ULRIKEMACHINE. Balletto postdrammatico in un cerimoniale e otto masse globulari.



Quando la musica si intreccia con l’arte coreutica, il risultato comporta che il loro nesso causale debba funzionare in maniera altamente integrata, per definire la confluenza del suono e del movimento dando luogo ad un unico oggetto percettivo. Nel caso dello spettacolo di Ulrikemachine l’oggetto percettivo si articola in una forma narrativa che distribuisce simboli come prescrive il linguaggio nato sulle ceneri del teatro borghese di carattere didascalico: il linguaggio che corrisponde al cosiddetto teatro postdrammatico dove il racconto si sviluppa ermeticamente, allineando una serie di simboli allusivi. In questo caso la vicenda è legata alla rivolta internazionale di una generazione ribelle: siamo nella Germania degli anni ’70 e la protagonista è una giornalista che scelse la clandestinità e il terrorismo. La sua vita terminò il 9 maggio 1976 con un suicidio in carcere, su cui pesano molti dubbi  e che molto probabilmente fu causato. In questo contesto le figure plastiche realizzate dalle impronte coreografiche dei performers incarnano la musica che in corrispondenza vaporizza il suo suono nello spazio, con una stratificazione  che sembra  rimandare ai concetti delle macchine desideranti di Deleuze e Guattari, componendo un vacillante coro di corpi scenici. Dal canto suo l’audacia della trama musicale è strettamente irrelata alle coreografie esaltandone il contenuto semantico con l’astrazione del paesaggio sonoro. Il suo agitarsi con violenza visionaria alla stregua di una macchina rizomatica, non si articola in forme stabilite a priori, ma sviluppa una sorta di “massa globulare” che trasfigura i significati in manifestazioni di energia vitale, liberata dalla rinuncia ai consueti vincoli strutturali. Abbandonata la circolarità, la musica è concepita secondo la seicentesca teoria corpuscolare del suono formulata sistematicamente dall’olandese Isaac Beekman. La vertigine epistemologica che corrisponde alla tecnica compositiva conosciuta come sintesi granulare, si fonda proprio su questa teoria corpuscolare che moltiplica le variabili del suono immaginandolo costituito da corpuscoli che possono differire quanto a forma, densità, quantità, velocità, e così via. Nel loro scorrere addensato o rarefatto in cui sono stati inclusi reperti storico-culturali di evidente significazione, le serpentine di oggetti musicali sono concepite come ingranaggi separati di un’interazione rizomatica che disegna segmenti fonico-visuali sulla mappa dello spazio sonoro. Questa procedura che contribuisce alle continue metamorfosi della sostanza musicale, invita l’ascoltatore ad abbandonarsi alle sensazioni che lo colgono in quanto l’arco perturbato dei vari segmenti non è riconducibile ad una esperienza confortevole di familiarità. La sensazione di libertà inebriante e allarmante coltivata nell’interpretazione del Frei Kollektiv UM si rovescia sul pubblico in sequenze di processi radicali che risultano oscuri, come pescati nel pozzo nero dell’inconscio. A questo proposito viene utile un lucidissimo appunto che Leopardi scrive sul suo Zibaldone, dove il poeta associa la familiarità di una musica al concetto di assuefazione. Ecco, Ulrickemachine ha proprio le finalità radicalmente opposte a quelle di gratificare comunicando sentimenti galleggianti nell’assuefazione. La missione è quella di suscitare nell’ascoltatore il vibrante spaesamento di chi si trova ad attraversare un’esperienza sconosciuta che tocca il profondo e forse per questo è anche tragica. (FF)


FRANCO FINOCCHIARO, composizioni e contrabbasso


FREI KOLLEKTIV UM

Annette Harnik(voc); Heiner Kaufmann (act); Berta Ohlmeier (act); Rudy Pelt (tp);Timo Schubert (st); Klaus Voller (cl); Alex Thieke (tb); Elias Eppstein (vl); Charlotte Eilger (vla); Angelica Diaz (vc); Willy Keller (g); Shoko Kitada (vib); Sashiko Murabaki (pf); Michael Wildhagen (perc).






TRACCE:


1 - ZEREMONIELL                                                                    

                                                   

2 - DAS FAMILIEN ALBUM                                                                                    


3 - ZWEITER CLOWN IN KOMMUNISTISCHEN  FRÜHLING   

                                              

4 - DAS EUROPA DER FRAU                                                    


 5 - HEIL COCA COLA!                                                              

  

6 -SNEE AUF DEN LIPPEN                                                         


7 - PEST IN BUDA                                                                    


8 -  MARX LENIN MAO – DREI NACKTE FRAUEN                    

                                                                                 

9 - 9576    



INSERTI


Joseph Beuys (1); Area International POPular Group(2); Rudy Deutsche (3); Ulrike Meinhof, Carmelo Bene (4), Linksradikales Blaseorchester, Mao Tze Tung, Erich Honeker, Vladimir Il’ič Ul’janov (Lenin), Iosif Vissarionovič Džugašvili (Stalin)(6); P-P. Pasolini(8); Totò, Ninetto Davoli(9).                                                                               








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