DANIEL SPOERRI CHEF: EAT ART E BANCHETTI





La cucina è un po’ come la danza, hanno almeno due parti in comune: dipendono entrambe dai gesti, e ogni performance è una nuova creazione irripetibile e perduta per sempre. È in tal senso che le coreografie e le ricette si assomigliano: si tratta nei due casi di un tentativo di fissare un atto”.  (Daniel Spoerri)

Qualche anno dopo la realizzazione dei tableaux-piegés, dove i tavoli sono utilizzati come base operativa del suo lavoro che fissa quello che resta quando si conclude l'atto del mangiare,  Spoerri non poteva non rivolgere la sua attenzione al materiale che su questi tavoli è in una continua e casuale mutazione: da uomo realista, l'artista riflette sulla materia dell’alimentazione. La prima esperienza che documenta la necessità di occuparsi del cibo si manifesta tra il settembre e l'ottobre 1961, quando Spoerri dà luogo all'esposizione concettuale L’Epicerie alla Galerie Addi Köpcke di Copenaghen in cui adibisce una sala a drogheria, mettendo semplicemente in vendita  generi alimentari, che si trovano normalmente  nei negozi di alimentari  conservati in lattine, scatole, bottiglie, etc..., appiccicandoci un cartellino con impresso il timbro: Attention Oeuvre d’Art Daniel Spoerri. 


Questi, trasformati in opere d’arte, 
rivisitano il ready-made trasformandolo in maniera radicale e negando la sua funzione in un atto poetico che critica la crescente cultura consumistica degli anni ‘60 che coinvolge anche il cibo. Inoltre il gesto vuole essere esclusivamente simbolico slegando il valore aggiunto che l'indicazione di opera d'arte implica generalmente, influendo pesantemente sulla determinazione del prezzo di vendita. In questo caso le confezioni alimentari il cui statuto era stato trasformato in opera d'arte, sono state vendute al loro normale prezzo di mercato, rinunciando così a una convenzione per abbattere il tabù che regola arte e mercato: lo scaffale che le esponeva i prodotti fu svuotato quasi completamente il giorno stesso del vernissage.

 





Lo stesso tema è proposto due anni dopo con Collection d'épices (1963), dove tra i numerosi prodotti di drogheria compare una scatoletta di Merda d'Artista di Piero Manzoni. In questo caso gli alimentari sistemati in una bacheca a tre ripiani non sono destinati alla vendita e l'opera è conservata al Moderna Museet di Stoccolma. 

Daniel Spoerri Collection d’épices (1963) Prodotti commerciali di drogheria, scaffale. 61 x 206 x 15 cm. Moderna Museet, Stoccolma.


Ma dalla posizione di osservatore del caso che fissava i resti del cibo sui suoi pannelli, nello stesso 1963 il suo interesse assumerà una forma attiva: cucinare personalmente le vivande che a fine pasto lasceranno le tracce di una cena consumata insieme agli utensili utilizzati e ad altri oggetti rimasti sul tavolo, pacchetti di sigarette, posacenere, bottiglie, libri.... L'altra peculiarità di questa attività di chef è che Spoerri la svolge prevalentemente negli spazi espositivi, allestiti come veri e propri ristoranti. 


La prima tra queste performances avviene nel 1963 presso la mitica Galerie J situata all'angolo tra Rue Clément e Rue Montfaucon, che, oltre alle citatissime gallerie come quella aperta dal 1955 al n°3 di Rue des Beaux Arts dall'eccentrica brunette Iris Clert a suo nome o quella diretta da Jean Larcade (la Galerie Rive Droite in Faubourg Saint-Honorè), ha lasciato il segno nel mercato dell'arte per l'audacia della sua programmazione. Indimenticabile  Feu à volontè di Niki de Saint-Phalle che nel 1961 ha sparato colpi di fucile su confezioni di colore liquido.

Catalogo della mostra Feu à volontè di Niki de Saint-Phalle, Galerie J,  1961

Ancor più provocatoria la mostra di Christo e della compagna Jeanne-Claude Marie Denat, che nei locali della galleria ha duplicato il muro costituito con 89 barili di petrolio e sistemato il 27 giugno 1962 in Rue Visconti per impedire il traffico stradale, come protesta contro il muro di Berlino costruito nell'agosto dell'anno precedente. Nell'invito all'esposizione presso la Galerie J, si legge che il pubblico è stato convocato alle 20, ora in cui sarebbe partita una passeggiata con destinazione Rue Visconti, secondo un percorso indicato sull'invito stesso, corredato sul retro da un testo di Pierre Restany.

