LA FIAMMA DELLA DANZA



Se con il padre la relazione era pessima, Louis-Ferdinand Destouches aveva un legame molto forte con il nonno paterno Auguste, a tal punto che quando in Mort à crédit fa entrare in gioco la figura paterna, gli cambia il nome usando proprio quello del nonno Auguste, professore di retorica e insegnante in un liceo di Le Havre. 

La città normanna che con i suoi pulviscoli luminosi ispirò a Claude Monet l’Impression Soleil Levantè stata per Céline il luogo marino più intimo del suo immaginario affascinato dal mare del Nord, dai battelli e dai porti (in omaggio a questi tropi, una vela è stata incisa sulla sua tomba a Meudon), ma anche quello più nostalgico della giovinezza perduta; quello del primo amore di diciottenne; quello dei bordelli frequentati da adulto nel quartiere Saint-François; quello in cui approda di ritorno dagli Stati Uniti o dalla Russia. In quella città sorgeva il sontuoso Hotel Frascati che si affacciava sullo spettacolo della frenetica sarabanda del porto. E' in una delle sue camere confortevoli che verranno scritte le ultime cinquanta pagine sulfuree di Mort à crédit (1936).... scrivendo alla segreteria le definirà così: "Ce sont toujours les plus rebelles". L'anno seguente, sempre lì, sarà ideato anche il soggetto del balletto Voyou Paul. Brave Virginie. Anche questo progetto è un'ulteriore testimonianza dell'amore di Céline per la danza, un amore che prende le forme della necessità esistenziale tanto da fargli dichiarare che per lui è impossibile "vivere senza la danza", e che 'ballare è tutto". In un articolo del 1932 la giornalista Elisabeth Porquerol ha la sensazione che a Céline l'uso del linguaggio letterario sembra meno efficace da quello dei suoni, della musica e soprattutto della danza, a tal punto che vorrebbe solo scrivere balletti. La sua convinzione è che una lingua veramente viva non può conformarsi a leggi che sono proclamate per frenarla e sottometterla a un potere che non è quello del ritmo, dell'armonia o dell'emozione: per lui "la morale è fatta per esseri senza fede, come la prosodia e la grammatica per esseri senza lirismo": per questo partendo dal suo modello, Montaigne che con un pensiero in movimento  sembra far sue le proprietà della danza, "crea la sua forma immediata, circolare, densa, autonoma, organizzata come un essere vivente". Céline lo supera tentando di ritornare ad una forma precedente al linguaggio verbale che restituisca la purezza dell'emozione come riesce a farlo un'opera d'arte pittorica o musicale, luoghi dove le cose cantano e si danno per ritrarsi, sporcarsi, addensarsi e morire sotto lo sguardo o dentro al suono. 

Claude Monet, lmpression Soleil Levant

Lo scrittore riconosce nella danza il potere di sottomettersi interamente ad uno slancio vitale che si fa beffe del linguaggio ogni qual volta questo cerca di catturarlo. Così i canti e le danze che Céline incorpora nei suoi scritti costituiscono un allontanamento dall'arte accademica e un rimedio ai difetti del linguaggio letterario: ma anche l'incarnazione dello spirito razziale che difende nei suoi opuscoli più irricevibili. Per questo alla danza viene ritagliato uno spazio significativo sin dall'inizio del fortunatissimo romanzo Bagatelles pour un massacre (75mila copie vendute prima del suo ritiro nel 1939), dove, tra le altre, Céline disegna queste immagini leggere con lo scopo di delegare ai balletti il potere di rimediare alle deficienze della letteratura"Nella gamba di una ballerina è iscritto il mondo, le sue onde, tutti i suoi ritmi, la sua follia, i suoi desideri! ... Mai scritta!... La poesia più sfumata del mondo!...". Il soggetto di Voyou Paul. Brave Virginie, Ballet-Mime in tre quadri e tre prologhi, prende spunto dal celebre romanzo settecentesco Paul et Virginie di Jacques-Henri Bernardin de Saint-Pierre, autore nato a Le Havre che in quell'anno veniva ricordato per il suo bicentenario. Céline incorpora nel romanzo il testo riferito a questo balletto insieme a quelli di altri due balletti. Per esempio nel punto in cui, conversando con il suo amico ebreo Léo Gutman, che è la trasposizione di un suo collega medico, il dott. René A.Guzmann. A Léo Ferdinand confida il desiderio di far rappresentare all'opera un balletto fiabesco intitolato Naissance d'une fée, ispirato in gran parte a Lucie Almansor, la  ballerina che diventerà la sua futura moglie. Lo scrittore si trasforma qui in ballerino assumendo una forma buffa nelle ultime pagine di Bagatelles pour un massacre. Un ballerino posseduto che moltiplica salti e figure per cercare di convincere una impassibile giuria russa a far rappresentare al teatro Mariinskij questo balletto. Ma il progetto fantasticato e spiegato all'amico non si concretizza: per Céline la responsabilità del fallimento è ascrivibile proprio a Guzman che essendo ebreo, confermava e rinforzava ancor di più le ragioni del suo odio razziale antiebraico. Nonostante il "piccolo amico" non sia riuscito a far produrre il balletto, lo scrittore non molla e spera che abbia una sorte migliore quello che compare alla conclusione del libro con il titolo Van Bagaden ambientato nell'Ottocento al porto di Anversa.



