Mi noche triste: la poesia del Tango è centenaria

Seppure tra il tango strumentale e la parola è sempre esistita una relazione essenziale, derivata dalla milonga antica che era sempre cantata, solamente nel 1917 i testi scritti per la musica che distingue questo genere, hanno iniziato ad acquisire un valore poetico che troverà il suo culmine prima con  i grandi parolieri della decada de oro (come Catulo Castillo, Homero Manzi, Homero Exposito, Enrique Santos Discepolo,... ), quindi nella straordinaria visionarietà di Horacio Ferrer, creatore di una nuova forma di tango cancion insieme ad Astor Piazzolla. Precedentemente a questa svolta centenaria, il carattere dei testi corrispondeva con il clima picaresco delle melodie di un tango ancora spregiudicata espressione di una gioia di vivere a cui l'immigrazione e i suoi sogni di gloria contribuivano. La formula tipica era quella del cuplet, come ad esempio in La morocha (1905), o di una malcelata allusione a tematiche sessuali che sono presenti anche nel blues dei neri trapiantati in nordamerica. Questi versi di scarso valore, aggiungevano vivacità in quegli spettaocoli di teatro leggero e popolare derivati dalla zarzuaela spagnola e battezzati sulle rive del Rio de La Plata col nome di sainete.



Fino allora, per quel che riguarda il tango, la consuetudine era quella di aggiungere quei poveri testi a composizioni nate come brani strumentali. E a questo procedimento non sfugge l'opera che viene indicata come l'anticipatrice del tango cancion e quindi della poesia tanguera. Questo brano scritto da Samuel Castriota infatti si intitolava originariamente  Lita ed era strutturato esattamente come tutti i tangos strumentali dell'epoca: tema, ritornello, trio, cioè in una forma tripartita. Nel 1917, quando Pascual Contursi decise di mettere un testo sul motivo di Castriota, erano successe molte cose che in questa letra vengono a galla inesorabilmente. 




La prima è un fatto di carattere squisitamente musicale concernente lo spirito melanconico che iniziava a trasparire dal suono drammatico del bandoneon e soprattutto nell'opera magistrale di Eduardo Arolas, il più importante autore del tango almeno fino alla sua morte nel 1924, con pagine che si sono riverberate negli arrangiamenti delle orchestre e degli altri organici fino ai giorni nostri. La seconda riguarda un immigrazione che ha preso coscienza del proprio ruolo in una società in cui le prospettive di ricchezza sognate risultavano circoscritte nelle stesse mani di sempre, con l'aggravante della fatale carenza affettiva dovuta allo smarrimento delle proprie radici rimaste in un vecchio continente tormentato da una guerra impressionante. La trasformazione di Lita in Mi noche triste,  inietta in un motivo musicale in cui già risuona una sorta di imprecisato disagio, la malattia che ha infettato i nuovi argentini/uruguayani e che risulterà incurabile: la malinconia. E quale è il tema più sensibile per mettere in luce questo "sole nero"?Naturalmente l'amore se viene coniugato alla perdita, all'assenza dell'altra, all'ineludibile compiersi di un amaro destino.  E' finito il tempo dell'eccitazione per l'amore fugace, comprato nel fiorente mercato della prostituzione. 

Nel 1952, Lucas Demare scrive una sceneggiatura ispirata al tango di Castriota e Contursi dirigendo l'omonimo film


E Contursi, che non conosceva personalmente l'autore di Lita, ha immaginato che questa pagina fosse ispirata proprio ad una di quelle che vendevano il proprio corpo seducendo i propri clienti, fino a farli innamorare di un amore impossibile. Se nella musica sono presenti echi che fanno pensare ad Angel Villodo, il cosiddetto "padre del Tango", i versi di Contursi rimandano ad Evaristo Carriego, un poeta di Boedo che pur non appartenendo al mondo tanguero, ha influenzato la nascita e lo sviluppo della poesia popolare nel genere. Il testo inizia proprio così: "Percanta que me amuraste en lo mejor de mi vida ....ragazza che mi hai fatta innamorare negli anni migliori della mia vita. Subito dopo scopriamo che il testo non si rivolge alla diretta interessata ma è il monologo di un'uomo solo nella sua casa, mentre scopre il misterioso palpitare delle cose inanimate: " Ya no hay en el bulin aquellos lindos frasquitos adornados con monitos todos de un mismo color y el espejo està empanado que parece que ha llorado por la ausencia de tu amor.... nella casa non ci sono più quei bei flaconcini adornati ...e lo specchio è appannato come se avesse pianto per l'assenza del tuo amore...

I versi di Contursi finiscono anche in una famosa historieta
dell'epoca, cantati dal personoggio di Pucho


Ecco emergere il grande tema che accompagnerà fedelmente le letras de tango per diversi decenni: l'assenza dell'amore, ovvero l'amore perduto. Quando ancora Contursi non gli aveva cambiato il titolo, il tango arrivò tra le mani di un celebre duo di varietè che lo incluse nel suo vastissimo repertorio di canciones camperas. Si trattava di Josè Razzano e di...Carlos Gardel che allora non era ancora un cantante legato esclusivamente al tango come avvenne solo nel 1924.   



In ogni caso i due colleghi ribattezzarono il tango in Mi noche triste, porponendolo per la prima volta con quel titolo il 24 marzo del 1917 al Cine Teatro Empire che dopo si chiamò Teatro Esmeralda e oggi Teatro Maipo. All'epoca, gli spettacoli erano articolati in vari numeri e in quella circostanza il duo Gardel Razzano divideva lo scenario con Charlene y Charlene, la cantante di tonadillas La Cholita e il quadro umoristico intitolato La comedia de Don Pascual. Il lunedì 9 aprile dello stesso anno lo incisero in un rudimantale studio di registrazione dove veniva depositato il materiale cinematografico della Pathè Freres, in Calle Cangallo: il produttore Max Gluckmann mise in vendita il disco nel gennaio dell'anno seguente, facendo la pubblicità sulla rivista Caras y caretas, imprescindibile testimone del costume argentino.



Poco dopo il brano fu incluso, come accadeva regolarmente, in un sainete intitolato Los dientes del perro, dove nel primo quadro ambientato in un cabaret, lo interpretò Manolita Poli accompagnata dall'orchestra di Roberto Firpo per ben cento repliche. Era nato qualcosa con il corpo del tango strumentale e l'anima del tango cancion. Bisognerà attendere fino al 1922 affinchè la mutazione si completasse con il primo brano che configura da tutti i punti di vista la fisionomia del tango cancion. Il brano in questione si intitola Milonguita, musica di Enrique Delfino , parole di Samuel Linning. Con questo tema, la struttura musicale perderà per sempre la sua terza parte (il trio) divenendo bibpartita. Il testo inizierà la moda di descrivere una carrellata di francesitas che lavoravano nei cabaret di Buenos Aires, facendo girare la testa ai clienti affamati d'amore. 




Y la lampara del cuarto tambien tu ausencia ha sentido porque su luz no ha querido mi noche triste alumbrar.....e l lampada dell'appartamento ha sentito anch'essa la tua assenza, perchè la sua luce non ha desiderato illuminare la mia notte triste....Gardel cantò ancora questi versi di Mi noche triste in una mitica interpretazione refistrata nel 1930 insieme alla sua squadra di chitarristi, Riverol, Barbieri, Aguilar.

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