Julio Cortazar, El Perseguidor e le illustrazioni di Josè Muñoz





Le Edizioni Sur che stanno lodevolmente esplorando tutte le carte di Julio Cortazar, pubblicandole per temi in italiano, hanno recentemente dato alle stampe un volume che era già stato pubblicato in questa forma in lingua castigliana. Si tratta di un'edizione del celebre racconto El perseguidor (tradotto in L'inseguitore) ma illustrata dalla mano sensibile e complice di Josè Muñoz con immagini realizzate nel suo stile che rimanda alla tecnica dell'acquaforte o della xilografia, anche se sostanzialmente si situa nell'ambito della fumettistica di cui l'Argentina è stata maestra irraggiungibile. 




La novella che ha ispirato Muñoz è una delle più articolate scritte da Cortazar che in una intervista ha dichiarato l'importanza avuta da questo lavoro nella definizione del suo stile e soprattutto come imprescindibile esperimento preparatorio a quello che diventerà il suo capolavoro più dirompente: Rayuela. Uno dei fili che collegano El perseguidor a Rayuela è sicuramente il ruolo centrale della musica afroamericana di cui l'autore era un appassionato ascoltatore ed un incerto esecutore alla tromba. 




Se in Rayuela, il jazz sarà la colonna sonora di tutta la parte del romanzo che si svolge a Parigi, in El perseguidor è invece il soggetto centrale ispirato a Charlie Parker. Cortazar stava approfondendo la conoscenza del compositore/sassofonista, ascoltando con "infinito amor" le sue straordinarie registrazioni che sono state la chiave di volta attraverso cui questa musica ha cambiato la pelle. Parker ne aveva rivoluzionato il linguaggio con un  sistema di improvvisazione vertiginoso, e senza dubbio sconcertante per gli appassionati del jazz classico. 




Con il be bop di Parker, Monk, Gillespie, il jazz acquisiva un carattere di esplosiva modernità che nel corso dei decenni successivi si è via via tenuta al passo dei tempi dando luogo ad una serie di ulteriori rivoluzioni secondo uno spirito creativo che si mantiene vivo anche oggi. Cortazar, oltre ad essere turbato dalla musica di Parker, aveva trovato nella biografia del jazzista l'essenza di un personaggio che stava cercando di focalizzare. 






Prima di arrivare a lui aveva scartato l'idea che fosse uno scrittore o un pittore:, perchè mancavano di una caratteristica essenziale: essere "un individuo que al mismo tiempo tiene una capacidad intuitiva enorme y que es muy ignorante....un personaje que no piensa, un hombre que no piensa, que siente. Que siente y reacciona en su musica, en sus amores, en sus vicios e su desgracia, en todo" (da una charla con Omar Prego Gadea). 





Julio aveva appreso la biografia di Parker, di cui prima conosceva solo la musica, da un articolo scritto dal critico musicale Charles Delaunay in occasione della tragica scomparsa dell'artista. Il giorno seguente questa lettura, in cui Cortazar riconobbe in Parker il suo personaggio, il racconto poteva essere iniziato. La stesura non fu semplice perchè dopo aver scritto di filato la prima parte di una ventina di pagine dattiloscritte, l'autore non riusciva ad andare avanti.  



Passarono tre mesi in cui i fogli erano finiti in un cassetto, fatto molto insolito per uno scrittore abituato a scrivere i suoi racconti brevi di getto. Casualmente, i fogli della prima parte già completata erano finiti in una cartella che Cortazar aveva portato con se,durante il soggiorno in una pensione di Ginevra, dove stava assolvendo un contratto di lavoro per le Nazioni Unite. Lì il racconto fu terminato in tre giorni, seguendo l'idea di scrivere ogni capitolo con un tempo verbale differente, suggerendo quello che lo scrittore ha definito come "alusiones musicales". 


Charlie Parker and the baroness, 1955
Annuncio della morte di Charklie Parker sul Daily Mirror, con l'immagine della
Baronessa de Koenigswarter,mecenate dei jazzisti dell'epoca

E il tempo è l'altro grande tema che apre una seconda prospettiva di lettura del racconto, un tempo che ossessiona Johnny in quanto lo immagina come qualcosa di malleabile, indefinito, inconsistente, variabile. In una delle frasi emblema di questa coscienza Johnny dice "questo lo sto suonando domani", comunicando che il suo concetto di tempo è diverso da quello degli altri umani. In effetti la sua musica all'epoca era la musica del domani che metteva Johnny/Charlie nella condizione di essere incompreso, continuamente in lotta con il mondo che non lo capiva e allo stesso tempo alla ricerca di qualcosa che non era certo di trovare. 





Nella finzione del racconto, Charlie Parker non è menzionato perchè sostituito da un nome di fantasia, Johnny Carter (probabilmente sintesi dei nomi e cognomi di due grandi sassofonisti dell'epoca, Johnny Hodges e Benny Carter), mentre il suo contraltare è un critico musicale della rivista parigina Jazz Hot(Bruno) che sta scrivendo una biografia in cui Johnny non si riconosce affatto. Le altre figure salienti sono la Baronessa Pannonica de Koenigswarter (nella finzione Tica), la figlia di Parker Chan (qui Lan), l'altra figlia morta Bee (diventata Pree). Il tutto in frammenti di realtà organizzati in forma di puzzle, dove vengono stilizzati i comportamenti di Parker che simbolicamente morirà per un attacco di risa di fronte ad un televisore. 




Originariamente il racconto fu pubblicato nel 1959 al'interno della raccolta Las armas secretas pubblicata dalla Editorial Sudamericana e, oltre le innumerevoli edizioni librarie in diversi paesi del mondo, dal  romanzo è stata tratta la sceneggiatura realizzata dal celebre Ulyses Petit de Murat nel 1965, per un film in bianco e nero diretto da Osias Wilenski


                         


Julio ebbe una eccellente impressione dalla colonna sonora che non utilizzava la musica di Charlie Parker, nè nella sua forma originale nè in quella di esecuzioni registrate ad hoc per il film, ma quella di Ruben Barbieri, fratello di Gato Barbieri che si incaricò di eseguirla. Le composizioni molto originali di Ruben e l'interpretazione di Gato, avevano uno stile preciso che dalla sua unicità faceva un omaggio a Parker, senza ridurre il risultato ad un pastiche. Purtroppo, la pellicola fu sequestrata per via della denuncia del padre dell'attrice Zulma Faiad che in una scena faceva uno strip tease nonostante fosse all'epoca non aveva ancora compiuto ventuno anni, quindi era minorenne: il regista Osias Wilenski fu condannato per questo a sei mesi di carcere.





Jose' Muñoz













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