Invece che all'opera, la sua aspirazione per Voyou Paul. Brave Virginie era quella di mettere in scena questo balletto nel quadro dell'Esposizione Universale prevista a Parigi in quell'anno: purtroppo entrambe i sogni cèliniani non sono andati in porto, esattamente come era accaduto  ad analoghi progetti coreutici messi a punto a partire dal 1933. Voyou Paul. Brave Virginie è uno spettacolo coreografico a tema narrativo, basato su danza e pantomima, un tono provocatorio, violento, ironico, configurato come una specie di squarcio visionario sul futuro, con un registro parodico piegato a fini satirici squisitamente politici. Céline qui sfoggia il suo gusto per la rigolade, ossia la beffa, che in questo caso gli fa letteralmente cambiare le carte in tavola, decidendo lui il destino dei due innamorati, che nel libro del Saint-Pierre gli pareva parecchio stupido. Difatti, come si sa, quello è il dramma del pudore, perché Virginia preferisce morire piuttosto che spogliarsi per raggiungere a nuoto la riva dove la attende la salvezza… un qualcosa di irresistibilmente ridicolo e assurdo, e anche penoso, per Céline. Per questo lui tratteggia una Virginia che non solo si spoglia e si butta in acqua, ma, giunta alla riva, viene accolta da una tribù che la seduce con danze erotiche. Inoltre in questa atmosfera trasgressiva, Virginie prepara una pozione erotica, trasformando il malinconico Paolo in libertino. I due, poi, allegrissimi, sbarcheranno a Le Havre, dove nel terzo quadro ambientato sul molo, partecipano al baccanale organizzato da Paolo e scandito al ritmo del  tam tam dei negri, con Virginia che contrariamente a qualsiasi aspettativa si denuda lanciando in aria le vesti: "Il delirio allora la prende… – scrive lieto Céline – sale in lei… abbranca le vesti e danza con ancora più fiamma, più fuoco, più provocazione, più lubricità (…)". Il primo epilogo pensato dall'autore, vede sfociare la bagarre orgiastica in tragedia. 

                           

Mirella che aveva sedotto Paolo si dispera, rendendosi conto che l'uomo è nuovamente attratto da Virginia finalmente libera dal suo pudore e maliziosamente provocante: folle di gelosia, spara alla rivale uccidendola. Il finale vede sulla scena solo il corpo senza vita della protagonista, in compagnia del fedele cane Piram, mentre dal silenzio scende che è sceso nel frattempo, sorge dolcemente, una «musique douloureuse». Ma il balletto non è concluso come tutto sembrerebbe prevedere perchè: "ecco un fracasso enorme!… fantastico!… dalla destra del sipario… […] Il meccanismo terribile … ruggendo … soffiando … rombando … appare poco a poco sulla scena… È il «Fulmicoach», l’antenato fenomenale di tutti i veicoli automobili… L’antenato della locomotiva, dell’auto, del tram, di tutta la meccanica fulminante.. Insomma enorme, fantastico, spaventoso… Ha la sua musica, genere jazz in lui… La folla si gira verso il mostro … già la folla non pensa più a Virginie morta … distesa in primo piano…". Questa sorpresa surreale che incarna l'intento satirico antisemita di Céline, fa chiedere che cosa sia il Fulmicoach? 

Lucette Destouches, 1969

La risposta collega simbolicamente il balletto con il pamphlet che seguirà: è una metafora della figura dell’ebreo che rappresenta tutti gli elementi dell’antisemitismo celiniano; è la reificazione di un’astrazione, l’astrazione dell’ebreo portatore di tutti i mali della terra, viene dall’America a minacciare la razza ariana, è un amalgama meccanico spaventoso, ha una propria musica, il jazz che ha soppiantato la bella musica europea, ha un enorme potere ipnotico sulla folla, è il frutto di un sincretismo malefico, e, infine, ha la supremazia in ogni campo, dalla cultura alla politica. Céline è sfacciatamente soddisfatto dei suoi balletti, e in una intervista che nel 1958 rilascia a Georges Conchon, dichiara: “sono particolarmente orgoglioso dei miei balletti. Quanto ai miei libri, mio ​​Dio, non li trovo male, ma i balletti li trovo molto belli». L'anno seguente Voyou Paul. Brave Virginie, incorniciato nel porto di Le Havre, viene ripreso in Ballets sans musique, sans Personne, sans rien, un'edizione a tiratura limitata di Gallimard con le illustrazioni di Éliane Bonabel.  


