Les femmes dadaiste escono dall'oblio a Martigny




A Martigny sembra che tutto ruoti intorno alle mostre d'arte realizzate a curate immancabilmente con un alto profilo internazionale. In questa cittadina vallese che da anni segue la linea virtuosa in favore della cultura che di rimando beneficia l'economia diffusa, è allestita fino al 10 gennaio 2016 una curiosissima mostra sul centenario movimento Dada che ha avuto una paria particolarmente accogliente nella Svizzera neutrale, durante il primo conflitto mondiale del ventesimo secolo. 

Celine Arnauld con il gruppo dadaista a Parigi, 1921

In questa occasione il conclamato movimento d'avanguardia è proposto attraverso una raffinata e minuziosa ricerca che Ina Boesch ha circoscritto al contributo femminile, suggerendo  il grazioso titolo legittimamente trilingue "La Dada Die Dada She Dada". Le figure selezionate a rappresentare il movimento sono cinque e nei saloni del Manoir de la Ville di Martigny (che ospitano il museo dal 1964)si incontrano in un dialogo virtuale con altrettante artiste contemporanee. 

Annah Hoch , collage

Con lo spirito ironico di cui i dadaisti hanno sempre fatto mostra, l'iniziativa è stata accompagnata da una pubblicazione intitolata Journal de l'exposition e organizzata come un abecedario. Il foglio parte con la A di Judith Albert che ha reso un originale omaggio all'artista Hannah Hoch, la dadaista berlinese pioniera dei fotomontaggi e autrice di opere con la tecnica del collage. Come è facile immaginare, la lettera Z ricorda Zurich dove Dada è nato il 5 febbraio 1916....qualche giorno prima della tragica battaglia di Verdun. 

la baronessa Elsa Freitag-Loringhoven insieme allo
scrittore giamaicano Claude Mc Kay

Ed è proprio contro la guerra, i nazionalismi e i clichè annidati nel buon senso comune che gli artisti affiliati a questo movimento si sono riuniti, con tutto il loro arsenale di inventiva irrazionale applicata a creazioni insolite animate dallo spirito antiartistico che contraddistinguerà le avanguardie novecentesche. Le donne hanno fatto parte con passione all'estremo tabula rasa sostenuto da Dada, ma il loro lavoro non ha avuto lo stesso riconoscimento vantato dalle opere maschili. 

Sophie Taeuber-Arp, marionette

A Martigny, le cinque dadaiste prescelte sono state fonte di ispirazione per altrettante artiste contemporanee quali Judith Albert, Elodie Pong, Anne-Julie Roccoursier, Anka Schmid, Chantal Romani. Ognuna di esse ha realizzato una istallazione video riflettendo sull'eredità che Dada ha offerto con generosità involontaria a tutti gli artisti che volessero attingervi, anche solo concettualmente. 

Le Journal de l'Esposition, disponibile presso il Museo per 5 FCH


Anka Schmid ha elaborato un lavoro intorno a Sophie Taeuber-Arp, la più celebre dama del movimento che oltre a sposarne uno dei capostipiti, ha partecipato come ballerina nelle mitiche serate con Hugo Ball al Cafè Voltaire sulla Spiegelgasse di Zurich (riaperto nel 2004), firmando anche il Manifeste Dada. 

Anka Schmid Sophie danse malgrè tout

In questa circostanza la Schmid ha realizzato uno spettacolo di danza con una ballerina, una cantante e una marionetta intitolato Sophie danse malgrè rout. Elodie Ponge apre una porta sull'universo di colei che ha anticipato il movimento queer e quello della performance femminista: la baronessa Elsa Freitag-Loringhoven, dadaista della prima ora e figura stravagante della scena newyorkese che con i suoi ready made ha influenzato Marcel Duchamp. 

Elodie Ponge - Moustache

Anne-Julie Raccoursier si è interessata all'opera della poetessa sperimentale Cèline Arnauld che ha creato e diretto la rivista Projecteur oltre a partecipare alle performances dadaiste di Parigi e a denunciare gli orrori della guerra in poesie spesso pubblicate sulla rivista Dada.



Chantal Romani ha rivisitato e sublimato il lavoro sottile di Angelika Hoerle, artista sorella e seguace del dadaista Willy Fick appartenente come lei al gruppo di Kohl. La sua fugace apparizione è stata particolarmente significativa per aver realizzato opere che prefiguravano le tematiche surrealiste. scomparsa a 24 anni a causa di una tubercolosi.

Angelika Hoerle - Mann mit auge
L'esposizione non dimentica di citare una cinquantina di artiste che hanno contribuito al movimento Dada dai cinque poli  storici che questo ha avuto: Zurigo, Berlino, Colonia, Parigi, New York. Tra nomoi poco conosciuti compaiono anche quelli celebri della sorella di Duchamp, Suzanne,di Alice Bailly, di gala Elouard e di Sonia Delaunay. 




Intorno a Dada gli occhi del mondo saranno fissati nel 2016, anno del suo centenario, e a Zurich lo storico dell'arte Juri Steiner ha già annunciato una serie di attività interdisciplinari riunite sotto il titolo "Dada 100 Zurich 2016", ma soprattutto la sua curatela per due mostre. La prima al Museo Nazionale, intitolata "Dada Universel"; la seconda al Kunsthaus intitolata "Dadaglobe" che promette la ricostruzione di un progetto ideato da Tristan Tzara. 




A proposito di Tristan Tzara, dal 24 settembre 2015 fino al 17 gennaio 2016, Il Museo d'arte Contemporanea di Strasburgo dedica una mostra intitolata "Tristan Tzara, l'homme approximatif", come un suo volume. Si possono ammirare 450 opere e testi che gli sono giunti da tutta Europa nel 1921, per sua esplicita richiesta, da personaggi quali Andrè Breton, Max Ernst, Brancusi, Marcel Duchamp, Man Ray, Picabia, Schwitters, Pablo Picasso, Paul Klee, Giacometti, Jean Arp e tra i tanti altri....Sophie Taeuber. Che il vento della libertà radicale che Dada ha diffuso nella società continui a spirare anche al di fuori del mondo dell'arte!




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