Christo, Le rideau de fer. Monument temporaire mur d'assemblage, Rue Visconti, 1962



Il temporary restaurant aperto da Spoerri alla Galerie J avrà la durata di dieci giorni, in cui l'artista cucina prepara sei menù diversi per il pubblico seduto alle tavole apparecchiate, in occasione di una sua esposizione monotematica sugli utensili che si adoperano in cucina e che per l'occasione sono puntualmente contati: 723, tutti montati su dieci tavole di soggetto omogeneo. In questo gioco, mentre Chef Daniel cucinava, alcuni critici d'arte, tra i quali il padrone di casa Pierre Restany, il poeta e artista Alain Jouffroy, il critico d'arte e storico dell'anarchismo Michel Ragon, il poeta John Ashbery, si sono prestati a servire gli ospiti intrattenendo con loro brevi conversazioni volte a spiegare il concetto delle opere esposte.



Per esempio il menù dell'8 marzo è dedicato all'artista e fotografo Raymond Hains che il mese successivo esporrà al  Salon Comparaisons la sua opera  Néo-Dada emballé o l’art de se tailler en palissade derivata da un bozzetto di Christo. La denominazione dei piatti è suggestiva: tra gli altri il Potage-Lettriste e le Coquilles St-Jacques au gratin, Mahé de la Villeglé... pasteggiando con champagne Heidseck e concludendo con cognac Hennessy accompagnato da un  buon sigaro.



Un anno dopo, per l’esposizione presso la Allan Stone Gallery di New York, furono cibo e caso a intrecciarsi per l’invito che Spoerri rivolse a un gruppo di artisti di cui fecero parte, tra gli altri, Marcel Duchamp, Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Allan Kaprow. In ambienti diversi della città furono preparati 31 tavoli dai colori diversi (blu, rossi, gialli) ma apparecchiati in maniera perfettamente identica e con lo stesso menù. E, in giorni diversi, fu invitato a prendere il suo pranzo uno solo di questi invitati. 


Questi ultimi decisero a piacimento come posizionare tutti gli oggetti sul tavolo e quindi lil bloccaggio degli oggetti sul piano realizzato da Spoerri trovava piccole varianti di un gruppo omogeneo di oggetti. In questo modo la documentazione di un pasto solitario ha testimoniato lo smarrimento della convivialità che iniziava a colpire le abitudini moderne. Purtroppo Allan Sone non ha voluto acquistare il film che Andy Wahrol ha girato riprendendo quei pasti e che si è perso: l'artista chiedeva solo 100 dollari. Chissà quale valore potrebbe avere oggi visto che, per esempio, la tavola dove ha mangiato Duchamp (nella fotografia) è stimata tra i 130 mila e i 150mila dollari.

Daniel Spoerri, Eaten by Marcel Duchamp, 15 marzo 1964

Nel 1966, nell'importantissima galleria City Galerie di Bruno Bischofberger a Zurigo, agli ospiti è richiesto di portare le proprie stoviglie, mentre Spoerri cucina e i critici d'arte servono ai tavoli: come al solito alla fine tutti i tavoli si sono trasformati in opere trappola, che riunite hanno formato la prima esposizione di questo genere in Svizzera. Sul catalogo della mostra Spoerri ha scritto un testo in inglese, francese e tedesco.

Catalogo della mostra alla Galleria Bischofberger di Zurigo

25 settembre 1966, cena con specialità rumene alla City Galerie di Zurigo

Tra il 1966 e il 1967 Spoerri decide di allontanarsi dall'ambiente artistico perchè sente la necessità di staccarsi dalla tipologie di opere che aveva fatto fino allora, cioè i celebri quadri trappola. Così decide di raggiungere l'Egeo e stabilirsi sull'isola greca di Symi dove, oltre a realizzare veri e propri feticci con piccoli oggetti trovati (una serie di 25 pezzi "archeologici" intitolata Magie à la noix, oggi conservata al Museo del castello di Morsbroich presso Leverkusen),  ha autoprodotto la rivista Le Petit Colosse de Symiuscita tra il 1966 e il 1967 in quattro numeri stampati a Basilea da Brin & Tanner, con testi e contributi di Jean Tinguely, Robert Filliou, Olivier Mosset, Emmett Williams, Daniel Spoerri, Bernard Luginbühl, Diter Rot, François Dufrêne, André Thomkins, Georges Brecht, Claes Oldenburg, Makoto Oka, John Masturs, Erik Dietman e della sua compagna Jacqueline "Kichka" Baticheff. 


