NONO E NANNI

 

Nanni Balestrini ha avuto per dieci anni una vivacissima collaborazione con Luigi Nono, in cui i due si sono impegnati a perseguire la disalienazione della parola. Questo obbiettivo comune è testimoniato in Balestrini attraverso la parola, la scrittura, l'aspetto tipografico delle sue opere plastiche, che fanno pensare a un doppio livello in cui al visivo si aggiunge l'acustico secondo quello che Paolo Fabbri ha definito una «indiscernibilità fonottica». Il rapporto tra i due si sviluppa tra interferenze e sorprendenti parallelismi culturali che hanno come denominatore comune le posizioni in cui il politico e l'artistico sono le due facce di una stessa medaglia. E il teatro privilegiato in cui i due hanno iniziato a conoscersi è stato la Palermo durante le straordinarie Settimane Internazionali di Nuova Musica (1962) e la nascita esplosiva del Gruppo '63. E' nella città siciliana che Balestrini si reca nel 1962 per ascoltare Cori di Didone che Luigi Nono aveva tratto da Ungaretti, e fu proprio il compositore veneziano a parlargli del suo recente viaggio in Germania e del suo entusiasmo per gli scrittori che avevano formato il Gruppo 47 per incontrarsi periodicamente leggendo e commentando i loro testi in assoluta libertà. Animato da questo entusiasmo, è proprio Nono a suggerire a Balestrini la necessità di riprodurre in Italia un'esperienza analoga. Alla conversazione partecipava il barone Francesco Agnello che era uno dei finanziatori della Settimana Internazionale di Musica nuova che dal 1960 si svolgeva  a Palermo. Così nell'edizione dell'anno seguente, tra le iniziative in programma, Agnello e il comitato organizzativo della manifestazione inserirono la prima riunione di quello che si sarebbe chiamato Gruppo 63, proprio su suggerimento di Nono. Quella costola letteraria della neoavanguardia nasceva in un sistema culturale antiquato, asfittico e potente che occupava pressoché tutti gli spazi della comunicazione, ostacolando ogni tentativo di rinnovamento. Nel gruppo che si è incontrato in maniera continuativa fino all'ultima riunione del 1967 a Fano, parteciparono tra gli altri Achille Bonito Oliva, Nanni Balestrini, Renato Barilli, Umberto Eco, Alberto Arbasino, Elio Pagliarani, Luciano Anceschi, Edoardo Sanguineti, Alfredo Giuliani, Antonio Porta, Giorgio Celli, Giorgio ManganelliMa oltre a queste indicazioni è utile riflettere sulle possibili analogie che si riscontrano internamente ai processi metodologici che i due utilizzano. Ad esempio se da un lato Balestrini utilizza la pratica del cut-up e del fold-in, dall'altro Nono coltiva la «tecnica di scissione in fonemi».

I muri della Sorbona, Nanni Balestrini alla Galleria La Tartaruga (1968)

Un'altra analogia riguarda il comune ricorso alla tecnologia per sovvertire gli strumenti del padrone, indirizzandosi contro il sistema che li ha prodotti: Balestrini nel 1961 realizza poesie con l'IBM, mentre Nono inizia ad occuparsi di musica elettronica nel 1964. In quell'anno il compositore presenta La Fabbrica illuminata (1964) , un lavoro operaista che risulta in connessione con il materiale verbale del noto libro balestriniano Vogliamo tutto del 1971. Non ci sono dubbi che un’opera di Balestrini come I muri della Sorbona (1968), in cui – nel contesto de «Il Teatro delle Mostre» – il poeta ricopre in tempo reale le pareti della Galleria La Tartaruga con gli slogan della contestazione francese, è strettamente affine alla infuocata composizione noniana Non consumiamo Marx, per voci e nastro magnetico Q 13 registrato presso lo Studio di Fonologia della RAI di Milano dal tecnico Marino Zuccheri. 


