Gli amici di JC 23: le sferzanti critiche di Angel Rama




Julio Cortazar scrive ad Angel Rama dal Luberon nel maggio del 1965, informandolo di avergli inviato il racconto che gli aveva promesso, affinchè potesse essere pubblicato sul periodico uruguayano Marcha.  Il racconto in oggetto, ispirato dal Murat/Sade di Peter Brook a cui Cortazar ha assistito in una delle repliche al Aldwich Theater, è "Istruzioni per John Howell". Un testo che ha la particolarità di presentarsi come un fiume di parole  senza alcuna punteggiatura, con l'intento di riprodurre lo stato di "possessione" (così dice Julio) in cui versa il protagonista. 



Le raccomandazioni per la pubblicazione si riferiscono alla delicatezza che in questa circostanza ha la correzione delle bozze e il risultato tipografico. Julio, in quegli anni condivide con Angel Rama le posizioni politiche che li vede entrambe credere nella rivoluzione cubana e lo mette al corrente di aver firmato "senza esitazione" una dichiarazione contro lo sbarco dei nordamericani a Santo Domingo. Oltre all'impegno politico che gli costerà l'esilio dal suo Uruguay quando nel 1974 la democrazia sarà travolta da una dittatura militare, Rama figura in quel gruppo di intellettuali battezzato come "Generacion del 45" e si occcupa soprattutto di critica letteraria. Il suo lavoro in questo ambito, che lo vede anche in ruolo di direttore della sezione letteraria del settimanale Marcha, è riconosciuto in tutto il Sudamerica come uno dei più interessanti e creativi. 

La rivista Marcha all'apoca in cui Angel Rama era direttore della redazione letteraria


Approfondendo le intuizioni teoriche dell'antropologo cubano Fernando Ortiz, Rama riformula sul versante letterario il concetto di "transculturación", analizzando il fenomeno di interazione tra la narrativa americana e quella europea. In questo quadro la letteratura latino americana dimostra di possedere un'energia rinnovatrice che nutre il dinamismo con cui si muovono le matrici culturali, facendo confluire in una sintesi armoniosa la tradizione letteraria locale e quella universale. Le sue recensioni sono particolarmente inflessibili e uno dei pochi a sfuggire alle sue sferzanti critiche è Cortazar. 

Pablo Neruda, Mario Vargas Llosa (seduti), con Roger Caillois yeÁngel Rama (in piedi a destra), durante un incontro letterario a Viña de Mar, nel 1969 

Il testo intitolato "Plenitud de Cortazar" che Rama pubblica su Marcha nel maggio del 1966, e che riguarda "Tutti i fuochi, il fuoco", lascia stupefatto Julio. Appena tornato a Parigi dal Midi,  lo ringrazia in una lettera in cui si dice ammirato per la sua sensibilità e la sua intelligenza, aggiungendo che le parole di Angel sono "la prova migliore del fatto che non lavoro inutilmente". Ma negli anni seguenti il caso Padilla ha delle conseguenze sulla loro amicizia. 



Rama ripudia il castrismo, mentre dopo un primo momento di partecipazione alle critiche rivolte dagli intellettuali, Cortazar ritiene che i valori rivoluzionari sono sicuramente più alti della controversia letteraria che il caso ha acceso. Rama continuerà a considerarsi un amico di Julio ma, in una nota del 1981 riportata sul diario di quell'anno, deplora le posizioni politiche sostenute dallo scrittore argentino. Le sue parole gli provocano "desagrado, cólera y más tarde una larga, larga depresión”...“a pesar de que sigue siendo un ‘literato puro’ opina sobre política con tal simpleza, ignorancia de los asuntos y elementalidad del razonamiento, que produce o descorazonamiento o cólera. A mí las dos cosas y concluyo abominando de los escritores metidos a políticos: concluyen haciendo mal las dos cosas”. 



Oltre ai saggi, gli articoli, le edizioni, Rama fu chiamato ad insegnare in alcune università americane, ma nel 1983, sotto l'auspicio del presidente Ronald Reagan, non gli venne confermato il visto in quanto "sovversivo e comunista". L'epilogo della sua vita fu tragico, in quanto morì in un incidente aereo occorso nel novembre di quell'anno, nei pressi dell'aereoporto madrileno di Barajas dove avrebbe dovuto far sosta. Il volo della compagnia colombiana Avianca che aveva come destinazione Bogotà, trasportava diversi intellettuali che dovevano presenziare al Primer Encuentro de la Cultura Hispanoamericana. Insieme a lui perirono altre 191 persone tra cui la critica letteraria Marta Tarbe che era sua moglie, la pianista catalana Rosa Sabater e due scrittori: il messicano Jorge Ibargüengoitia e il peruviano Manuel Scorza.


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