Durante il soggiorno insulare, l'artista non trascura affatto la sua passione per la cucina, raccogliendo insieme a Kitchka  le sue ricette su un Hochbuch, annotando come in un diario, tutto ciò che lui e la sua compagna hanno cucinato nel corso di quasi due mesi. Verrà pubblicato all'inizio dell 1970 dalla casa editrice Luchterhand (ripubblicato nel 1995 da Edition Nautilus di Hamburg) con il titiolo Gastronomisches Tagebuch. Itinerarium für zwei Personen auf einer ägäischen Insel nebst Anekdoten und anderem Kram sowie einer Abhandlung über die Roulette,(Diario Gastronomico. Itinerario per due persone su un’isola dell’Egeo, oltre ad aneddoti e altre sciocchezze, nonché un breve saggio sulle polpette).



Daniel Spoerri è un appassionato collezionista di libri di cucina. Il suo interesse non riguarda solo i metodi di preparazione culinaria, ma anche e soprattutto le tendenze storico-culturali, come il significato socio-culturale che può assumere il fatto di mangiare l’animale intero: le frattaglie, ad esempio, hanno un ruolo importante in rituali o cerimonie; in molte culture consumare il cervello rinvigorisce il corpo e la mente, mentre ai granelli verrebbero attribuite proprietà afrodisiache. D’altro canto, dall’inizio del ventesimo secolo, nei paesi europei alcune parti degli animali non vennero più consumate perché ritenute non commestibili, spesso per motivi igienici. Oggi, invece, sempre più persone riconoscono il valore degli animali e ritorna in voga la tendenza di consumare ogni singola parte dell’animale, secondo la filosofia «nose to tail».

In particolare, Spoerri scrive una curiosa dissertazione sulle polpette di carne macinata che sono un piatto nazionale della cucina greca e sono conosciute come keftedesDissertation sur le ou la Keftédès ou ré exions sur le prémâché ou comment parler boulettes et non art avec une excursion imprévue sur le sang. La passione per questa pietanza sarà ribadita con il libro del 1970 J'aime les kéftèdesrealizzato insieme al raffinato editore di libri rari persto diventati cult, Robert Morel, combattente nella resistenza a Lione e celebre per aver scritto l'unica testimonianza sulla letteratura francese di quel periodo oscuro, La littérature clandestine che nel 1945 ha pubblicato Pierre Fanlac. Morel che si è volontariamente spostato dal trambusto parigino per costruire una sede avveniristica a Les Hautes des Plaines Mane nell'alta Provenza, ha stampato tremila esemplari di questo contribuendo anche come autore.  

Daniel Spoerri e Robert Morel, J'aime les kéftèdes, Les Hautes Plaines de Man. 1970

  1.  Al suo rientro in Germania, Spoerri apre a Düsseldorf il ristorante Spoerri (18 giugno 1968) nel quale serve cibo preparato da lui stesso. 

Spoerri con Kichka Baticheff nel ristorante di Düsseldorf, 1968

Nel 1969, Spoerri osserva che l'utilizzo delle frattaglie per la preparazione dei cibi, come trippa, stomaco e intestino, ci fanno consumare gli organi che consentono agli animali di digerire e per questo è opportuno mangiarli. Insieme al regista Tony Morgan realizza su questo tema il cortometraggio in 16mm di 8 minuti, bianco e nero, intitolato Resurrection, in cui il ciclo viene rappresentato al contrario di come avviene. Spoerri lo spiega così: comincia con un pezzo di merda che esce dall’uomo e poi si svolge tutto alla rovescia: l’uomo che mangia la carne, la compra, il macellaio la prepara, il bue al macello, il bue nel prato e il bue che defeca.In tutto questo mi interessa la struttura circolare che mette in relazione vita e morte.

Resurrection, proiettato nella toilette del Museo della Merda a Castelbosco

Nel maggio del 1970, durante una visita a New York, Spoerri ebbe l'idea di aprire una galleria nei locali sovrastanti il ristorante chiamandola Eat Art Galerie, come la casa editrice che ha realizzato numerose pubblicazioni sue e di altri artisti. Lo spazio, frequentato da Beuys, Arman, Cesar, Lindner, Luginbüh, sarà guidato da Daniel con il suo socio Carlo Schröter che in seguito l'ha rilevato. 


