Gli amici di JC 18: Julio Silva "pincel"



Julio y Julio

"Dobbiamo sognare, però a condizione di credere seriamente al nostro sogno, di esaminare con attenzione la vita reale, di confrontare le nostre osservazioni con il nostro sogno, di realizzare scrupolosamente la nostra fantasia". Queste parole citate da Lenin in exegro a El ultimo round, sembrano perfette per descrivere l'atteggiamento che Julio Cortazar e Julio Silva hanno sempre tenuto nell'elaborare i propri progetti librari come una esperienza viva. 


Illustrazione di Julio Silva sulla prima edizione di Ultimo Round

Il primo con le armi della letteratura, il secondo con quelle di una pittura forte e colorata: entrambe con una particolare attitudine per il gioco che è sempre stato il fulcro della loro amicizia trentennale, interrotta solo dalla morte di Cortazar. Il loro spirito infantile li accompagnava in dispute intellettuali ludiche tra  scrittura, pittura, cene, bevute e box, così che la summa dei loro lavori a quattro mani si è intitolato El ultimo combate e completa la serie iniziata con El ultimo round. 



Si erano conosciuti a Parigi nel 1955 e molto presto iniziarono a collaborare in quanto lo scrittore si lamentava molto delle copertine che gli proponevano gli editori, mentre dall'altro lato il pittore si era reso disponibile a realizzare qualcosa di più adatto. Nacquero quindi le copertine delle prime edizioni di Las armas secretas (1959), Rayuela (1963), Todos los fuego el fuego (1966), Modelo para armar (1967), Territorios (1978), e la collaborazione si moltiplicò tanto che Silva fu trasformato da Cortazar in uno dei personaggi di La vuelta del dia en 80 mundos (1978), e si avvalse della raffinata "pluma" dell'altro Julio per accompagnare l'entusiasmante gioco raccolto nella galleria di disegni intitolata Silvalandia (1975). 




E il gioco è stato il trait-d'union più trasparente che ha unito il lavoro di questi due esuli, ma anche l'aspetto conviviale offerto dalla casa di Cortazar che oltre a Silva ospitava altri amici argentini quali Saul Yurkievich, Arnaldo Calveyra, Sara Facio, Alejandra Pizarnik, Nelly Kaplan e Luis Tomasello. Silva ricorda l'attrazione ipnotica con cui tutti ascoltavano i racconti inventati al momento da Cortazar, magari sulla base di un fortuito incontro sul metro parigino: "todos quedaban subyugados por la manera en que narraba...era un cuento para publicar". 



Da lui abbiamo appreso altre informazioni su come potesse essere Cortazar nel quotidiano, cioè una persona generosa e con un brillante senso dell'humor che però preferiva una vita solitaria, schiva dalla presenza negli ambienti letterari, divisa tra un lavoro di traduzione semestrale per l'UNESCO e una restante parte dell'anno trascorso in libertà per leggere, scrivere, suonare la tromba, ascoltare jazz, bere whisky. 

Cortazar e Silva a Saignon

Sempre, nei viaggi che lo hanno portato fuori da Parigi, Cortazar ha trovato il tempo di scrivere a Silva che fortunatamente ha conservato il prezioso carteggio. Nell'ultima fase della vita dello scrittore le lettere hanno preso tinte commoventi: in una di queste incarica Silva e l'altro amico Luis Tomasello di disegnare la tomba in cui verranno sepolti la sua amata Carol Dunlop nel 1982 e lui stesso due anni più tardi. 

Cartolina di Cortazar da Nairobi

L'intimità che Julio lo scrittore aveva con Julio il pittore, si può intuire in molte pagine di questo epistolario, come ad esempio nel passaggio che commenta un momento cruciale della sua crisi con la prima moglie Aurora.  


