Tracanna e Zambrini, un dialogo destrutturato

Si è aperta la rassegna Duets allo Spazio Contempo con due musicisti di spicco nel panorama del jazz europeo, Tino Tracanna e Antonio Zambrini, che sono stati all'altezza della loro fama presentando un concerto palpitante dall'inizio alla fine, come si intuisce dalla nota di Sisa Bertini che segue questa breve introduzione.

DUETS
di Sisa Bertini

Apre la rassegna il ben assortito duo Tino Tracanna - sassofoni, Antonio Zambrini - pianoforte. Il religioso silenzio della platea, variamente assisa, evidenzia la delizia dell'acustica nuda: il limpido tocco del pianoforte tesse intricate tele di ragno, su cui il morbido sax tenore panneggia allusivo l'incantesimo di Herbie Hancock. Alternano moderni standard con composizioni proprie, distillate in un'atmosfera dall'ipnosi un pò cubista: un "Old West" (di Zambrini). che con vaghe allusioni western dipinge un riflessivo Gran Canyon di memoria adolescenziale. Nell'interpretazione del duo, il "Solar" di Miles Davis esce addomesticato dal loro garbo caleidoscopio, mentre un dissonante Monk fraseggia ancor più "Misterioso" del consueto. Neanche Eterninna, ninnananna trasversale di Tracanna, riesce a sopire l'entusiasmo degli applausi. 



E mentre suonano "Gaia" (di Zambrini) sembrano aprire la porta di una stanza, dove giocare, ancora capaci di stupore infantile, a giochi da grandi. Seguendo il dialogo intenso tra Zambrini e Tracanna mentre di addentrano nella "Casta rumba" (di Tracanna) sembra quasi di spiare, mentre i loro sguardi ammiccano, concentrati in fresche variazioni che sembrano trovare spontaneamente il percorso, come un acustico algoritmo di Mandelbrot.  




A chiudere verbalmente la serata, punteggiata da brevi parole di presentazione dei brani, interviene Franco Finocchiaro, con puntuali domande ai protagonisti, aiutando così noi "non addetti ai lavori", a scoprire perchè la struttura e le dinamiche del jazz si sviluppino, nel duo, in una dimensione particolarmente felice e complessa, rispetto ad altre formazioni, consentendo di destrutturare (veramente "massacriamo!" era stato l'imperativo d'intesa tra i due) brani classici per re-intepretarli, ogni volta nuovi, lasciando "intravvedere" i temi principali. Il tutto condito dallo spontaneo umorismo dei tre,  che ha aggiunto un tocco di inatteso cabaret alla performance.
                                                                                                                                                 Sisa Bertini

Se, come suggerisce Sisa Bertini,  Tracanna e Zambrini pensano e realizzano il loro duo in una dimensione "particolarmente felice e complessa", coniugando il loro generoso slancio melodico in strutture che si aprono e si sottintendono, con l'auspicio della loro intesa, in un dialogo mentale, la seconda serata di "Duets" promette di celebrarsi sotto un segno diverso. Quello della musica, del jazz, dell'improvvisazione che si sviluppa sul versante di un istinto magico, offrendosi in una nuda forma sentimentale. Mario Rusca e Marco Brioschi, i prossimi protagonisti, la nutrono di un linguaggio che, per quanto richieda un sano virtuosismo, sa giungere diretta al cuore del pubblico come il messaggio più semplice e spontaneo.  Una festa dell'anima insomma, a cui sarà una gioia partecipare.

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