Nel volume sono contenuti altri soggetti. Tra questi Scandale aux abysses pensato sia come balletto che come cartone animato e risalente agli anni '40, contemporaneo del romanzo londinese Guignol’s band, ma pubblicato con le illustrazioni di Pierre-Marie Renet (pseudonimo di Frédéric Monnier) su carta pergamena di Savoia agli inizi dei '50 da Frédéric Chambriand. Il tema mitologico vede Nettuno innamorarsi della sirena Pryntyl e per gelosia Venere la condanna all'esilio a Le Havre, tra i mortali. Qui cade nelle mani di un prosseneta che la indirizza al mestiere di entraîneuse nei bar del porto, prima che Nettuno mandi sulla terra per cercare di liberarla « des espadons courriers et des poissons volants ». La ragazza sarà salvata e imbarcata a bordo dell'Orctöström, una « grand navire-usine chasseur de phoques » comandata dal romanzesco capitan Krog.

                

Foudres et Flèches, sottotitolato Ballet Mythologique, e pubblicato nel 1948 negli Actes des Apostres, appartenenti alla casa editrice Charles de Jonquières. L'ispirazione guarda ai grandi balletti allegorici dei tempi di Luigi XIV° ma è anche femminista, diviso com’è fra le donne che vogliono la pace e gli uomini che vogliono la guerra. Il critico belga Marc Laudelout a proposito di questa opera scrive: "quando Céline incontra gli dei e rivisita la mitologia, quando mette in scena la sua immaginazione, assistiamo a uno spettacolo totale in cui amore, gelosia, suoni e luci si mescolano in una stravagante sarabanda di invenzione e divertimento".

                

Secrets dans l'île è un testo del 1936  molto realistico, dove la trama si svolge su un'isola bretone, tema ricorrente nell'opera di Céline. Un villaggio di pescatori è turbato dall'arrivo di una donna, che fa ingelosire la popolazione femminile e confonde l'organizzazione di questa micro-società. Sarà pubblicato nel 1926 sulla pubblicazione collettiva  Neuf et Une.


Progrès è invece una piéce teatrale del 1927, inizialmente intitolata Pericle e sottotitolata "Farcia in tre scene e piccoli divertimenti", che deve attendere il 1978 per essere pubblicata dalle edizioni Mercure de France dopo il rifiuto di Gallimard (ricompare ne 1988 all'interno del n°8 dei «Cahiers Céline»,  nel fascicolo curato da P. Fouché intitolato: Progrès suivi de Œuvres pour la scène et l’écran). Il testo esplora diversi temi comuni a Mort à Crédit con un monologo dove la protagonista dichiara di credere solo "nella musica e in Dio". In un suo passaggio commenta: "Il mio pianoforte mi ha guidato, mi ha sostenuto, ho dato al mio pianoforte tutto ciò che rifiutavo agli uomini, me lo ha restituito".


A. Chesneau, nel suo Essai de psychocritique de Louis-Ferdinand Céline, pubblicato  nel 1971 sul n°129 di «Archives des Lettres Modernes», sostiene che i balletti contenuti in Bagatelles pour un massacre non siano estranei ai temi dell'antisemitismo sostenuti nel romanzo, scrivendo: "i balletti non sono solo fantasie poetiche ma anche allegorie ben trasparenti e molto serie che richiamano al ritorno alle origini, esigono la cacciata dello Straniero di razza impura e invocano contro di lui una nuova crociata". Il loro contenuto non è altro che una drammatizzazione del massacro annunciato nel pamphlet, massacro suscitato dai balletti stessi mediante la danza e il suo potere ottenebrante, di follia. Ma anche in altre circostanze la problematica e forse impossibile pace di Céline nei confronti degli orrori del mondo, avviene attraverso danza. Può essere evocata in una formula terribile: "Non abbiamo più molta musica in noi stessi per far danzare la vita, ecco". Ma può anche garantire la funzione salvifica della scrittura: "Il testo deve essere danza, stando sempre sull’orlo della morte, ma senza cadervi dentro". 


Purtroppo  i viaggiatori che amano visitare i luoghi céliniani  vanno informati che, durante gli oltre cento terrificanti bombardamenti alleati responsabili di aver  raso al suolo l'82% della città nel settembre del 1944, l'Hotel Frascati fu distrutto e mai più ricostruito con la stessa destinazione. Per ironia della sorte, l'edificio attuale eretto in suo luogo ospita il Musée d’Art Moderne della città a cui è stato dato  il nome di André Malraux, un romanziere e intellettuale palesemente antifascista che nel 1951 ha sostenuto lo sdoganamento di Céline scrivendo a Gaston Gallimard che si trattava di "uno scrittore irrinunciabile".








 

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