In quel periodo Spoerri inizia anche a praticare la scultura con una prima opera di bronzo intitolata Santo Grappa, e realizzata per esorcizzare l'attitudine ad esagerare con l’alcool che lo affliggeva dalla fine degli anni Sessanta. Altre forme d’arte derivate dal ristorante sono i quadri realizzati incollando sulla tavola i resti e i piatti sporchi, così come li hanno lasciati i clienti, le collezioni di ricette di cucina e stravaganti riti gastronomici che diventano performance.

Il ristorante di Spoerri aperto in Bourgplatz n°4 di Dusseldorf tra il 1968 e il 1972

Non è stato facile convincere i proprietari della birreria Der Kutteltrog che avrebbero dovuto affittare i loro locali a  un soggetto come Spoerri, in quanto erano molto dubbiosi sulla riuscita della nuova impresa di ristorazione, vista la professione svolta dal loro aspirante inquilino. L'idea era che nel ristorante, a conclusione del pasto, l'ospite potesse acquistare il tavolo con tutto quello che c'era sopra fissato dall'artista per una cifra di 1000 Marchi, portandosi a casa una sorta di autoritratto della cena appena consumata. 

Il progetto del ristorante e della Eat Art Galerie

Contemporaneamente,  Spoerri e il suo socio hanno curato l'animazione del ristorante con la loro inesauribile creatività. Per esempio quando nell'agosto del 1970 crearono Le diner cannibale mettendo ai fornelli gli chef parigini Claude e  François-Xavier  Lalanne, che oltre tutto erano scultori, artisti, creatori di gioielli, amici di Brancusi, Man Ray, Dalì, Yves Saint Laurent, Pierre Reatany che organizzò la loro prima mostra presso la Galerie J  frequentata da tutti gli artisti aderenti al Nouveau Réalisme. La coppia preparò un pasto a base di carne e per restare in tema con il titolo crearono un simulacro umano da mangiare, ma che evidentemente non era vera carne umana. Claude Lalanne aveva creato una tecnica per realizzare stampi in rame di un intero corpo. Con questi, Spoerri è stato modellato sdalla testa ai piedi e le forme in rame sono state dorate per cucinare alimentari senza essere dannose.












Puntare a dare rilievo al senso del gusto è per Spoerri il modo per ripensare il significato dell'oggetto e il contesto culturale che lo circonda. In questa obiettiva appropriazione della realtà, vengono affrontate questioni problemi che tra il 1969 e il 1972 hanno approfondito quegli artisti del sud della Francia riuniti nel  gruppo Support-Surface che nel suo manifesto pubblicato nel 1971 sulla rivista Peinture, cahiers theorique teorizzava il lavoro artistico alla stregua di una prova ideologica di artigianato realizzato da lavoratori anonimi in mezzo alla folla, con implicazioni politiche riconducibili ad un mélange ideologico di sinistra che andava dai comunisti ai maoisti, passando per i trotskisti, i situazionisti e gli anarchici.

Daniel Spoerri, Darwin’s Nudlradl Collection, 2009-2010

Nel semestre invernale 1977/78, Daniel Spoerri assunse una cattedra presso la scuola d’Arte e Disegno di Colonia che mantenne fino al 1982. La sua classe specialistica era indicata nell'elenco dei corsi con la parola "multimedia", e all'epoca significava qualcosa di diverso rispetto a oggi. Quando Spoerri si presentò al preside per iniziare il suo corso, fu colpito dalla congiunzione tra nome e cognome: infatti, il direttore della scuola  era omonimo del filosofo Karl Marx. Il pubblico artistico locale ricordava ancora bene la mitica mostra di Spoerri intitolata Bis das Ei hartgekocht ist che si era tenuta il 12 settembre del 1963 alla galleria Rudolf Zwirner, mantenendo fino ad oggi il record dell'esposizione più breve della storia. Il titolare dello spazio la racconta così: "Il pubblico rimase interessato alla galleria vuota e fissò le pareti vuote. Poi si è aperta una porta, le opere sono state portate dentro dalla squadra incaricata alla consegna che le ha appese. Finito questo passaggio Spoerri mise un'uovo nell'acqua bollente e regolò l'orologio. Dopo quattro minuti, l'uovo era cotto e i fattorini tolsero le opere e le portarono fuori. Abbiamo venduto sei quadri in soli quattro minuti! Per impedire alla gente di andarsene dopo soli quattro minuti, c'era un pasto, per il quale Spoerri aveva organizzato la preparazione di un manicaretto inusuale: gli ingredienti che provenivano dalla Cina erano mosche, vermi, serpenti e insetti conservati sott'olio in barattoli. L'artista ha mescolato tutto insieme e ha fatto delle omelette servendole al pubblico Poi abbiamo bevuto tutti un amaro Underberg."


