La duologia secondo Claudio Fasoli e Luca Garlaschelli



Duology raccoglie nei suoi nove atti, altrettante delizie creative del coraggioso dialogo tra un sassofono ed un contrabbasso, che la natura melodica di questi strumenti fonda sul nudo labirinto del contrappunto a due voci. Tecnica che ha sempre evocato un misterioso fondo mistico, lasciando immancabilmente il sale segreto di uno spazio bianco nel suo articolarsi sapienziale, insieme esatto, trascolorante, impalpabile.
Uneccellente padronanza stumentale consente loro di esprimersi con spontaneità, attraverso il pathos palpitante che nutre un linguaggio lirico, profondo, sempre orientato verso lorizzonte creativo di quella ricerca che affonda le proprie radici nella retorica modernista dellopera aperta.
Appoggiato sulle linee gravi del contrabbasso, Claudio Fasoli ci commuove con una sonorità che libera spirito poetico, sia quando si cimenta al sax soprano che sembra distillare dal suo timbro inconfondibile una rara ricchezza di armonici; sia quando sceglie il  sax tenore, in nessun momento meccanico ma sempre generoso di modulazioni profonde e riverberi umani.  Forte di questa espressività sonora, il fraseggio di Fasoli è cesellato con la cultura di chi conosce a fondo i modelli che ama, ma li dimentica deliberatamente per non imboccare la strada manierista, ed essere portavoce di se stesso raccontandosi attraverso la musica.  Una narrazione che rivela la padronanza delle forze segrete con cui si attraggono o si respingono gli intervalli musicali, qui intrecciati al contrabbasso, secondo questa loro doppia predisposizione, in un disegno caleidoscopico.
Quando il contrabbasso assume il ruolo di solista o quando si occupa di introdurre le composizioni, e capita in diverse tracce, le fibre del contrappunto si sciolgono e lo spazio è invaso da figure plastiche che veicolano i tratti personali e meditativi con cui Garlaschelli ha affrontato lavventura di perfezionare il carattere e gli automatismi del proprio stile. A testimoniare la sua tecnica perfetta, è necessario sottolineare come Garlaschelli sia uno dei pochissimi contrabbassisti di jazz ad avere una conoscenza raffinata e coltivata nellarte di suonare con larco: il suo suono non ha tentennamenti, le arcate si collegano con scioltezza, il vibrato è espressivo, lintonazione impeccabile, Un peccato che lo si possa godere solamente in un brano, anche per la complicita' di una registrazione che ha saputo riprendere il suono al suo stato naturale, del suo prezioso strumento costruito sal liutaio ferrarese Marconcini nel 1798. Qualità che ascoltiamo con piacere anche nel pizzicato, poderoso, curato nella nitidezza dellattacco delle note e lasciato, alcune volte, in libera vibrazione con le corde che sbattendo carnalmente sul legno ci propongono un suono dionisiaco.
Partendo da queste sostanziali specificità individuali, i due realizzano il cortocircuito dellinterplay cercandosi e inseguendosi luno nellaltro, stringendo e allentando le loro distanze tra complicità e attriti. Sfuggenti e tesi, come in un gioco prismatico di specchi. Come in una danza allusiva e rituale che richiede inquietudine e abbandono, per indicarci col suo movimento le prospettive di luce dove si annidano gli echi perduti della grazia. 
Il repertorio registrato nel cd dove possiamo ascoltare tutto questo è composto da composizioni firmate dai  due protagonisti  e da alcune celebri pagine di repertorio quali How insensitive, Long ago and far away,  Dear old Stockholm, Invitation.
                        


