COCTEAU E DE CHIRICO METAFISICI

 


De Chirico realizza a Parigi, nel periodo compreso tra gli anni 1934- 1936, la serie dei Bagni misteriosi – vedute di vasche, cabine e bagnanti, investite dalla luce zenitale – avviata con una le litografie preparate per il volume "Mythologie" di Jean Cocteau, tirato in 130 copie dalle Editions des Quatre-Chemins a corredo dei “brevissimi componimenti poetici in forma grafica di Jean Cocteau, di generica ispirazione classico-mitologica”.  A questa vena immaginifica assieme alle illustrazioni litografate per i “Calligrammes” di Guillaume Apollinaire (1930), alla tela “Nobili e borghesi” (1933), alle scene e costumi per “I puritani” di Vincenzo Bellini al Maggio Musicale Fiorentino (1933).

La serie è composta da creazioni che attingono al repertorio metafisico proponendo composizioni paradossali in cui nudi classici, borghesi e centauri si muovono senza alcun rispetto delle proporzioni in spazi artificiali, stabilimenti balneari, appunto, dove cabine delineate in maniera quasi infantile troneggiano a mò di palafitte su strani specchi d'acqua ben delimitati, la cui solidità e fissità è messa in evidenza da un segno continuo e ripetitivo di linea spezzata. In quest'acqua i bagnanti non riescono ad immergersi, non nuotano, ma restano fermi come se fossero in realtà imprigionati in un parquet di legno.



L'ispirazione riprende unricordo infantile di De Chirico che associa in maniera inquietante gli stabilimenti balneari e la fobia dell'acqua:  «l’idea dei bagni misteriosi mi venne una volta che mi trovavo in una casa ove il pavimento era stato molto lucidato con la cera. Guardai un signore che camminava davanti a me e le di cui gambe riflettevano nel pavimento. Ebbi l’impressione che egli potesse affondare in quel pavimento, come in una piscina, che vi potesse muoversi e anche nuotare. Così immaginai delle strane piscine con uomini immersi in quella specie di acqua-parquet, che stavano fermi e si muovevano…».  L’episodio, collegato altresì alle ore passate negli stabilimenti balneari della città natale Anavros, è raccontato dallo stesso artista nel 1973 in occasione dell’inaugurazione alla Triennale di Milano della “Fontana dei bagni misteriosi”, da lui progettata.

Jean Cocteau,  1936, fotografia di George Platt Lynes



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