In questo brano del 1969 che ha la durata di circa 17 minuti, Nono si avvale di venti scritte murali del Maggio parigino e di documenti della lotta contro la Biennale di Venezia di quello stesso anno, declamati in lingua originale dall’attrice Edmonda Aldini. (prima esecuzione  il 17 maggio 1969 al festival Châtillon des Arts, tenutosi  nella banlieue rossa di Châtillon-sous-Bagneux, ad est di Parigi). Oltre a queste convergenze a distanza, la vera e propria collaborazione tra i due avviene per Contrappunto dialettico alla mente del 1968, opera ironico-politica di Nono che rimodula il titolo della composizione secentesca di Adriano Banchieri Contrappunto bestiale alla mente. Per questo lavoro Nono si avvale del materiale linguistico organizzato da Balestrini che oltre al suo testo, sceglie di includerne uno della rivoluzionaria cubana Celia Sánchez, e uno delle Enraged Women del Progressive Labor Party di Harlem. In uno scambio epistolare Nono gli scrive: «Tu Nanni inventa. È un ordine – non illuministico, non libertario, non generico – ma oggi, dall’intimo e non dall’alto…» .

Questa composizione della durata di 20 minuti è stata commissionata dal Prix Italia, un concorso internazionale promosso dalla RAI che nel febbraio del 1968 invita Luigi Nono a comporre un’opera per la radio, ma il lavoro viene escluso dalle manifestazioni del Premio per i suoi contenuti apertamente politici e antiamericani. Nono esprime un appassionato atto d’accusa contro la politica del governo statunitense, scagliandosi contro la discriminazione razziale e la repressione del dissenso. La composizione stereofonica e per nastro solo si apre, infatti, con l’evocazione dell’assassinio di Malcolm X e si chiude con il testo di un pamphlet contro la guerra in Vietnam, scritto dal collettivo afroamericano  Enraged Women del Progressive Labor Party. Il testo di Balestrini che riflette la poetica della neoavanguardia, unisce alla irriducibile durezza del contenuto politico, la parodia, il non sense, il gioco verbale, il lirismo del quotidiano, l'interiorità individuale e il vitalismo delle masse: in perfetta simbiosi con i contenuti delle opere di Nono. L'uso verbale nei lavori di Nono spoglia  i testi dalla loro autonomia significante, attraverso una complessiva ri-semantizzazione, allo scopo di scoprirne, per così dire, i nervi, e liberarne la carica poietico-musicale. Sintetizzando si può stabilire che in questa pagina il procedimento compositivo di Nono è quello dell’accumulazione in cui la massa portante è costituita dalla scrittura corale, con inserti di varia natura tra i quali i suoni, le voci e  i rumori del porto di Venezia: in particolare, questi ultimi sottoposti a loro volta ad elaborazione, appaiono stesi come rapsodico fondale al teatro della parola di Balestrini. 

Luigi Nono allo Studio di Fonologia della RAI di Milano con il tecnico Marino Zuccheri

Mettendo in contatto il suono registrato e suono elettronico e creando una sorta di netto split fra suono “vero” e suono “elettronico”, Nono sperimenta direttamente e in via estemporanea, le possibilità sonore collocando i loro oggetti in una “scatola” formale dettata dai testi e dai rapporti dialettici fra la loro enunciazione teatrale e i fondali talora emergenti, in cui trova piena realizzazione l’ideale noniano del “suono mobile”. Il tessuto a densità variabile crea un “pulviscolo fonetico” per mezzo di permutazioni  tanto sul testo di Balestrini quanto su singole parole-bersaglio prescelte per essere sarcasticamente deformate (“Casa Bianca”, “Pentagono” , “Johnson”, “Nenni”. Il testo di Balestrini è sottoposto ad una recitazione rapidissima che si trasforma per mezzo delle variazioni di velocità a cui è fatto girare il nastro. L'ultimo suono a svanire è quello veneziano della Marangona ossia la campana grave della chiesa di San Marco. E sarà ancora sotto il cielo di Palermo che sarà programmata la prima esecuzione pubblica di questa pagina bruciante e pionieristica nel campo della musica elettroacustica che Nono ha dedicato al leader del Fronte di Liberazione Nazionale del Venezuela Douglas Bravo: il debutto si è svolto il 27 dicembre 1968, nella serata d'apertura della VI e ultima Settimana Internazionale Nuova Musica creata con lungimiranza dagli Amici della Musica che auspicavano la loro iniziativa come il contraltare italiano a Darmstadt. Quando nel 1970 Balestrini sarà il promotore del giornale politico mensile Compagni, ospiterà un notevole intervento di Nono intitolato Il potere musicale in cui il compositore ritorna a riflettere sulla composizione che ha visto la collaborazione Balestrini.





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