Francesco sul sentiero luminoso dei "diritti sacri"
Sottolineando che la mia posizione è lungi dall'essere papista o più semplicemente cattolica, trovo necessario sottolineare l'importanza del discorso che il Papa ha tenuto il 28 ottobre, durante l’incontro con molti rappresentanti dei movimenti sociali di tutto il mondo, invitati in Vaticano per tre giorni di discussione su terra, casa, lavoro, pace e giustizia. Un incontro assolutamente inedito, che segna una rottura profonda con i pontificati che hanno preceduto
Francesco e che diventa ancora più significativo quando si leggono gli imprevedibili contenuti trasmessi dal Papa, nel quale riecheggiano chiaramente le istanze sollevate dai movimenti antiliberisti fin da Seattle nel 1999 e poi da Porto Alegre e Genova nel 2001.
La posizione papale è sconcertante in quanto non è solo una parabola sui diritti che già aveva sostenuto in interventi precedenti: qui individua responsabilità e legittima la lotta, utilizzando un vocabolario senza veli per disegnare un'analisi distanti mille miglia dai ragionamenti dei nostri capi di governo, che ovviamente non esitano ad esibire la loro cristianità.
Lontano dal diventare “tifoso” del Papa, credo sia necessario riflettere sugli spazi che una simile presa di posizione apre a tutti coloro che si battono per un mondo migliore, augurandoci che la reazione all'interno della Chiesa sia impotente di fronte a tanto coraggio. Ricordo altresì che all’incontro coi movimenti è stato invitato anche Evo Morales, il presidente della Bolivia che la comunità internazionale ha isolato per via della sua intransigente posizione politica che sta liberando il suo paese dalle implacabili e consuete interferenze imperialiste: a lui è stata addirittura affidata la chiusura della seconda giornata. Non possiamo augurarci che le parole del Papa diventino fatti in nome di quei "diritti sacri" che lui stesso ha elencato esponendosi ancora una volta contro il capitalismo e il neo liberismo. Il lungo discorso citato si trova facilmente in rete.
Francesco e che diventa ancora più significativo quando si leggono gli imprevedibili contenuti trasmessi dal Papa, nel quale riecheggiano chiaramente le istanze sollevate dai movimenti antiliberisti fin da Seattle nel 1999 e poi da Porto Alegre e Genova nel 2001.
La posizione papale è sconcertante in quanto non è solo una parabola sui diritti che già aveva sostenuto in interventi precedenti: qui individua responsabilità e legittima la lotta, utilizzando un vocabolario senza veli per disegnare un'analisi distanti mille miglia dai ragionamenti dei nostri capi di governo, che ovviamente non esitano ad esibire la loro cristianità.
Lontano dal diventare “tifoso” del Papa, credo sia necessario riflettere sugli spazi che una simile presa di posizione apre a tutti coloro che si battono per un mondo migliore, augurandoci che la reazione all'interno della Chiesa sia impotente di fronte a tanto coraggio. Ricordo altresì che all’incontro coi movimenti è stato invitato anche Evo Morales, il presidente della Bolivia che la comunità internazionale ha isolato per via della sua intransigente posizione politica che sta liberando il suo paese dalle implacabili e consuete interferenze imperialiste: a lui è stata addirittura affidata la chiusura della seconda giornata. Non possiamo augurarci che le parole del Papa diventino fatti in nome di quei "diritti sacri" che lui stesso ha elencato esponendosi ancora una volta contro il capitalismo e il neo liberismo. Il lungo discorso citato si trova facilmente in rete.
Evo Morales |
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