IL DOTTOR DESTOUCHES VIAGGIA: ANCHE AL TERMINE DELLA NOTTE




“Non abbiamo più tanta musica dentro di noi per far ballare la vita, ecco. Tutta la gioventù è già andata a morire alla fine del mondo nel silenzio della verità. »

Céline.


Gli scritti medici di Louis Destouches commissionati per lo più dalla Società delle Nazioni tra il 1924 e il 1932, s'inseriscono nei dibattiti del primo dopoguerra sul tema dell'igiene, rivelando una riflessione critica che ha messo in discussione tesi orientate a glorificare la modernizzazione industriale e sociale. Queste riflessioni erano in linea con il pensiero del Dottor Ignác Fülöp Semmelweis, una personalità straordinaria, sensibile alle disgrazie e alle sofferenze degli uomini, artefice di una scoperta sull'igiene post parto che avrebbe salvato moltissime vite ma che invece di incoronarlo legittimamente come benefattore dell'umanità, lo ha condannato a un calvario che ha finito per sprofondarlo nel martirio della follia facendolo morire in un manicomio. D'altronde si può immaginare cosa poteva significare in quell'epoca andare contro corrente rispetto ai medici indicati come gli asceti della salute o, come dice Foucault "i preti del corpo", mentre la sua scoperta li ridimensionava addirittura al ruolo di untori che favorivano la morte dei pazienti ospedalieri a causa delle più semplici profilassi igieniche che venivano trascurate senza correlarle ai decessi che questa inconsapevolezza provocava. Su questo personaggio che in nome del cieco sostegno ai concetti mainstream è stato deriso, vessato e perseguitato, Destouches ha preparato la sua tesi di laurea in medicina. Il tono conferitogli era spregiudicatamente  agiografico, presentando Semmelweis come una specie di archetipo delle inquietudini in cui si riconoscono i tratti  letterari costantemente approfonditi dal futuro Céline. La  scrittura è così preziosa che il suo relatore, il Dottor Brindeau, arrivò a sentenziare profeticamente  che quel laureando era nato per la letteratura. Come già accaduto al geniale medico ungherese del XIX° secolo, l'accettazione delle tesi ribadite da Destouches è stata irrilevante presso la comunità scientifica. 