Rudolf Zwirner nella sua galleria mentre mette l'uovo nell'acqua calda e apre ufficialmente la mostra più breve della storia dell'arte

Nel contesto di questa città particolarmente attenta alle nuove forme artistiche,  Spoerri iniziò a sfogliare l'elenco telefonico  per cercare i casi eclatanti di omonimia cosicchè da organizzare una cena in omaggio al direttore, dove tutti i commensali avessero nomi altisonanti della cultura, della politica, delle arti.... A fronte del risultato della ricerca il 4 aprile del 1978, con la collaborazione degli studenti dell'Istituto che si occuparono di decorare la tavola, questi omonimi vennero invitati ad una cena intitolata Hommage à Karl Marx, alludendo naturalmente al direttore della sua scuola. 

                     
In suo onore, Spoerri convocò alcuni semplici cittadini di Colonia come Johann Wolfgang Goethe, Richard Wagner, Franz Schubert, Friedrich Engels, Heinrich Kleist, Matthias Grünewald, Immanuel Kant, Friedrich Nietzsche, Arthur Schopenhauer, Albrecht Dürer, Karl Jaspers, etc. Anche i cibi proposti dall'eccellente master chef Carlo Schroeter del Restaurant Spoerri  di Düsseldorf avevano nomi riconducibili a grandi personaggi della storia, come l'aringa alla Bismarck, i Tournedos alla Rossini, filetto alla Chateaubriand, fino al Mozart-Kugel e al cognac Napoleon da sorseggiare fumando uno shakespeariano sigaro Romeo Y Julieta.
                   


Gli anni '80 si aprono con L’Attrappe-Tripes. Eat Art Festival in programma a Chalon sur Saone nel mese di marzo, continuando con altre iniziative curiose. Per esempio in un piovoso 23 aprile 1983 Daniel Spoerri organizzò nei giardini del feudo di Montcel a Jouy-en-Josas, poco distante da Versailles, una festa sovvenzionata dal mecenate Jean Hamon e denominata Déjeuner sous l'herbe. Il progetto condiviso dal finanziatore dell'operazione era di dare sepoltura al tavolo su cui avrebbero mangiato un centinaio di illustri esponenti dell'élite culturale. La performance Eat-Art, ideata dall'artista che allora era membro attivo del gruppo Fluxus definendosi "nipote di Duchamp", prevedeva una precisa sequenza di azioni: mentre gli ospiti degustano un menu a base di frattaglie, una gru scavatrice si occupa di scavare una trincea profonda un metro e mezzo e lunga i 40 metri corrispondenti alla dimensione del tavolo. Il menù è a dir poco stravagante: ragù di pitone,  mammelle affumicate, bistecche di proboscide d’elefante, oltre che i più accessibili polmoni di vitello, trippe e piedini, formaggio e il dolce, il tutto opportunamente innaffiato dal vino.


 A questo punto i commensali sono invitati a sistemare nella trincea la tavola ancora imbandita con gli utensili e i resti del loro cibo  avendo cura di non spostare nulla. Infine la tavola viene ricoperta di terra finchè la fossa è completamente riempita. Nel 2010 una squadra di archeologi dell’Institut National de Recherches Archéologiques si reca sul posto per far riemergere gli avanzi del banchetto di ventisette anni fa, concludendo l'happening ideato da Spoerri il quale ha osservato come il suo scavo fosse un modo per impegnarsi in un'operazione che potrebbe identificarsi come una delle possibili definizioni di archeologia: "fare seriamente qualcosa di assurdo".


Quindi Spoerri nel 1983 immaginava l'esito della sua performance in una proiezione futura e più precisamente in quell'azione finale che l'avrebbe conclusa dando luogo ai "primi scavi dell'arte moderna", come se le suppellettili di un pic-nic risalente al 1983 testimoniassero un rito oscillante tra il funerario (la sepoltura) e il gastronomico (il banchetto), perpetrato dai membri di una civiltà perduta. Nel luglio dello stesso anno Spoerri organizza una Astro-Gastro-Dinner in occasione del 175esimo anniversario dell’Accademia d’arte di Monaco.