 Ritratto di Cortazar visto da Silva

In questo frammento ripreso da una lettera del 1968, Cortazar scrive all'amico "...Una crisi lenta, però inevitabile, un lungo processo di quattro anni, ci ha posto di fronte a una situazione che, come persone intelligenti che si vogliono bene e si stimano, cerchiamo di risolvere nella maniera meno penosa possibile. 



Non ti dico di più, tu comprenderai il resto, e penso che se all'inizio di agosto cercherai di vedere Aurora, le farai un gran bene e la aiuterai a sistemarsi meglio in questo nuovo piano in cui lei ed io cercheremo di muoverci...". 



Ma l'amicizia tra i due era coltivata anche attraverso una profonda stima artistica che li ha coinvolti alla collaborazione di cui si è detto: con nessun altro artista plastico, anche se ha avuto molti amici del mestiere, Cortazar ha realizzato tanti progetti come con Silva. Il pittore non ha messo a disposizione solo le sue opere, ma ha anche ideato copertine con un significato particolarmente simbolico e immerso nel mondo creativo di Cortazar. 




E' il caso, per esempio, dell'immagine di copertina che è stata utilizzata per prima edizione di Todos los fuegos el fuego dove compare un immagine architettonica che ad una prima vista sembra non essere così significativa. Invece, trattandosi della Galerie Vivienne, i più informati capiscono che Silva ha scelto quella fotografia trattata con il rosso, in quanto ll luogo era frequentato dalle passeggiate di Isidore Ducasse, alias Lautremont. La nouances non finisce qui perchè l'impianto grafico coinvolge anche il retro copertina dove è riportata l'immagine di un'altra galleria celebre questa volta di Buenos Aires:il Pasaje Guemes. Anche questo naturalmente ha una ragione precisa riportandoci nel cuore di un racconto di Cortazar, dove il protagonista entra nel Pasaje Guemes ed esce dalla Galeria Vivienne! 



E Silva cita proprio Lautremont quando descrive il lavoro fatto con Cortazar per El Ultimo round e per La vuelta del dia en 80 mundos: "Como decía Lautréamont sobre el encuentro fortuito entre un paraguas y una máquina de coser sobre una mesa de disección.
Cosas aparentemente contrarias cuando las unís cobran sentido. Como en un collage.Te das cuenta que es como recortar la cabeza y los pies, y quien tiene imaginación con la cola pegás una imagen ordinaria y seconvierte en extraordinaria, y hace que en el texto haya una antinomia".Per quel che riguarda la bizzarra impaginazione di El ultimo round, con testi brevi proposti nella parte superiore e immagini varie (molte di dominio pubblico e alcune firmate da Sara Facio) in quella inferiore che si poteva sfogliare autonomamente dal testo Silva racconta che il libro "fue construido cortando las páginas, de modo que se crearon dos pisos autónomos. Esto permitía un arte combinatoria. 


L'impaginazione della prima edizione di El ultimo round,
con pagine divise in due per poter essere sfogliate in momenti
diversi creando  nuove combinazioni tra il sopra e il sotto

El texto se podía leer de varias maneras. En todo esto hay un ejercicio lúdico, donde el actor es el lector, que puede elegir su lectura, la posibilidad de intercambiar texto e imagen. La idea también era un poco la del tarot, mezclar las imágenes de arriba con las de abajo, como los textos, en general, eran muy cortos; de alguna manera era divertido poder darle ritmos diferentes. No fue simple la manera de compaginar, pegabas la primera página, era un trabajo manual, página a página". 



Silvalandia

Ma il lavoro più curioso che i due realizzano è Silvalandia che innanzitutto inverte il rapporto da sempre esistito nell'editoria tra un illustratore ed un testo: in questo caso invece di partire dal testo, il progetto è partito dalle illustrazioni surreali di Silva che ha inventato un mondo parallelo nella quale si è tuffato Cortazar, con la sua inesauribile verve immaginifica e giocosa. In fondo, creature fantastiche come gli Ontok inventate da Silva, non hanno qualcosa a che vedere con la poetica dolcezza degli animali descritti nel Bestiario di Cortazar? 

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