Vie et l'ouvre de Philippe Ignace Semmelweis, 1924

L'atteggiamento condiviso è stato piuttosto quello dell'indifferenza, ancor più umiliante di una bocciatura pronunciabile a seguito di approfondimenti studiati dai medici preposti a farlo. In sostanza nessuno ha analizzato le tesi di Destouches e tutti si sono girati dall'altra parte snobbando l'argomento. La delusione e il livore per questo comportamento mediocre dei colleghi si è sostanziata quando Destousches ha deciso di seguire l'intuizione del suo professor Brindeau iniziando a scrivere romanzi. Da allora, ogni qual volta tra le sue pagine si affaccia la figura di un medico, questa non è risparmiata, dagli alienisti ai chirurghi, dai medici generici ai ricercatori che, se avesse insistito nell'affermare le tesi in cui credeva ciecamente, lo avrebbero spinto nel baratro della persecuzione professionale in si cui era inopinatamente trovato SemmelweisCosì, seppur nella convinzione che il pensiero medico sia "l'unico pensiero veramente umano che possa essere al mondo", Destouches decide di ridimensionare le sue velleità di scalare carriera scientifica, restando comunque in servizio al dispensario di rue d'Alsace 26 a Clichy, dove esercitava ascoltando i medici, le infermiere, i malati, i deputati locali, gli impiegati comunali: quasi tutti comunisti. Nel suo scartafaccio Mémoire pour le cours des hautes études, dove aveva raccolto una proposta programmatica per l'istituzione di un corso internazionale d'igene, metteva sotto accusa il capitalismo, e secondo principi di interpretazione marxisti, intraprendeva una rivoluzione che riguardava la pratica della medicina e della farmacia, l'alimentazione e gli studi medici. A proposito delle posizioni politiche di Céline in quell'epoca, Robert de Saint-Jean appunta sul suo Diario di un giornalista, che durante una serata a casa di Daniel Halévy tenutasi nel febbraio 1933:  "Céline vede molti comunisti a Clichy, e constata che i membri del partito, in genere, non ne capiscono niente delle teorie marxiste ...In fondo l'URSS resta lontana, non è nè amata nè capita. Céline crede che la rivoluzione russa non sia per uso esterno e che, senza di essa, molti paesi dell'Europa Centrale, dove imperversa disoccupazione e miseria, sarebbero già passati al comunismo". A Clichy prestava il suo servizio alle dipendenze del gigantesco Dottor Grégoire Ichok, un medico che gli era palesemente ostile. Dopo aver tenuto per anni un comportamento oltremodo ambiguo, Ichok, decise di suicidarsi con il cianuro nel '40, di fronte alla concreta possibilità di essere deportato per via delle sue origini ebraico-lituane. Molto prima, Destouches scriverà ad un amico che le sue attività letterarie sono furtive e praticate nei ritagli di tempo, mentre in una intervista del 1955 confesserà: "mi sono dato alla letteratura e mi è costato caro"Nella storia della letteratura francese, i casi degli scrittori che allo stesso tempo e per tutta la vita, si sono occupati di un'altra professione si contano appena sulle dita di una mano, e tra questi solo un'altro oltre a Destouches-Céline  ha lavorato come medico: François Rabelais che nel 1532, all'età di trentotto anni  pubblica sotto lo pseudonimo di Alcofribas Nasier, Les horribles et espoventables faictz et prouesses du très renommé Pantagruel Roy des Dipsodes, filz du Grand Géant Gargantua, primo della serie composta da cinque romanzi  che hanno come protagonisti Pantagruele e Gargantua. Oltre ad attingere dai concetti espressi nei suoi scritti medici, facendone l'embrione delle vedute espresse nel suo lato letterario, il Dottor Destouches gestirà fino al 1959 uno studio medico destinato alla cura degli indigenti.

 I quattro fratelli Destouches. Dalla sinistra a destra e dall'alto in basso : René, Fernand (padre di Céline), Georges e Charles 

     

E' nella parte più discorsiva delle sue indagini scientifiche, orientate all'igiene come quelle di Semmelweis (...e quelle del Dottor Adrien Proust, ....padre di Marcel), che si svelano i principali leitmotiv dell'universo céliniano: condizioni miserabili, povertà, alcolismo e degrado umano, tutte questioni che rendevano difficile il suo esercizio della professione di medico nella società urbano-industriale del primo Novecento. Ed anche nei suoi pamphlet meno digeribili, emerge il vocabolario e il pensiero medico, come se fosse necessario per dimostrare con un ragionamento scientifico le  convinzioni pacifiste che lui riteneva curiosamente funzionali alle posizioni razziste e antisemite. A questo proposito è bene ricordare che tra le due guerre mondiali novecentesche si è instaurato quello che Michel Foucault ha definito "un processo di guerra continua" in una società sempre più tecnica e medicalizzata, dove agiva una banalizzazione di massa della società civile, mentre sorgeva quella forma folle di sedicente igiene sociale che conosciamo come il nazismo hitleriano. Il Dottor Destouches nel 1933 intitolerà un articolo pubblicato su “Le Mois” e intitiolato  Pour tuer le chomage tueront-ils les chômeurs?: sarà il suo ultimo testo medico, relativo alla visita del dispensario di Breslau, una misera e triste città di una Germania sull’orlo di quel lungo inverno che l’avrebbe, di lì a poco, condotta alla tragica rovina iniziata con il successo elettorale del Partito Nazionalsocialista. Un successo originato dalla fame dovuta alla disoccupazione che attanagliava il popolo tedesco sostenuto dal governo con un sussidio assolutamente insufficiente pari a 250 franchi francesi. Destouches ritorna in Francia sconvolto e analizza la situazione informando i lettori che «su quattro tedeschi il primo mangia troppo, altri due mangiano secondo il proprio appetito e il quarto… Beh, il quarto crepa lentamente per denutrizione. Ecco un problema che un bambino di dieci anni, dotato nella media, potrebbe risolvere in dieci secondi. I sofismi invece la fanno da padroni, sofismi che sostituiscono le azioni, là dove — al posto di quel bambino — interviene l’ipocrita, raffinata, riserva della ragione adulta. Perché gli adulti hanno imparato brillantemente a ragionare, ma su basi palesemente false. Un problema non rappresenta più un problema, quando tacitamente si è giurato di fare di tutto per non risolverlo. Non si tratta di capitalismo o di comunismo. Si tratta di ordine e buona fede». Il Dottor Destouches nella sua vita parallela di neo romanziere, si era già liberato del cognome paterno, un uomo antisemita, violento e per questo odiato dal figlio. Il cognome più plausibile avrebbe potuto essere quello della madre il cui lavoro di merlettaia è stato adottato da lui come metafora della sua arte, riprendendo il paragone regolarmente sia nei romanzi che nelle sue interviste del dopoguerra. Invece la scelta per il suo nuovo cognome è caduta sul nome di battesimo della nonna materna Céline Guillou


