Trentasette anni di resistenza a Uzeste

Come sempre entusiasmante il Festival girondino Uzeste Musical, giunto alla sua trentasettesima stagione di impollinazione “poïélitique” durante il quale gli eventi performativi rimettono le coscienze a fior di pelle, attraverso la reinvenzione del “vivere” nella relazione tra artisti e spettatori. 



Anche quest'anno il taglio testimonia la resistenza iniziata alle origini di questo pirotecnico festival, contro l’industria culturale spettacolarizzata. In uno dei passi della travolgente  presentazione  del festival si legge: "Dovremmo rinunciare alla libertà di essere felici? ,  citando la domanda a cui cerca di rispondere l'ultimo lavoro dello psicanalista Roland Gori. 





E in nome della libertà che rende felici, il progetto di questa edizione si scaglia contro i feticci del potere e del successo sociale, dalle rock stars, ai calciatori, dai politici  alle top model, per scongiurare quella ipertrofia figlia della manipolazione che affligge le coscienze nel quadro di una libertà liberale, dove il licenziamento diventa un piano sociale, i cittadini dei clienti, i sindacati degli ostaggi, la diversità un’aberrazione, la politica una sentinella delle banche… 

E ancora una volta l’Uzeste Musique, toujours coup de théâtre, è biforcazione, imperfezione soggettiva, squilibrio stabilizzato, resistenza del diverso alla consanguignità finanziaria, esercizio di un pensiero libero laddove, altra citazione dalla presentazione, "è nel vuoto di pensiero che si inserisce il male" (Hannah Arendt). 



Bernard Lubat, artista e cratore di questa straordinaria esperienza conclude consigliando: mettiamo la libertà nelle nostre idee, lasciamo che il pensiero respiri  una nuova aria e in nome del diritto al sogno, viviamo la disobbedienza  poïélitique ( parola lubatiana che sintetizza poesia e politica). 

Quest’anno le tematiche dei seminari in programma per la Hestejada de las arts hanno riguardato i due grandi temi indagati dall’approccio artistico di Lubat. Il ritmo come mezzo di trasporto dei sensi, e l’improvvisazione come passaporto per l’immaginario attraverso la narrazione inventiva organizzata con la musica, la parola cantata e detta, il gesto. 


Richard Bohringer accompagnato al pianoforte da Bernard Lubat


I numerosi eventi disseminati tra Uzeste ed altri piccoli villaggi limitrofi, hanno proposto vertiginose sedute di musica improvvisata contemporanea; un omaggio a Leo Ferrè, con l’attore Richard Bohringer, in cui la musica improvvisata ha incontrato edipicamente quella barocca;lo spettacolo transartistico Artifice Opera;diversi concerti tra i quali quello dell'Hope Quartet diretto dal contrabbassista Henri Texier e quello di Archie Shepp con Michel Portal e tanti altri ; una serie di conferenze su temi politici e culturali: quasi sempre con biglietti di ingresso di 5 Euro!




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