Lèo Ferrè 100








Leo Ferrè, poeta, musicista, bandiera anarchica del maggio francese, ha iniettato nella mia vita giovanile uno stupore sublime di fronte alla parola poetica. Assolutamente inconsapevole di chi avessi di fronte, ha diretto l'orchestra con cui ho ricevuto il battesimo discografico. Assolutamente inconsapevole, qualche anno dopo in un'arena parmigiana, scendendo dal palcoscenico durante un suo recital, ha donato un fiore alla mia allora moglie...scegliendo tra un migliaio di persone proprio lei. 



Anni dopo, ancora, l'ho incontrato al Piccolo Teatro dopo un suo concerto e salutandomi mi disse tutto il suo amore per "i contrabbassi". Poi ho lavorato insieme a Enrico Medail (scomparso il 10 aprile) che lo ha tradotto magnificamente in italiano. Quando se n'è andato, trasformando quel 14 luglio '93 di festa francese in un giorno di spaesante malinconia, ha lasciato una straordinaria eredità di composizioni e di poesie ad un mondo ormai oppresso dall'egemonia dell'economia liberista. 

Lèo Ferrè con il suo Pepee


Un'eredità difficilissima da rilanciare con nuove fioriture di opere analogamente eccelse. Un'eredità che tutti i mezzi di informazione di massa hanno trascurato, ancor di più che le case discografiche e quelle editrici. In questo secolo, Sembra che solo l'occasione di un centenario con le conseguenti  opportunità commerciali, riesca  a sottrarre dall'oblio personalità artistiche che proprio ai giorni nostri sarebbero necessarie come modelli intellettuali di libertà, di creatività e di disinteresse. 



In questa Francia martoriata, la Biblioteque Gaspard-Monge di Beaune, ha organizzato una mostra su Ferrè che durerà fino alla fine di ottobre.  L'esposizione si intitola "100 ans,....Léo? Tu t'rappelles?". Lì si può seguire l'itinerario del timido studente monegasco verso la capitale dove lo attendevano tutte le asperità possibili, prima dell'affermazione nazionale e internazionale. Nel frattempo, la sua cultura musicale progrediva e la sua musica veniva pensata per organici sinfonici che lui stesso dirigeva. 



Prendevano corpo le toccanti partiture che accompagneranno i versi di Apollinaire, Verlaine, Baudelaire, Aragon, Rimbaud. Per tutto questo e per molto altro, questo secolo patisce la sua abissale mancanza. Per pochi compagni tra cui mi iscrivo, la sua presenza continua  ad essere, invece, come un virus di bellezza che alimenta il nostro sangue, il nostro pensiero e il vento soave del "bateau ivre" rimbaudiano su cui un tempo ormai remoto ci siamo imbarcati, alla ricerca del migliore dei mondi possibili .  Forse qualcuno di noi si incontrerà a Beaune scoprendosi insieme a molti giovani: sarebbe la notizia più gioiosa per brindare alla memoria di  Léo con uno dei monumentali vini locali. 


In Francia c'è un Festival Léo Ferrè a Gourdon, un poccolo comune delle Alpi Marittime dove normalmente vivono meno di cinquecento abitanti. Qui nella Eglise des Cordiers, il 22, 23,24 luglio sfileranno diversi interpreti del repertorio di Lèo, tra i quali un gruppo italiano che si è specializzato, i Tétes de bois.




Per i meno propensi ai viaggi internazionali, segnalo il 21° Festival Léo Ferrè che si svolge al teatro Concordia di San Benedetto del Tronto tra l il 110 giugno e il 24 agosto, data della nascita del poeta,  con tre serate e diversi interpreti.


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