Fu nel 1932, all'età di trentotto anni, che il dottor Louis Destouches pubblicò presso l'Editore Denoel et Steele e sotto lo pseudonimo di Céline, Voyage au bout de la nuit, dopo che  la N.R.F lo aveva mancato per pochi giorni, a causa delle lentezze del lettore d’allora, Benjamin Crémieux, che nella sua scheda aveva parlato di un “romanzo comunista contenente episodi di guerra molto ben raccontati”. Il "racconto alla terza potenza", come dice l'autore, ha un linguaggio così rivoluzionario che il lavoro della tipografia deve essere rifatto quattro volte a seguito delle necessarie correzioni.

 Prima edizione, 1932
                                

Va sottolineato che in quel 1932 la Francia fu colpita dagli effetti più duri della crisi a cascata provocata dal crack della Borsa di New York avvenuto nel 1929: cadde il governo di Edouard Herriot, complice nel partecipare al complesso di partite doppie tra politica e affarismo che ha  inaugurato l’era delle grandi truffe bancarie con il prototipo di molti crack finanziari moderni. Certamente, nel quadro dei diversi viaggi di Destouches in quello che lui definiva "l'alveare internazionale", l'aveva colpito soprattutto l’esperienza della visita agli stabilimenti Ford di Detroit nel maggio del 1925. Vi era arrivato in qualità di medico-diplomatico per la sezione di igiene della Società delle Nazioni che aveva sede a Ginevra, città dove incontrerà la ballerina americana di 23 anni Elisabeth Craig, a cui dedicherà il Viaggio al termine della notte ma che  lo lasciò addolorato per la relazione che la donna strinse con Ben Tankel, immobiliarista ricchissimo, gangster, ebreoIniziato nel 1929, scrivendo di notte mentre per vivere faceva ancora il medico preoccupandosi per le condizioni di vita del proletariato industriale, in questo capolavoro Céline fa delirare Bardamu che racconta quel che sa di Robinson. E il delirio solleva una dura critica al capitalismo americano, influenzato proprio da come aveva visto organizzare la produzione standardizzata e la divisione nel modello del lavoro fordista, oltre che dal ricordo della raccapricciante dichiarazione fatta da un collega statunitense durante la visita a Detroit: “per noi l’operaio dei sogni è lo scimpanzé".  

                      .  