Rezept Bibliothek, 1984-1990, Wooden box, 60 x 60 x 37 cm, with the unique “Tableau-piège”


Tra il 1984 e il 1990 è pubblicata la raccolta di volumi Rezeptmappen-Bibliothek (biblioteca culinaria), da Francesco Conz a Verona, dove Daniel Spoerri raccoglie, scrive e presenta diverse ricette servendosi di una combinazione di testi e illustrazioni, realizzate da alcuni artisti e artiste della sua cerchia di amici (Fritz Schwegler, Roland Topor, Bernhard Luginbühl, Katharina Duwen, Alfred Hofkunst, Bernhard Johannes Blume, Sabine Schroer, Christian L. Attersee, Dieter Roth und Karl Gerstner). Già nel 1970 aveva pubblicato un opuscolo intitolato Gastronoptikum.


Diversamente dai libri di cucina tradizionali, in cui le ricette sono convenzionalmente classificate per portate, in questa opera la suddivisione avviene invece tenendo conto degli organi e delle parti dell’animale. L’intenzione di Spoerri era, infatti, quella di portare sulle tavole l’animale intero, con tutti i suoi organi. Dopo il primo volume, in cui l’autore ha trascritto le ricette delle sue zuppe preferite, seguono ricette a base di trippa, sangue, polmone e lingua, granelli, cervello, zampini e grasso.



Nell'agosto del 1988, a Graz viene proposto Le Diner Travesti, un banchetto che sarà presentato in vari luoghi e per diversi anni in forma analoga ma con il nome di Palindromisches Diner (Cena palindroma). Si trattava di un banchetto destinato a circa un centinaio di persone con l’idea di progettare un pasto che, dal punto di vista visivo, sembrasse iniziare dalla fine, cioè dal caffè e dal dessert, mentre in verità si apriva, in modo del tutto corretto, con gli antipasti e il consommé; proprio come accade nei palindromi, cioè le parole si possono leggere sia dall’inizio che dalla fine. Per esempio nell'ambito della manifestazione Vakanz II dell'estate 1988 a Schwarzenberg in Austriail menu prevedeva innanzitutto un sigaro “RenneR”, che in verità era una specie di grissino ben cotto; subito dopo il “caffè”, che era un brodo ristretto con panna al rafano, accompagnato dal tradizionale sherry. Venivano poi tre palline di gelato, che in verità era fatto con una purea di patate colorata con estratto di spinaci, barbabietola rossa e zucca; sulle palline era stata versata della crema di cioccolato che in realtà era una robusta salsa alla cacciatora. Contemporaneamente venivano servite le “praline di cioccolato”, che consistevano in polpettine di carne guarnite con una densa vellutata e semi di senape. A questo punto erano previste le torte che sembravano a base di panna , anche se erano composte da uno strato di mousse al salmone, uno di mousse alla trota e uno di purea di spinaci, il tutto su una base di biscotti salati. La guarnitura consisteva in panna montata insaporita a colorata con senape, curry e paprika. A questi punto toccava a i secondi con tuna grigliata di pesce che in verità era costituita da polpettoni cotti in stampi da pesce e spennellati con un’emulsione di burro e caviale. Seguiva il porcellino arrosto, cioè un pasticcio di pollo infornato in uno stampo a forma di porcellino e ricoperto di una gelatina di colore scuro. Non gli mancava neanche l’obbligatorio ciuffetto di prezzemolo in bocca. Poi fu il turno dei “polli” arrostiti in piedi, per i quali sono stati utilizzati dei cosciotti di agnello cotti in forno fino a renderli ben croccanti e poi infilati verticalmente in una rete di filo di ferro. In basso, erano applicate alle ossa le zampe vere dei polli, mentre sulla sporgenza superiore sono state infilate le teste di pollo arrostite; sulla coscia vera e propria – quella che doveva essere il corpo del pollo – erano infine applicate le penne della coda. Questi polli stavano in piedi su un vassoio coperto di paglia fatta di patate tagliate a strisce molto sottili; per rappresentare lo sterco degli animali, sulla “paglia” era stata versata qualche manciata di uvetta sultanina ammollata. Per l’occasione furono appesi a titolo decorativo, nel padiglione coperto in cui si svolgevano tutti gli eventi gastronomici della manifestazione Vakanz, anche i palindromi che André Thomkins aveva inventato nel 1968 per il Restaurant Spoerri di Düsseldorf.



