Quando la realtà supera la finzione: Il Clan di Trapero al cinema.



Pablo Trapero, cineasta argentino che ha ricevuto diversi riconoscimenti internazionali per il suo modo originale di dirigere e raccontare, lo scorso anno ha aggiunto nel suo palmares un prestigioso Leone d'Argento. Il film presentato a Venezia si intitola "Il Clan" e prossimamente sarà distribuito nelle sale italiane. La vicenda mette le mani nella carne viva di quell'epoca storica che ha umiliato l'umanità per gli efferati crimini commessi da una dittatura feroce, corrotta, manipolata dalle potenze straniere. 


La famiglia Puccio, quasi al completo
I suoi carnefici ebbero la faccia tosta di nominarla Proceso de Reorganisacion Nacional, trasformando l'Argentina in un luogo tetro di atrocità, torture, omicidi, sparizioni. Trapero per questo film mette da parte quelle storie di marginalità sociale che sono protagoniste del suo cinema, raccontandoci la storia vera di una famiglia, il cui capostipite è stato membro del Battallon de Intelligencia 601, una unità speciale dell'esercito che si occupava della cosiddetta "guerra sucia" sostenuta dal progetto nordamericano conosciuto come Operacion Condor. 


Alejandro Puccio e il padre in procinto di eseguire un sequestro

Arquimedes Puccio, questo era il suo nome, non ha concluso la sua catena di sequestri quando nell'84 il suo paese è ritornato a vivere in una democrazia. Lui,rimasto disoccupato insieme ai suoi colleghi Guillermo Luis Ferandez Laborda e l'ex colonnello Rodolfo Victoriano Franco, hanno tenuto vivo il commando per sequestrare benestanti, richiedendo alle famiglie riscatti di centinaia di migliaia di dollari. Ma con la ripresa della vita democratica, non si potevano utilizzare i vari "Garage Olimpo" (titolo di un drammatico film di Bechis) o le scuole militari dove i sequestrati venivano torturati e quindi uccisi o fatti sparire nel nulla. 


Alejandro Puccio in azione durante una partita con la sua squadra
Club Atletico San Isidro
Quindi il distinto Sig. Puccio, sicuro delle sue infrangibili protezioni, continua a fare quello che faceva prima mettendo a disposizione lo scantinato della sua casa nel rispettabile quartiere di San Isidro per rinchiudere le vittime, chiamando due dei cinque figli ad una collaborazione attiva nelle operazioni di sequestro e lasciando alla moglie Epifania il compito di vivandiera per i reclusi. 


Una foto della vera famiglia Puccio negli anni '80 (da La Nacion)

Entrambe i figli chiamati in causa sono giocatori di rugby, Manguila ritornato dalla Nuova Zelanda e Alejandro una vera e propria star dei famosi Puma, così vengono chiamati i giocatori della nazionale argentina di questo sport. Quest'ultimo, desidera svincolarsi dalla partecipazione ai delitti del gruppo ma il padre esercita su di lui una pressione psicologica che lo convince a rimanere tra i complici. 



Mentre le efferatezze agghiaccianti sono programmate con cura, il microcosmo familiare vive una vita piccolo borghese normalissima, con la madre insegnante, la sorella maggiore che insieme al padre corregge i compiti a quella minore, il fratello più giovane che sta iniziando con successo la sua carriera di rugbista: lui sarà l'unico a dissociarsi senza dire nulla al padre,andando fuori dall'Argentina per non farvi più ritorno. 


Naturalmente, quando tutti i familiari sono riuniti per la cena, Arquimedes impone un silenzio iniziale di preghiera: e qui Trapero sottolinea come dietro la normalità di una famiglia cattolica apostolica e romana come tante, può nascondersi la più inverosimile mostruosità. Una normalità che si affacciava anche sul marciapiede di fronte all'abitazione e che i vicini potevano constatare osservando il signor Puccio scopare maniacalmente il selciato più volte al giorno, tanto da meritarsi il soprannome di "el loco de la escoba". 