Quando arriva il momento della proclamazione del prestigioso Prix Goncourt, che l'ambiente letterario aveva pronosticato tra le mani di Céline per quel  romanzo  in cui lo scrittore dice di aver  riversato "mille pagine di incubi" (secondo quanto scrive all'amico Joseph Garcin nel 1930), i giurati non seguono le raccomandazioni di Léon Daudet e scelgono a maggioranza il mediocre Les Loups del semi sconosciuto Guy Mazeline: Céline perde perchè raccoglie tre preferenze in meno del vincitore. La votazione urla vendetta per alcune situazioni poco chiare e la delusione è cocente, ma gli elogi dei principali critici, sia cattolici che di sinistra, sono entusiasmanti come quello di Bernanos che consacra il libro su Humanité, o del comunista Paul Nizan che ritiene il romanzoenorme e sorprendente, in quanto apre una vastità "a cui non siamo più abituati dagli gnomi così ben leccati dalla letteratura borghese".  La piccola nota positiva è che nello stesso giorno di novembre e  nello stesso ristorante Drouant in cui si celebrava la premiazione del più titolato premio Goncourt, Céline ha ricevuto il Prix Renaudot, che era nato nel 1926 ed in quei primi anni non aveva certamente il blasone che si è conquistato nel corso del tempo. 


 Prima edizione italiana, 1933

Con Voyage au bout de la nuit il "medico dei poveri" Louis-Ferdinand Destouches, aveva scritto con il suo nuovo soprannome un romanzo antinazionalista, anticolonialista e anticapitalista tra i più impressionanti del Novecento, utilizzando tra le altre cose anche un vocabolario medico che in seguito è stato il soggetto di alcune tesi di laurea alla Sorbona. Contrariamente all'autore che non riconosceva in questa testimonianza di altissima letteratura la sua vera rivoluzione letteraria perchè resistevano ancora troppe concessioni al francese accademico, molti lettori ben accreditati ne rimasero entusiasti. Tra questi un personaggio assolutamente imprevedibile: Leon Trotsky che il 10 maggio 1933 gli dedica uno articolo molto accurato dal titolo Céline et Poincaré  (pubblicato su Atlantic Monthly nell’ottobre del 1935) dove scrive "è entrato nella grande letteratura come altri entrano nelle proprie case" e "utilizzando processi artistici, inquina passo dopo passo tutto ciò che solitamente gode di massima stima: valori sociali consolidati, dal patriottismo alle relazioni personali e all'amore", osservando in aggiunta come sia "dotato della vasta scorta di osservazioni del medico e dell'artista, con una sovrana indifferenza verso l'accademismo, con un eccezionale senso della vita e del linguaggio".


 In quel periodo Trotsky era atterrato nei pressi di Marsiglia e sotto sorveglianza della polizia, lui e la sua seconda moglie Natal’ja Sedova ragiunsero la villa ''Chere Monique'', a Barbizon nei pressi di Fontainebleau. Il patto a cui doveva sottostare per poter vivere in Francia sotto il nome Sedoff "a causa dei pericoli che lo minacciavano", lo impegnava ad astenersi da qualsiasi attività politica. Infischiandosene delle promesse, Trotsky era tutt'altro che inattivo, uscendo dall'ombra  a seguito della rivolta antigovernativa del 6 febbraio 1934 a Parigi, quando scrisse un manifesto apparso il 9 marzo sul quotidiano trotskista francese La Vérité. 

Trotsky con i suoi cani a Barbizon

Fu subito attaccato dalla stampa di destra e da L'Humanité, attirando grande interesse nell'opinione pubblica. Ma la generosa ospitalità che la Francia ha sempre riservato agli esuli durò poco e nell'aprile del 1934 fu espulso con l'accusa di non essersi comportato secondo il profilo neutrale che aveva garantito, di ordire una Quarta Internazionale utopica, di pubblicare a Parigi un giornale quindicinale di piccolissima tiratura chiamato "Il Bollettino dell'Opposizione", dove gran parte degli articoli riguardavano le consuete critiche trotskiste al regime di Stalin che, secondo le voci che circolavano, assegnava al Voyage il primato del suo libro preferito .


In quell'aprile , temendo per la sua vita, decide di lasciare clandestinamente la villa di Barbizon, per rifugiarsi a Lagny-sur-Marne, vicino a Meaux. Il governo tollera la sua presenza in Francia in attesa che trovi un paese ospitante, senza lasciarlo avvicinare a Parigi, espellendolo definitivamente dalla Francia nel giugno 1935 quando la Norvegia ha accettato  di accoglierlo.










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