Daniel Abadie, direttore del Jeu de Paume di Parigi, museo un tempo riservato agli impressionisti, riuscì a convincere Daniel Spoerri a organizzare  un mega-evento suddiviso in più serate, riproponendo dieci banchetti così come furono nella mostra Restaurant de Galerie J del 1963. E' previsto che Daniel Spoerri si occupi di ideare il menù  curataoda una brigata di ristoratori, di accogliere gli ospiti e di servire ai tavoli. Ad esempio una delle cene è intitolata The Edible Art, in cui l'artista chiede agli chef si riprendere elementi che erano stati ripresi in opere d'arte: così la celebre scatola della zuppa di pomodoro Campbell di Andy Warhol torna ad essere una zuppa di pomodoro servita nelle scatole che l'artista americano ha raffigurato. 

Un'altra è intitolata Les Dìner des Hanonymes, ripropone La Faim du C.N.A.C. (Centre national d'art contemporain), preparata da Spoerri nel 1976 nel salone della Société Homonyme di Rue Berryer a cui hanno partecipato Daniel Abadie, Ben, Christian Boltanski, Mark Brusse, François Dufrêne, Otto Hahn, Raymond Hains, Bertrand Lavier, François Morellet, Roland Petersen, Daniel Pommereulle, Martial Raysse, Pierre Restany, Daniel Spoerri, Gérard Titus-Carmel, Roland Topor, Jacques de la Villeglé.

Il menù della cena La Faim du C.N.A.C. dagli ospiti

In ognuna delle serate alla Galerie National du Jeu de Pomme  è stato previsto l’intrappolamento dei tavoli. Nel giro di 10 giorni sono stati realizzati 40 Quadri-trappola per la mostra vera e propria allestita nelle sale della galleria tra il 19 aprile e il 2 giugno del 2002, intitolata Les diners de Daniel Spoerri,  

Catalogo della mostra di Daniel Spoerri al Jeu de Pomme di Parigi nel 2002.

Nel 2017 la Galleria Boxart di Verona ha organizzato presso il Palazzo dei Mutilati un'altra cena palindroma, nei giorni in cui era stata inaugurata la mostra personale dell’artista Riordinare il mondo, il menù servito a 100 ospiti partiva dall' espresso macchiato,  che in realtà è una crema di spinaci con panna acida, seguiva un gelato variegato alla stracciatella” composto da canederli, quindi una torta di riso alla vaniglia”, creata con uno sformato al formaggio, la cotoletta alla milanese  rivisitata come una portata di pesce, concludendo con gli spaghetti pomodoro e grana, che sono un gelato, per finire con l’infuso di erbe con sfere di baccalà che invece è caffè. 

La tiara papale in onore di Pierre Restany, all'Ultima cena: banchetto funebre del Nouveau Réalisme

Un capitolo molto importante delle serate culinarie ha avuto come teatro Milano che inoltre ha ospitato moltissime mostre di Daniel Spoerri. La città ambrosiana ha soprattutto il primato dei banchetti organizzati dall'artista in una stessa città. Se ne contano tre di cui il primo risale al 19 novembre 1970, quando Spoerri organizzò allo storico e lussuoso ristorante Biffi che si trova nella galleria Vittorio Emanuele di Milano L’Ultima Cenabanchetto funebre del Nouveau Réalisme.

Daniel Spoerri cerca di distruggere la torta in onore di Restany, durante L’Ultima Cena: banchetto funebre del Nouveau Réalisme, al ristorante Biffi di Milano

Questo happening gastronomico organizzato da Spoerri con  Guido le Noci, proprietario della Galleria Apollinaire, è stato l'apoteosi conclusiva di una serie di celebrazioni memorabili in occasione del decimo anniversario del gruppo: dalla storica mostra alla Rotonda della Besana alla performance di Christo in piazza della Scala, all’autodistruzione della Vittoria di Tinguely, ai “tiri di pittura” di Niki de Saint Phalle in galleria Vittorio Emanuele, e ai manifesti lacerati da Mimmo Rotella su un muro di piazza Formentini. Per la cena, ad ogni membro del gruppo era riservato un tavolo dedicato e ognuno di essi aveva la facoltà di invitare 15 persone. Spoerri chiese ai suoi colleghi di ideare le pietanze che uscirono dalle cucine del Biffi secondo le disposizioni degli artisti e seguendo i disegni-progetto riuniti da Spoerri sul manifesto dell'evento. 

