FUORI ORARIO IN ORARIO

 

Una volta chi mancava la trasmissione televisiva che ha costretto i cinefili a visioni notturne ma imperdibili, la trasmissione curata da Enrico Ghezzi e intitolata "Fuori orario, cose mai viste", avrebbe perso l'occasione unica di vedere un film del 1963 intitolato Méditerranée e girato da Jean-Daniel Pollet programmato alle ore 1 e 40 della notte dedicata ad una sua retrospettiva che proseguirà nel cuore della notte seguendo l'onda mediterranea con Bassae del 1964 (il titolo riprende quello di un tempio che sorge nel Peloponneso ed è stato edificato dallo stesso architetto del Partenone) e L'Ordre del 1973 ( girato a Spinalonga, una piccola isola ormai deserta e vicina alle coste di Creta dove per oltre cinquant’anni sono stati segregati i lebbrosi). Oggi fortunatamente per poterlo vedere si può rimediare collegandosi comodamente quando si vuole al seguente indirizzo:


Questo medio metraggio che sfiora la durata di un'ora, è il resoconto di un viaggio che il regista ha fatto percorrendo trantacinquemila chilometri intorno al nostro mare che non era ancora un cimitero di uomini disperati come è diventato negli ultimi anni. La realizzazione di questo documentario di immagini è completata da uno splendido testo di Philippe Sollers e dalla musica affascinante di Antoine Duhamel, allievo di Olivier Messiaen che i cinefili conoscono da alcuni film della Nouvelle Vague firmati da Bernard Tavernier, François Truffaut e Jean-Luc Godard. Godard che ha amato moltissimo questo film, celebrandolo sui Cahiers du Cinéma nel 1967 con un articolo intitolato Impressions anciennes dove scrive: «Come un’onda ogni giunzione viene a fissare e cancellare la parola ricordo, la parola felicità, la parola donna, la parola cielo. Anche la morte poiché Pollet, più coraggioso di Orfeo, si è voltato più volte verso quel volto angelico nell’ospedale di non so quale Damasco» .

Jean-Daniel Pollet


Ma la passione per questo film non si ferma qui arrivando alla cattura di alcune immagini nel film Socialisme (2010) e anche in Le Livre d’image (2018). Il film di questo regista che ha coltivato gloriosamente la sua marginalità, sfuggendo al sietema produttivo e industriale del cinema, è struggente e il primo frammento della voce fuori campo che legge il testo di Sollers dice "Una memoria sconosciuta fugge ostinatamente verso epoche sempre più lontane"... Ma Fuori Orario non esaurisce il suo omaggio a Pollet presentando al suo pubblico solo i film menzionati. Continuerà il 6 ottobre, proponendo alla una e quarantacinque Contretemps del 1988 ed anch'esso in prima visione assoluta in tv. Quest'ultimo documento sceneggiato dal regista insieme a Philippe Sollers e Julia Kristeva, è una sorta di distruzione e ricomposizione di alcune sue opere precedenti che oltre ai film citati comprendono La Femme au cent visages, Les Morutiers, Pour mémoire. Tuttavia il film che ne risulta è totalmente nuovo in cui gli inserti dei brani tratti dai film menzionati entrano in una spirale vorticosa che vuole essere una sua riflessione sul tempo e la ripetizione. Su questo lavoro Pollet commenta: "con Contretemps ho fatto una specie di testamento". Buona visione!!!

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