Fatto sta che le azioni del commando continuavano con lo stesso clichè: sequestrare, incassare il riscatto e uccidere le vittime, anche se nella nuova situazione politica, non trovano più le complicità che in passato potevano garantire l'impunità dei suoi membri. Così basta rapire la persona sbagliata, cioè quella che sa muovere le pedine giuste a livello politico, che gli amici di una volta ansiosi di rifarsi una verginità, non esiteranno a indirizzare le ricerche della polizia proprio su Puccio. 

Foto dell'arresto di Archimedes Puccio

L'intera vicenda è stata ricostruita da Trapero tra mille difficoltà e narrata in una forma quasi documentaria, con un linguaggio cinematografico punteggiato da un montaggio  fitto di cambi di scena, implacabile ma allo stesso tempo oggettivo, senza giudizio. Un ulteriore strategia narrativa ha previsto che l'articolazione delle scene si coniugasse con uno svolgimento temporale non sempre cronologico, utilizzando in qualche occasione documenti televisivi dell'epoca. E a proposito di televisione, ricordiamo che in Argentina è stata appena trasmessa una serie in tredici puntate sulla vicenda Puccio, con un clamoroso successo che si è in seguito ripercosso sul film: uscito in 261 sale, nei primi quattro giorni è stato visto da oltre 500 mila spettatori


Proteste per l'arrivo di Obama in coincidenza con il
40° anniversario dell golpe argentino

La forza inquietante della storia nuda, unita agli strumenti tecnici descritti, favoriscono magistralmente una tensione avvincente. Ciliegina sulla torta, l'interpretazione perfetta di Guillermo Francella che, nonostante la sua popolarità sia dovuta alla comicità, si è trasformato nel glaciale Arquimedes come meglio non si può immaginare: un dettaglio curioso risiede nel fatto che Francella abitava nelle vicinanze della casa della famiglia Puccio.



Trapero non dimentica di sottolineare attraverso la colonna sonora con canzoni dei Kinks, di David Lee Roth, Virus, Serù Giran, Charlie Garcia che nel finale della pellicola interpreta Encuentro con el Diablo...il clima confuso di quegli anni immediatamente seguenti alla caduta della dittatura: in Argentina l'imperialismo culturale aveva ridimensionato ai minimi termini la cultura autoctona del tango per sostituirla con il rock, musica assordante che usciva distorta da radio spesso accese al massimo volume per rendere inaudibili le strazianti urla dei sequestrati sottoposti alla tortura. 


Obama tenta di ballare un tango con Mora Godoy

Un film da vedere sopratutto oggi in un'Argentina dove più di un quarto dei cittadini vive sotto la soglia di povertà, schiacciata sempre di più dalla mano neoliberista del suo presidente Macrì, eletto da poco ma già impegnato in un lavoro senza scrupoli, per incrementare la pressione repressiva, decretare provvedimenti in favore delle banche e delle grandi imprese, avviare privatizzazioni volte a tagliare decine di migliaia di posti di lavoro pubblico. Linee di politica interna che hanno entusiasmato Obama che ha dichiarato: "Macrì veloce nel riconnettere il suo Paese all'economia globale". Il Presidente nordamericano era a Buenos Aires in marzo, proprio nei giorni in cui si celebrava la ricorrenza del 40° anniversario del golpe. Un invito che gli argentini hanno trovato come una provocazione particolarmente stonata, visto il ruolo che gli Stati Uniti hanno svolto nel sostenere e fiancheggiare le dittatura  del latinoamerica. Pertanto, il 24 marzo, data fatidica del golpe, il programma di Obama è stato cambiato, spostando il Presidente a giocare sui campi di golf di Bariloche...e speriamo a meditare sul dovere di mantenere la promessa fatta da lui stesso e aprire i fascicoli, ancora segretati, dove si potranno ottenere informazioni precise sul ruolo degli USA nel sostegno alla dittatura. 

Pablo Trapero

Commenti

  1. Film che ti intriga subito, ti coinvolge e ti spinge a trovare altre informazioni su quel periodo orribile vissuto in Argentina.

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