Lo spreco è irresponsabile

 
In  un libricino con meno di cento pagine intitolato "Spreco", Andrea Segrè ci informa e ci spiega dettagliatamente quali sono le nostre cattive abitudini quantitative nel consumo dei cibi, quanto incidono sull’economia dell’intero pianeta anche dal punto di vista sociale, come possiamo trasformare la nostra bulimia consumistica in una forma i consumo che abbia rispetto della povertà, dell’ambiente e anche della salute.


 
Le tesi sono argomentate con numeri statistici da far impallidire e relativi alle quantità di cibo buttato, all’impatto economico che questo comporta per ognuno di noi, ai consumi energetici che vengono sperperati  per produrre qualcosa che è destinata al cassonetto dei rifiuti. Evidentemente la quasi totalità delle responsabilità sono a carico dei paesi ricchi, proprio mentre la situazione della fame nel mondo si aggrava sempre più velocemente.


E non è solo questa immonda ferita a dover risvegliare le coscienze, ma sta sanguinando anche un’altra piaga  e purtroppo  con un’emorragia che i più esimi studiosi hanno diagnosticato vicinissima al punto di non ritorno: la condizione ecologica del pianeta. Fortunatamente e in questo anche Segrè è in prima linea (ad esempio con l’iniziativa Last Minute Market), la coscienza di questi problemi seppur ancora marginale ha già prodotto alcuni frutti che possono essere considerati incoraggianti per un cambio di rotta.


 
Ma soprattutto è possibile aggregarsi silenziosamente a queste avanguardie, seguendo i consigli di Segrè per riformare le nostre abitudini alimentari ma anche energetiche. Il sintetico breviaro suggerisce il comportamento virtuoso secondo alcuni punti: non sprecare fino all’azzeramento degli sprechi, recuperare il cibo sprecato come obbiettivo etico, prevenire i rischi che le nostre abitudini sbagliate provocano al sistema ambientale e alla nostra salute, mantenere come antitesi dell’usa e getta, ri-fiutare, ri-produrre, ri-usare, ri-strutturare, ri-durre, passare da un modello economico lineare ad uno circolare…
Andrea Segre'
Per fare una battuta finale legata all’attualità, direi che tutto quello che suggerisce Segrè, come del resto Latouche e gli altri teorici di un new things in opposizione ai disastri capitalisti. Va nella direzione opposta alla “rottamazione”. Oggi infatti in Italia stiamo scoprendo come questa parola spigolosa, drammatica ed esteticamente brutta, sta trascinando con se un concetto politico responsabile della grande infezione economico sociale dell’ultimo ventennio: il neoliberismo.   


Commenti

Post più popolari