Per quel che riguarda le forme convenzionali degli standard, troppo spesso i musicisti di jazz sono suonati dalleredità delle esecuzioni storiche, più raramente come nel caso di questo cd, essi li suonano: vale a dire che la loro interpretazione non è il risultato di unesperienza filologicamente conservatrice ma, progressista e quindi aperta alle infinite metamorfosi dellimmaginario che compiono il miracolo di trasfigurare un materiale utilizzato da intere generazioni di jazzisti.
Degli standard resta la dorsale armonica e la melodia che in alcuni casi viene solo accennata, magari al termine delle improvvisazioni.
Per lasciare che queste scorrano in libertà, gli arrangiamenti sono leggerissimi, affidati solo al trattamento di una scansione ritmica o a segrete convezioni pensate e realizzate allimpronta.
Ad esempio la bossa nova firmata da Jobim con cui inizia il cd, smarrisce lesotismo da cartolina a cui è spesso consegnato questo nobile genere, per sfiorarci con una profondità che giunge al cuore della sua natura malinconica.
Per quel che riguarda le composizioni originali, cinque dei nove brani raccolti, queste mettono in luce la diversa indole di Fasoli e Garlaschelli: più inclini alla geometria quelle del primo, decisamente portate alla cantabilità quelle del secondo.
Di Fasoli sono Kod e Hair.
Il primo brevissimo, vede il tema esposto prima dal contrabbasso con una figura ritmica che diventerà ricorrente in seguito, quindi allunisono con il tenore e infine sviluppato con un secondo unisono.
Nel sesondo, questa volta inizia il tenore solitario con una esposizione sonora che utilizza il soffio nello strumento come un accompagnamento di batteria con le spazzole: il tema seguirà allunisono e di seguito limprovvisazione che dopo una prima parte accompagnata con figure libere, è sostenuta dal walking bass. Dopo il solo del contrabbasso e una ulteriose fase a domanda e risposta, il tema conclusivo. 
Garlaschelli contribuisce con tre titoli.
Una nuova primavera, che dopo una lunga introduzione di contrabbasso si stabilizza in un ostinato sul quale il soprano di Fasoli interpreta una melodia incantatoria che. Se mi è consentito un prodigioso volo di fantasia, il clima del tema mi riporta allincipit del Bolero raveliano dove tutto sembra stagnare sonnecchiante prima dellesplosione orchestrale.

                         


Mr. Luis, con lautore ancora protagonista del corposo incipit, e il soprano di Fasoli che sopraggiunge, improvvisando con vertiginose impennate in unatmosfera dove il reverbero della registrazione allunga la prospettiva sonora, dando quasi la sensazione della presenza di una superficie in cui le note si rifrangono e siraddoppiano.

Il romanzo di Aldo è una composizione toccante che ci incuriosisce su chi sia la persona a cui si riferisce il titolo.  Questo è il brano dove il contrabbasso interpreta il tema con larco a canone e quindi allunisono insieme al soprano. Limprovvisazione di Fasoli è accompagnata da un ritmo di milonga campera, prima raddoppiata quindi secondo la sua clave originale; stessa sorte tocca al solo di basso suonato sempre con larco, questa volta accompagnato da Fasoli, e seguito dal tema conclusivo.
Interessanti sono anche le note di copertina firmate dai due musicisti. Da un lato Fasoli pone lattenzione sul rilievo che ha la qualità timbrica e sonora dei due strumenti nel caratterizzare il risultato musicale. Dallaltro Garlaschelli insiste su questo tema accreditandolo di un aspetto estetico che inquadra il progetto con Fasoli, nel contesto di una precisa visione della musica secondo cui, la grande tensione emotiva”, resta estranea al progressivo imbarbarimento dettato dagli schemi commerciali.
E su questo territorio, incontaminato dalle leggi del mercato, gravita il prezioso lavoro delletichetta Radio SNJ Records che nella sua collana bflat ha sempre ubbidito al proprio sentimento di fedeltà, di attenzione e rispetto verso gli artisti che come Fasoli e Garlaschelli donano la propria vita alla militanza tra le file della musica pura.
Gliene siamo grati perchè attraverso le loro opere, siamo sfiorati dal soffio di un mondo misteriosamente aperto e flessibile che aiuta a respirare e a proseguire. Scia estrema di luce nel grande buio.   

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