Ancora Melenchon: il Bernie Sanders dei francesi che non si sottomettono





Jean_Luc Melenchon è tornato!!! Ed è ancora in prima linea dopo che il suo delfino Francois Delapierre è tragicamente scomparso nel 2015 a causa di un tumore fulminante. Ci riprova con un nuovo slancio e la nuova lista "France Insoumise", candidandosi alle presidenziali francesi. Dopo essere partito malissimo con una autocandidatura che ha spaccato gli alleati del Partito Comunista Francese, fino a questo momento la sua campagna elettorale, ispirata al modello di Bernie Sanders, è sembrata perfetta facendogli occupare tutto lo spazio dell'elettorato di sinistra, compreso quello del moribondo Partito Socialista. 

L'ologramma in azione

La ricetta vincente è stata quella di fondare la sua comunicazione sulla potenza della  rete e dei social. Attualmente l'effetto di questa modalità è entusiasmante ed ha coinvolto una larga parte dei giovani che si identifica nelle idee di sinistra che mirano ad avviare "L'ère du peuple" (dal titolo di uno dei più riusciti libri di Melenchon). Il segretario del Front de Gauche ha compreso l'importanza dei nuovi media, la necessità di riposizionarsi, il valore dell'immagine nella comunicazione, aggiungendo queste nuove riflessioni alla sua affascinante capacità di showman affabulatorio. 



Insieme al  Melenchon intellettuale e rivoluzionario, sedotto dalle gesta bolivariste di Chavez, oggi si affianca un Melenchon "digitale", persuaso che le nuove tecnologie hanno la possibilità di veicolare la sua guerriglia politica. In un passaggio del libro citato si legge questa riflessione: "nella nostra società del futuro permanente, la sollecitazione degli immaginari è cruciale". Così per parlare ai futuri elettori, Melenchon il 5 febbraio dello scorso anno, ha presentato un ologramma: ovvero un suo clone in 3D,  che ha illustrato il suo programma a Parigi mentre lui stava facendo un comizio a Lione. 




Sullo specifico campo dei nuovi media, l'idea di riempire di contenuti i media sociali che molti altri utilizzano a vuoto, ha avuto questi effetti: più di un milione di followers su twitter, quasi 300.000 i visitatori che assistono alla sua rivista settimanale su You Tube (è il più gettonato tra i candidati che utilizzano questo media), un blog e una pagina FB che all'indomani del suo primo dibattito televisivo su TF1 sono letteralmente esplosi per le visite. 




A questo si unisce la maniera di comunicare, ripulita e rinnovata, dove si mostra come pedagogo illuminato e intellettuale con una cultura sconfinata: è il Melenchon saggio. Molto diverso dal candidato austero e rivoluzionario con la cravatta rossa che rimandava ad un'immagine da tribuno popolare, riuscendo ad attrarre un 11,1% alle scorse presidenziali. Ieri cercava di convincere, oggi a 66 anni, seduce. A un pugno di giorni dal primo turno, Melenchon non riempie solo le piazze mediatiche ma anche quelle di tutte le città francesi che ha il coraggio di visitare per i suoi comizi, senza ripiegare come fanno gli altri candidati alle sale di teatri dove il pubblico è selezionato oltre che essere numericamente molto modesto. 

Comizio a Marsiglia

Inoltre, i faccia a faccia televisivi lo hanno visto sbaragliare i concorrenti per le sue capacità dialettiche e politiche, gestendo i confronti con grande tranquillità e acume tattico, senza dare mai l'impressione di perdere il controllo durante i momenti di tensione più alta. Il risultato pratico è che oggi occupa il terzo posto nei sondaggi (tra il 18% e il 20%, purtroppo lontano dalla Le Pen ma vicino a Emmanuel Macron, e surclassando il pallido Benoit Hanon e tutti gli altri che come lui appartengono al mondo ella sinistra francese, l'arcigna Artaud e il confuso leader del Partito Anticapitalista Poutou), con una chiara tendenza ad aumentare le preferenze che lo riguardano. Certo che se Melenchon e Hanon (attualmente al 14%) stringessero un patto di coalizione, le speranze di un secondo turno conto la destra lepenista sarebbero un'ipotesi molto concreta. 

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