosis, ricordandoci che vale anche nel Tango l'unico modo di essere fedeli ai grandi maestri: credere nella libertà, per staccarsi da loro per esplorare fino in fondo i territori fantastici della propria immaginazione creativa.

Al giardino del Palazzo Reale di Via Palestro durante la rassegna Piano City

Questi approdi rappresentano la dimensione contemporanea del Tango di cui Zarate è uno dei più autorevoli protagonisti, esprimendo una musica che nel corso degli anni si è trasformata in un miele personale con qualche sapore armonico del jazz, con folate d'aria campestre che includono il folklore argentino, con strutture che si plasmano in forme complesse e con il cristallino rigore della musica accademica. Suscitando affinità e danze, avvitamenti e sfere, contrappunti e ricami, il respiro vitale del suo piano solo palpita in un'avvincente alternarsi di bolle di schiuma melodica e fiammanti esplosioni ritmiche. Declinando perfettamente l'articolazione di un fraseggio esattamente tanguero, gli arrangiamenti Zarate utilizzano qua e là quei gruppetti di note, quegli abbellimenti e quei ribattuti in cui si conserva il carattere picaresco di una musica che ha l'orgoglio di essere nata tra e per il popolo. 


Preparense: il cd di Christian Zarate con Pablo Agri e Daniel Falasca

E a sottolineare quanto il destino di Zarate sia incarnato in questa estetica, la sua manipolazione del ritmo transita attraverso una gamma di sfumature che vanno dalle iridescenti spirali di figure sovrapposte fino al loro opposto, dove la pulsazione sembra inghiottita in languidi varchi in cui la metrica si dilata, fino a svanire, sospendendosi per dare vita a pause da batticuore: sortilegi che i veri tangueros hanno adorato e adorano nelle opere di Pugliese, Salgan, Piazzolla, Troilo... Ma, a proposito di tangueros, i sedicenti tangueros milanesi e i loro maestri, hanno fatto registrare ancora una volta la loro assenza totale tra il pubblico che ha applaudito Zarate: infallibili nel mancare le occasioni uniche in cui la musica che pensano di amare arriva come un dono del cielo nella sua forma più celeste.


Oltre al sottoscritto tra la platea concentrata nell'ascolto e generosa negli applausi, ne ho contati solo due, molto qualificati e sempre presenti perchè questa musica la conoscono a fondo e la amano sinceramente. Si tratta di Marco Castellani e Mariachiara Micheli che portarono per la prima volta in Italia con la compagnia Tangueros, uno Zarate ancora diciassettenne ma già capace di trascrivere gli arrangiamenti dei vertiginosi capolavori che figuravano nel repertorio dell'orchestra di Osvaldo Pugliese, per riprodurli con l'orchestra Color Tango diretta da Roberto Alvarez. Zarate ha dedicato il concerto a questi due amici italiani, ricordando con riconoscente gratitudine quella stagione di formazione e di emozioni internazionali. Purtroppo un'amplificazione inadeguata ha congiurato contro la grazia pianistica di Zarate, lasciando solo intuire le coloriture che desiderava definire con l'uso dei pedali e la poesia di un tocco che sa essere lieve come un'increspatura del nulla o poderoso nei passaggi dove la forza non può essere risparmiata. Ma è possibile che i tecnici non si siano resi conto che era necessario correggere il registro alto troppo metallico e squillante; il registro medio nasale e senza armonici; il registro grave indefinito e ai limiti del larsen? Questa sera sarà possibile riascoltare il pianista argentino in una sala da concerto certamente più attrezzata a garantire la fedeltà acustica della musica. Zarate dirigerà un quintetto, in una serie di suoi arrangiamenti e composizioni che saranno la colonna sonora dello spettacolo Tango Secrets (ore 21.00, Auditorium di Milano, Largo Gustav Mahler).










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