Arman propose accumulazioni d’anguille, di pesci e di cosce di rana in gelatina; César una compressione di 50 kg di bonbon al liquore e budino in carta argentata; 
Christo, fa servire un "cartoccio" con carne,  verdure e patate bollite con la pelle "imballate" in un foglio di alluminio;
Niki de Saint Phalle,in omaggio ai suoi famosi Tirs ,disegnò una speciale Nana ice-cream nel  cui interno caramelle al liquore esplodevano quando venivano colpite con lanci di freccette; Raysse progettò un nécessaire per trucco di marzapane; Rotella la maquette di un bidone dell’olio Shell; Tinguely, un dolce farcito di palloni in membrana naturale, Villeglé, delle moules Saint-Jacques au gratin Mahé; Raymond Hains, un "entremets de la Palissade", cioè una gigantesca torta di noci del diametro di un metro, decorata da glassa rosa e da mille candeline la cui accensione spettava ai commensali: le noci erano in onore del gallerista, le candeline erano mille per un gioco di assonanze con Milano (Milano =Mille ans), mentre la glassa rosa era un omaggio al maestro, scomparso giusto due anni prima, Marcel Duchamp, e al suo alter ego Rrose Sélavy. 

Torta "entremets de la Palissade" di Hains decorata da mille candele

Nel menu c'erano omaggi all'assente Marcel Duchamp, per cui fu preparata una mostrina militare commestibile di un metro, e allo scomparso Yves Klein, per cui Spoerri commissiona  ad un pasticciere la ricostruzione commestbile di Ci-gît l’espace (qui giace lo spazio), una spugna blu fatta di meringa e rose rosse di marzapane adagiate su una base di torta ricoperta di foglia d'oro. Non mancava una grande tiara papale di pan di zucchero alto 70 centimetri in onore di Pierre Restany che Spoerri affidò allo chef pasticciere Villa con l'idea di distruggere il manufatto «per dimostrare a Restany che non era un papa».

                  

Dopo quattro anni giunge il secondo “ristorante” aperto da Spoerri in città, quando dal 19 maggio al 5 giugno 1975, egli trasformò la Galleria Multhipla di Gino Di Maggio, in Restaurant Spoerri, realizzandovi 12 cene astro-gastronomiche dedicate a ciascun segno zodiacale. cene per tutti i segni dello zodiaco: verso la fine della cena si alzava in piedi gridando «Stop!» e tutti dovevamo smettere di mangiare lasciando il tavolo come si trovava. Con piatti mezzi pieni, bicchieri semivuoti, vino sulla tovaglia ecc. La rappresentazione del disgusto crapulesco. E quei tavoli disgustosi diventavano opere d’arte, perché il povero Gino Di Maggio doveva fissare, non so bene con quale collante, tutti i resti della cena sul tavolo che diventava l’opera d’arte. 

                      

L'ultimo appuntamento che completa il trittico avviene quarant'anni dopo con Il Bistrot di Santa Marta ideato nel 2014 alla Fondazione Mudima (ex Galleria Milthipla) e dedicato alla santa patrona delle casalinghe, delle cuoche, delle domestiche, degli osti, degli albergatori e dei ristoratori. Il progetto si inserisce quindi in questa tipologia di lavoro che vede l’artista creare spazi-ristorante attivi a tutti gli effetti, con la caratteristica di inglobare e trattenere una situazione quotidiana, un momento di vita legato a un luogo e un tempo particolare, sfruttando la ritualità collettiva della consumazione di un pasto.

In questo recente ciclo di lavori dell’artista il riferimento  riguarda il mondo della cucina e della preparazione del cibo, con  21 tavole che presentano assemblaggi di utensili di cucina, tutti oggetti ritrovati da Daniel Spoerri nei mercatini delle pulci in giro per l'Europa. Il gesto del collezionare si coniuga alla conservazione come traccia e memoria di situazioni vissute, di tradizioni e di costumi che delineano una sorta di ricostruzione archeologica del nostro tempo, rivissuta attraverso una pratica millenaria e archetipica come la preparazione e la consumazione del cibo.





















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